Recentemente c’è stata una diatriba, che tuttora continua, tra Stati Uniti e Russia per la questione Ucraina. La diatriba è arrivata al punto che Putin ha negato l’uso dei motori per razzi RD-180 che dovevano equipaggiare i lanciatori americani, almeno fino alla realizzazione dei nuovi motori USA. Questo gesto potrebbe ritardare l’invio degli astronauti su Marte.
Non è dello stesso parere Elon Musk CEO di Space X che è un fan dell’esplorazione marziana. In un’intervista ha dichiarato che Marte sarà raggiungibile entro 10-12 anni, purché i lanci siano frequenti e milioni di persone e tonnellate di carico siano lanciate. Ha aggiunto che è necessario sviluppare un veicolo molto più largo di quelli attuali, in modo che sia assimilabile a sistema di trasporto per la conquista di Marte, analoga a quello che fu fatto con la colonizzazione degli Stati Uniti. Questo ovviamente richiede dei razzi molto più grandi di quelli attuali, rendendo il razzo Apollo che ha raggiunto la luna, un piccolo razzo. Inoltre egli aggiunge che questa tecnologia ridurrebbe la dipendenza dai lanciatori Russi Soyuz. Space X sarebbe pronto entro due anni. Le altre compagnie americane, pronte a entrare nel settore sono Sierra Nevada e Boeing.
In risposta l’astronauta canadese Robert Thirsk ha dichiarato che la colonizzazione umana di Marte è un suicidio. Thirsk ha passato 240 giorni sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), dove ha speso parecchio tempo a riparare gli apparati dell’ISS. Egli ha aggiunto che è veramente infantile pensare di colonizzare Marte con le attuali tecnologie. Nonostante questo duecento persone si sono già prenotate per un viaggio senza ritorno su Marte.
Come stanno le cose? In un recente articolo M. Bizzarri, oncologo ed esperto di medicina spaziale, e altri colleghi hanno analizzato le prospettive di un viaggio su Marte ed hanno concluso che con le attuali tecnologie il viaggio su Marte è un vero e proprio suicidio. I loro argomenti sono basati su tre capisaldi: 1) il cambiamento delle forze (gravità elettromagnetiche, etc.) che regolano l’organizzazione del corpo umano, dalle cellule agli organi; 2) l’esposizione ai raggi cosmici 3) i problemi psicociali che sorgono per effetto del lungo confinamento in zona ostile, non dimentichiamo che un viaggio con permanenza su Marte e ritorno dovrebbe durare almeno due anni e mezzo.
Nonostante la lunga sperimentazione fatta con la ISS siamo ancora agli albori della medicina spaziale: per ora si conoscono degli effetti a breve termine, che solo in parte sono reversibili, che colpiscono i muscoli, le ossa, il cuore. La sperimentazione sulle cellule ad esempio è iniziata da poco e ancora non si ha una cognizione di come si comporteranno in un ambiente ostile e per lungo tempo, come quello dello spazio esterno alla Terra. Mancano comunque le contromisure per contrastare la mancanza di gravità o per bloccare del tutto i raggi cosmici, anche se sono state fatte delle proposte interessanti. Il problema è che queste proposte tendono ad appesantire il lanciatore e la navicella che dovrebbe raggiungere Marte e poi tornare indietro, ammesso e non concesso che nel frattempo si sia costruita una piattaforma marziana adatta alla vita, per lungo tempo, dell’uomo.
La nostra generazione, quella che ha letto i libri di Arthur Clarke ed ha visto il film di Stanley Kubrick, Odissea nello spazio, ha avuto uno spaccato realistico di come la vita nello spazio potrebbe essere. La Giostra gigante che ruotava attorno alla stazione spaziale era un esempio di come ricreare la gravità terrestre, i vestiti e le pareti delle stanze erano a prova di raggi cosmici. Quello era possibile attraverso i set cinematografici, ma per ricrearli nella realtà manca la tecnologia, nonostante il sogno di Elon Musk. Inoltre l’essere umano è ancora poco conosciuto, nuove malattie, come ad esempio quello autoimmuni, stanno diventando malattie di massa, mentre una volta erano considerate malattie rare. La ricerca spaziale, in particolare la medicina spaziale, può dare un grosso contributo alla comprensione di queste e altre malattie, ma da lì a dire che tra dieci anni conquisteremo Marte con colonie umane mi sembra ingenuo. Semmai lo sforzo dovrebbe essere per un nuovo rinascimento delle idee a favore della persona e in questo l’attività spaziale può essere in prima linea.