Datemi un giorno e il Mondo ne farà un giorno d’Amore. Quella data è nota in tutto il pianeta e chi lo sa, forse anche oltre i suoi confini: è San Valentino, il giorno delle frecce che scocca un tenero Cupido alla volta di ignari sconosciuti, un attimo dopo innamorati perdutamente. Tralasciando che la leggenda di Cupido e soprattutto di San Valentino narra ben altro, in questo giorno così speciale vale davvero la pena descrivere non ciò che l’Amore è ma ciò che l’Amore non è e non sarà mai. Lo sanno bene le donne che ci sono passate, lo sa chi non può alzare lo sguardo o la voce pena, nel migliore dei casi, di un lite furibonda, nel peggiore di violenze fisiche e la morte, quando al peggio una mano di uomo mette fine nel più atroce dei modi. Ma l’Amore non è nemmeno quello che si fa ai danni di chi è diverso, di chi non è “normale” o di chi è troppo straordinario per essere capito. E in Italia lo stanno capendo milioni di telespettatori, incollati ad una TV per capire la storia di Mia Martini, uccisa per sua mano, certo ma di una mana armata da chi non ne ha saputo cogliere la grandezza e così ne ha calpestato la dignità. Succede quando donne troppo fragili non sanno difendere i propri figli da compagni patrigni che diventano mostri. Succede ogni giorno e ogni giorno bisognerebbe sgranare un po’ di più gli occhi per poter guardare cosa non è e non sarà mai Amore…
Non è palese, non lo vedi subito e non lo vedi nemmeno se guardi meglio.
Quasi sempre te ne accorgi con un ritardo spaventoso.
Ti sembrano piccole cose all’inizio, che ti preoccupano un po’ magari ma poi LUI le minimizza, le fa sembrare normali, ti rassicura.
In effetti sono piccole cose:
un telefonino nuovo con una nuova scheda e un nuovo numero (wow! Che bello che è, di ultima generazione!); i commenti un po’ sprezzanti su tutti i tuoi amici (ma è solo un po’ di gelosia, che vuoi che sia di male?); il volerti vedere, sempre, e sempre da soli (beh, su, tra fidanzati ci sta!).
E poi quel parlar male della tua famiglia (ma chi è che ha sto rapporto idilliaco coi suoceri?); il venirti a prendere, sempre e ovunque (un autista personale: il sogno di ogni donna!); quel continuo sottolineare la possessione, il fatto di essere SUA, e sua soltanto (dai, questo lo fanno tutti: questo è Amore!); il comprarti i vestiti che piacciono a LUI, gli accessori che piacciono a LUI, volerti come piace a LUI (oltre ad autista, anche personal shopper: un miracolo!); quel senso di impotenza alle sue scenate di pazza gelosia (l’Amore non è bello se non è litigarello!).
E poi ancora, le accuse sempre infondate (la gelosia fa brutti scherzi, lo sappiamo); le tue amiche sempre sbagliate (forse ha quasi ragione…); il lavoro che non fa per te, perché hai a che fare con troppe persone, con troppi uomini, con troppe mani e troppi occhi altrui (sì, in ufficio in effetti c’è folla); il tuo stomaco chiuso dal nervoso (a chi non fa piacere un po’ di dieta!); le scenate se non rispondi subito al telefono (si era solo preoccupato…); la tua paura a dirgli che sei con un uomo, foss’anche un amico, un collega o tuo cugino, perché LUI potrebbe accusarti di averlo salutato con troppa enfasi, anche se è tuo cugino (…); la tua precisione nell’evitare amici, famiglia, persino il tuo fratellino e chiunque non sia lui. E infine, non esci di casa senza LUI; LUI decide, LUI si arrabbia, LUI urla, LUI ti dice cose assurde, LUI fa congetture inimmaginabili. E allora sbotti, ti arrabbi anche tu, lo lasci o almeno di provi perché LUI non te lo permette. Ed è allora che LUI torna in sé, che LUI ti chiede perdono, che LUI ti giura di amarti, che LUI ammette le sue colpe e ammette anche che senza di te non può vivere. E tu ti calmi, sospiri, pensi che in fondo anche tu hai esagerato. E poi LUI ti ama. E anche tu lo ami e che vuoi che sia un po’ di gelosia, seppur ossessiva, esasperante, di quelle che ti fanno attorno terra bruciata tanto che nemmeno con i tuoi genitori parli più, perché loro non vogliono LUI? In fondo, LUI ha bisogno di te. E tu puoi cambiarlo, tu puoi salvarlo.
Finché non arrivi al fondo, finché i tuoi mal di testa sono la norma e il tuo peso è oramai un pericoloso sottopeso, finché ti rendi conto che le uniche telefonate sono quelle che fai a LUI e che da LUI ricevi, finché non tocchi appunto il fondo.
Ed è allora che puoi uscirne.
Dopo circa 14 mesi, 8 i peggiori, perché si sa, i primi 6 LUI li usa per farti innamorare o meglio, per fartelo credere, perché no, non è quello l’Amore, e no, non c’era niente da salvare, se non te stessa.
E dopo quasi di 10 anni guardando indietro vedi ciò che 10 anni fa hai pensato fosse normale, prima di salvarti e capire che non c’è bisogno di uno schiaffo per subire l’atroce violenza da quello che credevi un uomo e che invece, è peggio di una bestia.