Il virus ha stravolto le nostre vite, la nostra economia e, probabilmente, anche quando si concluderà l’emergenza sanitaria, qualche strascico continuerà a condizionare le nostre abitudini. Il ritorno alla normalità è diventato l’obiettivo principale a livello mondiale. Per raggiungerlo abbiamo bisogno del vaccino.
Da marzo ad oggi sono stati testati circa 200 approcci vaccinali e negli ultimi giorni sembra di assistere ad una vera e propria competizione tra Stati.
Da circa 200, i potenziali vaccini si contano sulle dita di una mano. In pole position quelli prodotti da Pfizer e da Moderna, entrambi colossi della farmaceutica, e che assicurano una efficacia superiore al 90%. Le società Pfizer -BioNTech annunciano che è imminente la loro richiesta di autorizzazione normativa, una autorizzazione di emergenza, un segnale potente per controllare la pandemia. Tuttavia, di pari passo all’entusiasmo, e all’acquisto di una prima fetta di dosi di vaccino, è comparsa la problematica legata al trasporto e alla conservazione del vaccino Pfizer- BioNTech: il prodotto risulta inefficace a temperature superiori a meno 80 gradi. Ciò significa che per essere distribuito dovrà essere garantito un viaggio che riesca a mantenere stabili queste temperature almeno per 10 giorni, e una volta arrivato a destinazione dovranno essere a disposizione svariati congelatori al momento forse non disponibili ovunque. Per la ditta Moderna, invece, il prodotto rimarrebbe stabile a temperature superiori.

Da ultimo anche dall’Università di Oxford potrebbe giungere un vaccino che pur non avendo terminato le varie fasi sperimentali (a differenza precedenti) sembrerebbe avere ottime caratteristiche.
Il vaccino contro il Covid-19 sviluppato dall’Università di Oxford in collaborazione con l’Irbm di Pomezia sarà commercializzato da AstraZeneca. Sarebbe in grado di indurre una corposa risposta anticorpale, sarebbe efficace anche sugli anziani e sarebbe stabile a temperature facilmente garantibili. Ma la notizia ancora più entusiasmante riguarda il prezzo: circa 3 euro in confronto ai 16/20 euro dei primi due, un elemento da non sottovalutare considerando che la somministrazione dovrà essere di massa e, in alcuni casi, saranno necessarie due dosi.
Ma quindi come si fa a scegliere un vaccino? Dal mio punto di vista sarebbe necessario valutare i dati ed analizzare accuratamente la sperimentazione clinica a cui sono stati sottoposti i vaccini.
La Cina, sostiene di avere già un vaccino anche se Pechino non ha divulgato i dati. Più in particolare, la Cina sembrerebbe aver autorizzato un protocollo di emergenza e l’azienda cinese parlerebbe già di un miliardo di dosi, anche se la sperimentazione sembrerebbe non ancora conclusa.
Ad oggi la lotta la coronavirus non è terminata: molte nazioni continuano ad essere in lockdown e anche se le notizie degli ultimi giorni ci fanno ben sperare dobbiamo continuare ad assumere comportamenti responsabili.