In un film documentario del regista americano di origine russa, Evgeny Afineevsky, intitolato “Francesco” e proiettato il 21 ottobre alla Festa di Roma, il Papa dice che le persone omosessuali dovrebbero essere protette dalle leggi sulle unioni civili.
Nel film Francesco, inquadrato in primo piano, dice le seguenti parole: “Le persone omosessuali hanno il diritto di essere in una famiglia. Sono figli di Dio e hanno diritto a una famiglia. Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo. Ciò che dobbiamo creare è una legge sulle unioni civili. In questo modo sono coperti legalmente. Mi sono battuto per questo”. I media di tutto il mondo hanno sparato titoli in prima pagina su una presunta apertura del Papa ai matrimoni tra gay e sono stati riportati i commenti di esperti, personalità del mondo cattolico e membri della comunità LGBTQ+, che hanno espresso opinioni a favore o contro l’operato del Papa.
In realtà, nell’intervista originale da cui provengono le immagini con le dichiarazioni usate nel film, il papa non ha detto le ultime tre di queste sei frasi in conclusione del paragrafo in cui parla di omosessuali e le loro famiglie, e non è certo quale fosse il contesto dell’intervista nel punto in cui le avrebbe effettivamente pronunciate. Infatti, ad un esame attento, appare evidente che questo segmento del documentario di Afineevsky sia costituito da immagini “rubate” da una lunga intervista di oltre un’ora che il Papa aveva concesso a Valentina Alazraki, corrispondente romana della tv messicana Televisa, mandate in onda (e reperibile online su YouTube) nel maggio 2019, di cui esiste anche una trascrizione sul sito del Vaticano. Inoltre, in “Francesco”, sono stati montati in modo da sembrare parte di un unico paragrafo due segmenti che chiaramente non lo sono nel filmato originale della Alazraki.
L’intervista di Valentina Alazraki, che aveva già intervistato il Papa alcuni anni prima, verteva su una serie di temi importanti tra cui il femminicidio, le migrazioni e il muro voluto da Trump tra Stati Uniti e Messico, la Cina, il traffico di droga ed alcuni noti casi di abusi sessuali su minori da parte di personalità del clero. Nella trascrizione del punto specifico (intorno al minuto 56 del filmato disponibile su YouTube), in cui la discussione verte sul posto del figlio omosessuale in una famiglia eterosessuale, si legge:
Intervistatrice: “Forse c’è un altro tema che attira l’attenzione e che credo sarebbe bene spiegare. È il suo relazionarsi con le persone che vivono situazioni che prima si chiamavano ‘irregolari’, diciamo così. Le faccio un esempio. Quando lei ha ricevuto a Santa Marta un transessuale spagnolo con il suo compagno e, chiaro, quelle persone sono uscite da Santa Marta dicendo che lei le ha abbracciate, le ha benedette, ha detto che Dio le ama. Poi una donna argentina divorziata l’ha chiamata al telefono e ha poi riferito: ‘Il Papa ha detto che posso fare la comunione’ e, chiaro, i fedeli, in un caso e nell’altro, vanno dai sacerdoti e dicono: ‘il Papa mi ha detto che va tutto bene e che posso fare la comunione’. E i sacerdoti si mettono le mani nei capelli e dicono: ‘e ora che faccio?’, perché la dottrina non è cambiata. Allora, come gestisce lei questa situazione?”
