Giovedì 14 aprile, l’elegantissima Miriam Oueslati Khiari, moglie del rappresentante permanente della Tunisia alle Nazioni Unite, ha aperto le porte della sua dimora privata per una colazione a cui hanno partecipato alcune tra le donne più influenti e chic di New York, compresa Yoo Soon Taek, moglie di Ban Ki-Moon, in occasione del lancio negli Stati Uniti del brand di gioielli See Me.
Si tratta di gioielli semplici e raffinati realizzati con tecniche antiche che li rendono unici e speciali. Tecniche recuperate dalle tradizoni di paesi come Tunisia e Libano, applicate poi nella realizzazione di oggetti alla moda che hanno un appeal contemporaneo.

Caterina Occhio, la designer e fondatrice del marchio, ha un lungo passato professionale da manager nelle agenzie legate all’Unione Europea e alle Nazioni Unite, con particolare focus sulla condizione femminile nei Paesi medio orientali e nord africani. Proprio mentre era in Tunisia per studiare nuove strategie di inclusione sociale e di impiego, le è capitato di realizzare il suo primo gioiello.
Passeggiando tra i souk del mercato di Tunisi, è rimasta affascinata dalle tipiche catene a cui sono legati dei cerchi. Così, le è venuta l’idea di chiedere a qualche artigiano locale di realizzare una collana che fosse esattamente come quelle catene tradizionali, ma a cui anziché dei soliti cerchi, fosse appeso un cuore. Non è stato semplice trovare qualcuno che fosse disposto a fare qualcosa che si discostava dalla tradizione, ma Caterina Occhio ce l’ha fatta e si è ritrovata con un gioiello unico che racchiudeva insieme la tradizione artigianale tunisina e qualcosa di nuovo e glamour.
Il suo pezzo unico ha riscosso un tale successo, quando poi è tornata in Europa, da farle realizzare che poteva diventare qualcosa di più e in poco tempo. Caterina Occhio si è quindi reinventata designer, e ha dato vita a una vera e propria linea di gioielli che ruotano tutti attorno alla forma del cuore. Insomma, tutto è nato da un’idea semplice che ha poi acquisito col tempo un forte valore simbolico: spezzare le catene della violenza con l’amore. See me, lo dice il nome stesso, è un brand che ha a che fare con l’apparenza, eppure suggerisce anche di guardare oltre, usando il cuore.
Il brand è nato nel 2013 e da allora ha avuto un grande successo il cui segreto sta nel fatto che si tratta di gioielli che in primo luogo sono belli. Sono oggetti di lusso, realizzati da donne che escono da situazioni di violenza e che trovano, attraverso il lavoro, uno strumento per riscattarsi e ricostruirsi una vita. Un modo per renderle libere, economicamente autonome, forti. Il messaggio è assolutamente positivo e non ha l’ombra pietistica che spesso si trascinano dietro le charities perché, di fatto, non si tratta di vendere prodotti per beneficienza, ma di vendere prodotti che sono alla moda e divertenti.
Ci sono Paesi in cui la violenza sulle donne è ancora lo standard. Secondo i dati delle Nazioni Unite una donna su tre è vittima di violenza, ma questi dati sono basati sul fatto che la maggior parte delle donne che sono vittime di violenza non ne sono nemmeno consapevoli. “Mi è capitato di chiedere a delle donne tunisine se fossero vittime di violenza domestica e mi hanno risposto di no. Quando poi io ho riformulato la domanda, chiedendo loro: quindi non vi è mai capitato che vostro marito tornasse a casa e avesse bevuto un po’ troppo e vi picchiasse? Mi hanno risposto che questo è normale”, dice Caterina Occhio.
Gli oggetti di See me sono un ponte tra le tradizoni artigianali locali e un futuro di riscatto concretamente possibile. E lo sono restando cool. Sono infatti venduti nei più importanti templi della moda europei da Colette a Parigi a Excelsior a Milano e, da questa settimana, sono anche acquistabili sul portale Moda Operandi.
Il progetto di Caterina Occhio, è stato scelto da Evie Evangelou, presidentessa e fondatrice della piattaforma Fashion for Development come primo marchio per la fondazione ModaCARES che si occupa di supportare designer emergenti particolarmente in linea con gli obiettivi di economia sostenibile e di eguaglianza di genere stabiliti dalle Nazioni Unite.
Insomma, anche la moda ha un cuore ed è grande e occasionalmente può presentarsi sotto forma di un braccialetto che fascia l’intero polso deformandosi fino a non sembrare più neanche un cuore e può succedere che una giornalista che va a una presentazione di gioielli, ne resti fatalmente sedotta e si prenda una pausa per fare shopping. D’altronde è per una buona causa.