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February 14, 2019
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Quando il cibo ci fa morire: sicurezza alimentare, un’emergenza silenziosa

Oggi, nel mondo, quasi una persona su dieci (600 milioni di persone) si ammala a causa del cibo mangiato e 420.000 persone muoiono ogni anno

C.Alessandro MauceribyC.Alessandro Mauceri
Quando il cibo ci fa morire: sicurezza alimentare, un’emergenza silenziosa

Hamburger (stevepb / Pixabay).

Time: 3 mins read

Si sono appena chiusi i lavori della prima International Food Safety Conference. Gli incontri organizzati da Fao, Organizzazione mondiale della sanità (Oms) Unione Africana (Au) e Organizzazione mondiale del commercio (Wto), si sono svolti ad Addis Abeba. Il tema scelto per questo primo incontro è stato: “The future of food safety – Transforming knowledge into action for people, economies and the environment”.

Al termine dei lavori, ai quali hanno partecipato i ministri dell’agricoltura, della salute e del commercio di circa 130 Paesi oltre a esperti e rappresentanti di organizzazioni di consumatori e  dei produttori alimentari, i dati presentati hanno  lasciato a bocca aperta: “Gli alimenti contaminati da batteri, virus, parassiti, tossine o sostanze chimiche fanno sì che oltre 600 milioni di persone si ammalino e 420.000 muoiano in tutto il mondo ogni anno”. Gli sforzi per rafforzare i sistemi di sicurezza alimentare a livello globale sono troppo “frammentati”.

Premesso che “l’accesso a quantità sufficienti di alimenti sicuri e nutrienti è fondamentale per sostenere la vita e promuovere la buona salute”, obiettivo dei lavori, infatti, era “identificare azioni chiave per garantire la disponibilità e l’accesso a cibo sicuro adesso e in futuro”.

Il direttore Generale della Fao, José Graziano da Silva, ha sottolineato che: “Non c’è sicurezza igienico-sanitaria degli alimenti senza sicurezza alimentare. Questa conferenza è una grande opportunità per la comunità internazionale di rafforzare gli impegni politici e concordare azioni chiave. Salvaguardare il nostro cibo è una responsabilità condivisa. Dobbiamo tutti fare la nostra parte. Dobbiamo lavorare insieme per aumentare la sicurezza degli alimenti nelle agende politiche nazionali e internazionali”. 

I numeri diffusi alla fine dei lavori non lasciano dubbi sulla gravità della situazione: alimenti non sicuri contenenti batteri nocivi, virus, parassiti o sostanze chimiche, causano più di 200 malattie (che vanno dalla diarrea ai tumori). Le malattie più diffuse sono le malattie diarroiche derivanti dal consumo di cibo contaminato, che causano 550 milioni persone ammalate e 230 000 decessi ogni anno.

Le conseguenze di questo stato di cose è rilevante in molti paesi del mondo: a risentirne sono i sistemi sanitari, le economie, il commercio e il turismo con costi per le economie e basso reddito corrispondenti a circa 95 miliardi di dollari.

Per questo, secondo i ricercatori, “la sicurezza degli alimenti dovrebbe essere un obiettivo fondamentale in ogni fase della catena alimentare, dalla produzione, alla raccolta, alla lavorazione, allo stoccaggio, alla distribuzione, alla preparazione e al consumo”.

“È necessaria una maggiore cooperazione internazionale per evitare che alimenti non sicuri causino problemi di salute e ostacolino i progressi verso uno sviluppo sostenibile ha dichiarato il presidente della Commissione dell’Unione africana, Moussa Faki Mahamat, “La partnership tra l’Unione africana e le Nazioni Unite è strategica e di vecchia data. Questa conferenza è una dimostrazione di questa partnership. Senza alimenti sicuri dal punto di vista igienico-sanitario , non è possibile raggiungere la sicurezza alimentare”.

“I progressi tecnologici, la digitalizzazione, nuovi alimenti e metodi di lavorazione offrono numerose opportunità per migliorare contemporaneamente la sicurezza degli alimenti e migliorare l’alimentazione, i mezzi di sussistenza e il commercio. Allo stesso tempo, i cambiamenti climatici e la globalizzazione della produzione alimentare, insieme a una popolazione globale in crescita e all’aumento dell’urbanizzazione, pongono nuove sfide alla sicurezza igienico-sanitaria degli alimenti. I sistemi alimentari stanno diventando sempre più complessi e interconnessi, attenuando le linee di responsabilità normativa. Le soluzioni a questi potenziali problemi richiedono un’azione internazionale intersettoriale e concertata”.

Dello stesso avviso Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms, che ha ribadicto come “Il cibo dovrebbe essere una fonte di nutrimento e divertimento, non causa di malattie e di morte”. Oggi, invece, “il cibo non sicuro è responsabile di centinaia di migliaia di morti ogni anno”, “garantire alle persone l’accesso a cibo sicuro richiede maggiori investimenti in regole più rigorose, in laboratori, nella sorveglianza e nel monitoraggio”. Ma secondo Ghebreyesus non si tratta di un problema che riguarda solo i paesi meno sviluppati: “Nel nostro mondo globalizzato, la sicurezza degli alimenti è un problema che ci riguarda tutti”.

Oggi, nel mondo, quasi una persona su dieci (600 milioni di persone) si ammala a causa del cibo mangiato e 420.000 persone muoiono ogni anno, con conseguente perdita di 33 milioni anni di vita sana (DALYs). Ma non basta: il cibo non sano crea un circolo vizioso di malattia e malnutrizione, che colpisce in particolare i neonati, i bambini piccoli, gli anziani e i malati. E come sempre, i più colpiti sono i bambini sotto i 5 anni di età che sono vittime del 40% dei casi di malattie di origine alimentare, con 125.000 decessi ogni anno.

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C.Alessandro Mauceri

C.Alessandro Mauceri

Sono nato a Palermo, città al centro del Mediterraneo, e la cultura mediterranea è da sempre parte di me. Amo viaggiare, esplorare la natura e capire il punto di vista della gente e il loro modus vivendi (anche quando è diverso dal mio). Quello che vedo, mi piace raccontarlo con la macchina fotografica o con la penna. Per questo scrivo, da sempre: lo facevo da ragazzino (i miei primi “articoli” risalgono a quando ero ancora scolaro e dei giornalisti de L’Ora mi chiesero di raccontare qualcosa). Che si tratti di un libro, uno studio di settore o un articolo, raramente mi limito a riportare una notizia: preferisco scavare a fondo e cercare, supportato da numeri e fatti, quello che c’è dietro. Poi, raccontarlo.

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