Risposta: “A volte la gente per l’entusiasmo di essere ricevuta dice più cose di quelle che ha detto il Papa, non lo dimentichiamo”
Intervistatrice: “È un rischio che lei corre…”
Risposta: “Chiaramente, un rischio. Ma tutti sono figli di Dio. Tutti. E io non posso scartare nessuno. Se devo fare attenzione a chi gioca sporco, a chi mi tende un tranello, devo far attenzione. Ma scartare, no. Non posso nemmeno dire a una persona che la sua condotta è in sintonia con quanto la Chiesa vuole, non posso farlo. Ma devo dirle la verità: ‘sei figlio di Dio e Dio ti ama così, ora, veditela con Dio’. Io non ho diritto di dire a nessuno che non è figlio di Dio perché non sarebbe la verità. E non posso dire a qualcuno che Dio non lo ama perché Dio ama tutti, ha amato persino Giuda. Ovviamente questi sono casi limite. Ciò che ho detto a quella signora, non lo ricordo bene, ma le devo aver detto sicuramente: ‘guardi, in Amoris laetitia c’è quello che lei deve fare, parli con un sacerdote, e con lui cerchi’”
Intervistatrice: “Un cammino…”
Risposta: “Un cammino, apro un cammino. Ma faccio molta attenzione a dire ‘lei può fare o meno la comunione’ a dodicimila chilometri di distanza, sarebbe un atto d’irresponsabilità. E inoltre sarebbe cadere nella casistica, posso o non posso, cosa che non accetto. È un processo d’integrazione nella Chiesa. Se tutti noi pensassimo che le persone che stanno in situazioni irregolari… non facciamolo, non mi piace”
Intervistatrice: “Sì, è una parola che lei detesta, e anch’io, ma per capirci”
Risposta: “Se ci convincessimo che sono figli di Dio, la cosa cambierebbe abbastanza. Mi hanno fatto una domanda durante il volo — dopo mi sono arrabbiato, mi sono arrabbiato perché un giornale l’ha riportata — sull’integrazione familiare delle persone con orientamento omosessuale. Io ho detto: le persone omosessuali hanno diritto a stare nella famiglia, le persone con un orientamento omosessuale hanno diritto a stare nella famiglia e i genitori hanno diritto a riconoscere quel figlio come omosessuale, quella figlia come omosessuale, non si può scacciare dalla famiglia nessuno né rendergli la vita impossibile. Un’altra cosa che ho detto è: quando si vede qualche segno nei ragazzi che stanno crescendo bisogna mandarli, avrei dovuto dire da un professionista, e invece mi è uscito psichiatra. Titolo di quel giornale: ‘Il Papa manda gli omosessuali dallo psichiatra’. Non è vero! Mi hanno fatto un’altra volta la stessa domanda e ho ripetuto: sono figli di Dio, hanno diritto a una famiglia, e basta. E ho spiegato: mi sono sbagliato a usare quella parola, ma volevo dire questo. Quando notate qualcosa di strano, no, non di strano, qualcosa che è fuori dal comune, non prendete quella parolina per annullare il contesto. Quello che dice è: ha diritto a una famiglia. E questo non vuol dire approvare gli atti omosessuali, tutt’altro”
Intervistatrice: “Sa che succede, che lei molte volte si stacca dal contesto, è anche un vizio della stampa. Quando lei ha detto nel suo primo viaggio quella famosissima frase: ‘chi sono io per giudicare’, lei prima aveva detto: ‘sappiamo già quello che dice il catechismo’. Ciò che succede è che questa prima parte non si ricorda, si ricorda solo: ‘chi sono io per giudicare’. Allora anche questo ha suscitato molte aspettative nella comunità omosessuale mondiale, perché hanno pensato che lei sarebbe andato avanti”
Risposta: “Sì, ho fatto dichiarazioni come questa della famiglia per andare avanti. La dottrina è la stessa, quella dei divorziati è stata riadattata, in linea però con Amoris laetitia, nel capitolo ottavo, che è recuperare la dottrina di San Tommaso, non la casistica”
Intervistatrice: “È questo il problema che a volte si crea”
Risposta: “Lo capisco, ma non quando tolgono una parola dal contesto come con quel ‘psichiatra’, non ne avete il diritto. Ed è strano, mi hanno raccontato che è stata una persona non credente a difendermi. Ha detto una cosa mai sentita prima, che la frase ‘veda uno psichiatra”’era un lapsus linguae”
Intervistatrice: “Papa Francesco, c’è una cosa che richiama la mia attenzione. Alcuni suoi conoscenti quando viveva in Argentina dicono che lei era conservatore, per usare sempre categorie, diciamo, nella dottrina”
Risposta: “Sono conservatore”
Intervistatrice: “Lei ha fatto tutta una battaglia sui matrimoni con persone dello stesso sesso in Argentina. E poi dicono che è venuto qui, è stato eletto Papa e ora sembra molto più liberale di quanto lo fosse in Argentina. Si riconosce in questa descrizione che fanno alcune persone che l’hanno conosciuta prima, o è stata la grazia dello Spirito Santo che le ha dato di più? [ride]
Risposta: “La grazia dello Spirito Santo esiste, certo. Io ho sempre difeso la dottrina. Ed è curioso, nella legge sul matrimonio omosessuale… è un’incongruenza parlare di matrimonio omosessuale”
Intervistatrice: “Allora non è vero che prima era una cosa e ora un’altra”
Risposta: “No, prima ero una cosa e ora sono un’altra, è vero”
Intervistatrice: “Sì, perché ora è Papa”
Risposta: “No, perché confido nel fatto che sono cresciuto un po’, che mi sono santificato un po’ di più. Si cambia nella vita. Che ho ampliato i criteri, può essere, che vedendo i problemi mondiali ho avuto più coscienza di certe cose di quanta ne avessi prima. No, credo che in tal senso ci sono cambiamenti, sì. Ma, conservatore… sono tutte e due le cose”

Nel filmato dell’intervista, questo segmento non contiene tagli e non contiene il paragrafo che c’è nel documentario con le seguenti tre frasi; “Ciò che dobbiamo creare è una legge sulle unioni civili. In questo modo sono coperti legalmente. Mi sono battuto per questo”. In verità, il video con il paragrafo in questione non compare nell’intervista della Alazraki, né nella trascrizione della stessa. È interessante anche sottolineare come, proprio in quel punto dell’intervista per Televisa, il Papa sollecitasse i giornalisti a “non estrapolare parole dal contesto”.
