Oggi, per Papa Francesco, è stato il giorno della Messa in Coena Domini, quella che si celebra nelle ore serali del giovedì santo per ricordare l’ultima cena di Gesù con i suoi apostoli.
Questa volta, però, non è stata una ricorrenza come le altre e, alla Basilica di San Pietro, Bergoglio non si è presentato. Ha preferito un altro luogo, dimesso e persino inaspettato: la casa di Angelo Becciu, più nello specifico la cappella privata all’interno del palazzo dell’ex San’Uffizio.
Una scelta, quello del Santo Padre, che ha una fortissima valenza simbolica per le relazioni interne alle mura vaticane. Becciu era stato sollevato dall’incarico di cardinale lo scorso settembre proprio da Francesco, che dopo aver letto un articolo dell’Espresso era venuto a conoscenza di un presunto peculato del porporato sardo.

Sulla faccenda, dopo mesi di silenzio stampa, si erano riaccesi i riflettori e, scavando un poi più a fondo, molti particolari facevano sospettare che attorno alla figura di Becciu potesse circolare un complotto dai contorni ben definiti.
Oggi, è il Papa in persona a lanciare un messaggio, con un gesto che ha del clamoroso. “Era contento ed emozionato – racconta Tonio Becciu, fratello del cardinale – mio fratello mi ha chiamato al telefono per darmi la buona notizia, ci teneva a comunicarcelo personalmente. Sua Santità è andato nel pomeriggio nel suo appartamento e hanno celebrato insieme la Coena Domini. Siamo tutti molto contenti. È davvero una bella cosa”.
Una mossa che assume ancor più valore se si pensa a come, negli anni, Francesco abbia voluto trascorrere il giovedì santo. Dal 2013 ad oggi, ha sempre scelto di non rimanere tra le confortevoli colonne del Bernini, ma di spostarsi in mezzo agli ultimi. Prima con i disabili, poi con le persone malate e persino con i detenuti. Insomma, gli uomini e le donne più fragili.

Non è quindi un caso che questa volta, come compagnia, sia stata pensata proprio quella di Becciu, che tra le pedine della Santa Sede è senza dubbio la più gracile. Tempo fa, durante un’omelia, il Papa aveva chiesto chiesto di avere comprensione per “gli apostoli che sbandano”. Sono passati vari mesi e adesso Becciu, che a fine estate veniva descritto come colpevole dei peggiori peccati, oggi viene indicato dal Pontefice come figura con cui passare una delle liturgie più importanti dell’anno: quella del giovedì antecedente alla Pasqua.
“Gesù non si arrabbia – ha ricordato Francesco – ma con pazienza educa gli apostoli a seguirlo su quella strada che lo porterà a Gerusalemme e alla morte in croce”. Sembra proprio che Becciu, a quel ruolo di apostolo, sia stato riabilitato.