“San Valentino, la festa di ogni cretino, che crede di essere amato e invece è soltanto fregato”. Ecco, io con questa filastrocca particolarmente sentita e conosciuta nelle terre di Partenope maternità, ci sono cresciuta. Era una specie di facile scioglilingua, usato da noi ragazzini tra i 6 e i 14 anni, da tutti, maschietti e femminucce, quando dell’Amore sapevamo talmente poco che potevamo farcene beffa a piacimento.
Chiariamo, giusto per far tornare i conti: dunque, io 6-14 anni, ce li avevo quasi 30-22 anni fa. Tanto per ricordare che due decenni or sono non saperne nulla di relazioni amorose e derivati era la norma, non l’eccezione. Era il tempo che se prima dell’esame di terza media (13 anni) avevi dato il primo bacio, eri di quelli avanti, di quelli d’esperienza, di quelli che poi millantavano racconti appassionati che Laguna Blu al confronto era il Vangelo secondo Matteo, per farla breve. E tutto questo per un solo, unico, casto e impacciato bacio a fior di labbra. Uno, di numero, con la ragazzina o il ragazzino, a seconda, che faceva accelerare il battito cardiaco a ritmi da necessità di un defibrillatore che solo in una partita di Champions Real Madrid-Napoli, se ne vedono di simili… e tutto questo solo sorridendoti.
Ecco, io sono cresciuta così. Con quella filastrocca dell’inizio che prendeva in giro l’Amor che nullo amato dantesco, l’Odi et Amo catulliano, l’Amor romantico petrarchesco. “San Valentino, la festa di ogni cretino, che crede di essere amato e invece è soltanto fregato”. Eccola qui la beffa ingenua, bambinesca ma così profondamente vera dell’Amore. Che rivela in un gioco di parole in rima l’inganno del sentimento, di chi il 14 febbraio festeggia ignaro una ricorrenza mendacea, di chi crede di essere ricambiato nell’Amore ma che invece da quell’Amore resterà solo profondamente deluso. Fregato, ecco. Io con questa filastrocca ci sono cresciuta e credo di averla fatta talmente mia da finire col crederci, e smettere di credere alla leggenda letteraria e romantica di Cupido e le sue frecce, scagliate in direzione di chi era poi destinato ad amarsi.
Che poi non ci prende mai, sto Cupido, va detto. Ed era facile, quasi scontato immaginare che crescere a pane e sberleffo dell’Amore le sue conseguenze pure le avrebbe avute. Ora, val ben la pena precisare che l’idea di Amore nel XXI secolo è antipodica rispetto alla shakespeariana di idea: oggi ci si conosce su Messenger, ci si vive su Whatsapp, ci si tradisce su Instagram e ci si lascia su Facebook, e quindi, pur volendo è difficile pensare che quella filastrocca sia solo una sciocca canzoncina per bambini. Anzi. Nulla di personale, però, davvero: il frutto di quella nenia per me è stato un libro (Single per legittima difesa, AlessandroPolidoroEditore, 2015), nato per caso più che per intenzione, per raccontare l’approccio del maschio “moderno”, che fa rimpiangere con lacrime amare il principe azzurro delle fiabe da bambina. Ma davvero, nulla di personale: lungi da me beffare gli innamorati e il loro amore. Voglio dire, ad avercene. Se è vero però che se ne ha. E ripenso alla canzoncina: “San Valentino, la festa di ogni cretino, che crede di essere amato e invece è soltanto fregato”.
Ok, ora chiudete gli occhi, respirate, ricordate e poi ditemi se non lo avete mai pensato d’essere voi gli unici ad amare in un rapporto a due, di essere voi quelli rimasti “fregati”. Fate per un attimo mente locale… Fatta? Come immaginavo, vi è successo. E allora, rileggetevi la filastrocca. Ora chi beffeggia chi? Io che vi ricordo il caposaldo infantile racchiuso in quella canzoncina, o voi, quando calpestandolo vi fate beffa dell’Amore? Di quello vero, non quello dei messaggini inviati e cancellati, dei letti sconosciuti in cui “vi sentite più sinceri”? Chi? Ecco, la risposta l’abbiamo capita. Ma attenzione: lungi dalla sottoscritta infangare opera e virtù dell’antico e nobile sentimento, ci mancherebbe altro. Anzi. Io l’Amore ve lo auguro, altroché: oggi a San Valentino vi auguro l’Amore. Ma attenzione, non quello dei baci Perugina, ma quello dei baci veri.
Quello che esiste, e che non vi fa essere single per legittima difesa ma in coppia, per legittimo amore. Ecco, vi auguro questo, vi auguro di festeggiare questo oggi. Questo e questo solo però.
Però facit’ambress a festeggià, che poi domani (15 febbraio) sarà tempo di un altro Amore, vero, puro e incondizionato: l’Amore per il calcio, di una città, Napoli, che si fermerà ad amare. Domani sarà tempo di Real Madrid-Napoli!