Ciò detto, ripetiamo che nell’intervista originale il Papa dice: “Le persone omosessuali hanno diritto a stare in famiglia, le persone con orientamento omosessuale hanno diritto a stare nella famiglia, e i genitori hanno dovere di riconoscere quel figlio omosessuale, quella figlia omosessuale. Non si può cacciare qualcuno dalla famiglia e rendergli la vita impossibile per questo”. Nel documentario in questa scena viene aggiunto, coprendo lo stacco con una breve clip di sacerdoti che prendono parte a una cerimonia religiosa a Santa Marta, il paragrafo seguente: “Ciò che dobbiamo creare è una legge sulle unioni civili. In questo modo sono coperti legalmente. Mi sono battuto per questo”.
È molto probabile che l’inserto contenente il paragrafo mancante nell’intervista della Alazraki provenga dal punto dove Papa Francesco dice: “Ho sempre difeso la dottrina. È curioso, per quanto riguarda la legge sul “matrimonio omosessuale”, è incongruo parlare di “matrimonio” omosessuale”. Nel video la giornalista cilena gli pone allora una domanda, ma la citazione aggiunta del documentario “Francesco” con ogni probabilità è stata presa proprio lì, tanto il taglio è visibile, e la frase sembra completare in maniera logica il ragionamento: “Quello che dobbiamo fare è una legge sulla convivenza civile: hanno diritto di essere legalmente tutelati. Io ho difeso questo”. Non è chiaro perché manchi quella frase nel video e nella trascrizione dell’intervista della Alazraki, chi e perché abbia deciso di tagliarlo, e come abbia fatto Afineevsky ad ottenere quel frammento. Non è stato possibile avere un commento al riguardo dalla Alazraki, dal regista americano o dal Vaticano.
Secondo quanto riportato da The Philadelphia Inquirer, il regista Evgeny Afineevsky, che già nel 2009 aveva prodotto un lungometraggio sulla questione dell’inclusione famigliare degli omosessuali in una famiglia giudaica, dopo la première a Roma, ha affermato di stupirsi che “le dichiarazioni del Papa abbiano creato una tale tempesta”, aggiungendo che, secondo lui, Bergoglio non cercava di cambiare la dottrina, ma esprimeva semplicemente la sua convinzione che gli omosessuali dovessero godere dei medesimi diritti degli eterosessuali.
Al di là delle questioni riguardanti il documentario, è importante sottolineare che, riguardo le unioni civili, Papa Francesco non abbia detto niente di nuovo. Infatti, il Pontefice aveva già affrontato la questione delle unioni civili nel 2014, quando era stato intervistato da Ferruccio De Bortoli per il Corriere della Sera, che gli aveva chiesto: “Molti Paesi regolano le unioni civili. È una strada che la Chiesa può comprendere? Ma fino a che punto?” Francesco aveva risposto: “Il matrimonio è fra un uomo e una donna. Gli Stati laici vogliono giustificare le unioni civili per regolare diverse situazioni di convivenza, spinti dall’esigenza di regolare aspetti economici fra le persone, come ad esempio assicurare l’assistenza sanitaria. Si tratta di patti di convivenza di varia natura, di cui non saprei elencare le diverse forme. Bisogna vedere i diversi casi e valutarli nella loro varietà”.
Resta il fatto, evidente nel magistero del Santo Padre, che il matrimonio fra uomo e donna sia un’altra cosa rispetto alle unioni omosessuali. Nel 2017, intervistato dal giornalista francese Dominique Wolton nel libro Politica e Società, il Papa aveva detto: “Chiamiamo le cose con il loro nome. Il matrimonio è tra un uomo e una donna. Questo è il termine preciso. Chiamiamo l’unione tra persone dello stesso sesso unione civile”.
La parola fine a tutte le discussioni l’ha pronunciata Victor Manuel Fernández, arcivescovo di La Plata, in Argentina, rispondendo a chi aveva insinuato che la traduzione dallo spagnolo all’inglese fosse imprecisa. Fernández ha confermato che le parole “Convivencia civil” pronunciate dal papa nell’intervista della Alzaraki possono essere tradotte con “unioni civili”, e ha aggiunto che il Papa la pensa così dai tempi di Buenos Aires.
*Correzione: La televisione Televisa è messicana e non cilena, come invece appariva in una prima versione dell’articolo.