A pochi mesi dall’apertura sulle unioni civili gay, in cui Papa Francesco sembrava rivedere le posizioni storiche della Santa Sede affermando che «Le persone omosessuali sono figli di Dio e hanno il diritto di essere una famiglia», in una nota esplicativa diffusa dalla sala stampa vaticana, la Congregazione per la Dottrina della Fede risponde negativamente ad una serie di quesiti provenienti da tutto il mondo circa la benedizione delle unioni di persone dello stesso sesso.
Chi si aspettava una svolta progressista di Bergoglio rimarrà deluso. Il Papa, quindi, torna sui suoi passi e blocca le richieste dei vescovi tedeschi che hanno dato seguito alle sue precedenti dichiarazioni? Pare di sì. Sul fatto che abbia concesso il suo assenso non c’è alcun dubbio. C’è il suo nome sulla nota esplicativa insieme a quello del cardinal Luis Ladaria, prefetto dell’ex Sant’Uffizio, e dell’arcivescovo Giacomo Morandi, segretario dell’organismo. Sulla nota è specificato che Bergoglio “nel corso di un’udienza concessa al sottoscritto Segretario della Congregazione, è stato informato e ha dato il suo assenso”.
I sacerdoti non potranno pertanto benedire le coppie omosessuali che chiedono di essere riconosciute dalla Chiesa.
“La benedizione, in qualsiasi forma essa sia, non può essere impartita in nessun modo ad una situazione segnata dal peccato. Quando si invoca una benedizione su alcune relazioni umane occorre che ciò che viene benedetto sia oggettivamente e positivamente ordinato a ricevere e ad esprimere la grazia, in funzione dei disegni di Dio iscritti nella Creazione e pienamente rivelati da Cristo Signore”, riporta scritto il documento che ha alzato un vespaio in tutto il mondo occidentale. “Sono compatibili con l’essenza della benedizione impartita dalla Chiesa solo quelle realtà che sono di per sé ordinate a servire quei disegni”, ed ovviamente per quei disegni si intendono un uomo e una donna uniti dal vincolo del matrimonio, aperto alla vita ed alla procreazione.
“Si ama il peccatore”, aggiunge la Congregazione per la Dottrina della Fede, “ma questo mica vuol dire che si giustifichi ciò che resta un peccato. Perché la Chiesa non benedice né può benedire il peccato: benedice l’uomo peccatore, affinché riconosca di essere parte del suo disegno d’amore e si lasci cambiare da Lui”.
Un peccato, dunque. Come peccato è l’atto mafioso condannato sempre da Francesco durante la scorsa “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie”, la ricorrenza annuale, istituzionalizzata nel 2017, volta all’impegno di associazioni, scuole e realtà sociali per contrastare il criminale modus operandi. Qui, Bergoglio è tornato a puntare il dito “contro queste strutture di peccato, contrarie al Vangelo di Cristo, che scambiano la fede con l’idolatria”. Ed infatti, fino a qualche anno fa, la Chiesa condannava i delitti mafiosi, ma gli uomini di mafia erano comunque ammessi alla Comunione.
Ciò non “esclude che vengano impartite benedizioni a singole persone con inclinazione omosessuale”, ma a condizione che “manifestino la volontà di vivere in fedeltà ai disegni rivelati di Dio così come proposti dall’insegnamento ecclesiale”, continua la nota.
Un conto è quindi parlare di volontà di accoglienza delle persone omosessuali in un percorso di crescita nella fede, affinché possano comprendere e realizzare pienamente la volontà di Dio nella loro vita, un altro è impartire una benedizione a relazioni che implicano una prassi sessuale fuori dal matrimonio.
“A livello semantico c’è stata un’apertura, Papa Francesco è stato il primo papa a utilizzare la parola gay”, dichiara Andrea Rubera, portavoce dell’Associazione Cammini di Speranza che si propone come ponte fra la Chiesa e le persone Lgbt. “Il cristianesimo si basa sul concetto di vivere la fede in comunità. Il fatto che una persona omosessuale possa essere benedetta, ma una coppia no è per me un passo falso”.
La dichiarazione di illiceità delle benedizioni di unioni gay sembra aver evidenziato una Chiesa ormai scissa, divisa tra la comunità cristiana che guarda avanti e quella rimasta ferma all’epoca di Giordano Bruno, che la Congregazione l’ha conosciuta quando si chiamava ancora Santa Inquisizione.
How can the Vatican refuse to bless gay marriages because they “are sin”, yet happily make a profit from investing millions in “Rocketman” – a film which celebrates my finding happiness from my marriage to David?? #hypocrisy@VaticanNews @Pontifex pic.twitter.com/sURtrWB6Nd
— Elton John (@eltonofficial) March 15, 2021
Dure le reazioni da tutto il mondo. Elton John, esponente più in vista della comunità Lgbt internazionale, ha scritto su Twitter: “Come può il Vaticano rifiutarsi di benedire i matrimoni gay perché ‘sono peccato’, ma trarre felicemente profitto investendo milioni in ‘Rocketman’ – un film che celebra la mia scoperta della felicità grazie al mio matrimonio con David?”. Secondo la superstar britannica, infatti, la Santa Sede avrebbe investito 4 milioni di dollari per finanziare pellicole cinematografiche tra cui ‘Rocketman’, film che ha incassato quasi 200 milioni di dollari.
Amen, e benediciamo i soldi, risponderebbe qualcuno.