La ricerca sulle cellule staminali da sempre fonte di polemiche etico-giuridiche, focalizza l’attenzione dei ricercatori che, a tutt’oggi, non riescono ad esercitare un reale controllo sui protocolli sperimentali clinici.
Prima di scoprire di più di questo affascinante tema occorre precisare che le staminali si distinguono in somatiche o cellule adulte che possono essere ottenute da feti abortiti, embrioni generati da fecondazione artificiale in vitro, da sangue, tessuti adiposi, ecc. e da cellule embrionali.
Le somatiche, poi, possono essere, a loro volta, oggetto di manipolazione artificiale e di riprogrammazione in vitro, giungendo così a presentarsi in uno stadio molto simile a quello embrionale. Questa osservazione, è stata di grandissima rilevanza scientifica al punto da determinare l’assegnazione del premio Nobel per la medicina al professor Shinya Yamanaka dell’Università di Kyoto.
Le staminali embrionali e le somatiche riprogrammate secondo il protocollo del professor Yamanaka sono in grado, infatti, di rigenerare tutti i tipi di tessuti in vitro ed in vivo, a differenza delle cellule staminali adulte, che riescono unicamente a rigenerare il loro tessuto di provenienza.
Attualmente, l’unico tipo di intervento efficace nel settore della medicina rigenerativa è il trapianto di cellule staminali ematopoietiche per la ricostituzione del sistema sanguigno. Tutte le altre modalità di trapianti per rigenerazione di tessuti sono ancora alla stadio di sperimentazione clinica.
Le staminali, infatti, presentano una serie di problemi dal momento che non sempre sopravvivono all’impianto; non sempre generano un tessuto che si integri fisiologicamente nell’organo; possono generare tumori, così come un diverso genere di tessuto all’interno dell’organo (per esempio un frammento osseo nel cervello).
Emerge urgente la necessità che la ricerca possa svolgere il proprio percorso nel rispetto di regole precise.
In Italia, la legge n. 40/2004 ha sancito il divieto di qualunque sperimentazione sulle staminali embrionali, incluso il prelievo dalle blastocisti sovrannumerarie derivate da protocolli di fecondazione assistita antecedenti alla legge. La legislatura britannica, invece, ha legalizzato la ricerca sulle cellule staminali embrionali entro il quattordicesimo giorno di vita dal momento che prima delle due settimane di vita l’embrione non ha ancora una polarità cranio-caudale e non si è ancora sviluppato il tessuto nervoso. Un’idea di sperimentazione, equilibrata, che non blocca la ricerca scientifica, stabilendo precise regole etiche.
L’augurio è che il nuovo anno ci riservi delle importanti realtà per quanti aspettano una cura efficace per le malattie neurodegenerative del sistema nervoso così come quelle cardiovascolari. A tutti i lettori auguro un fantastico 2015!