Il lusso nella società odierna: tra eccellenza ed eccesso. Questo il tema del dibattito che si è tenuto sabato pomeriggio al MAD, il Museum of Arts and Design che si trova a Columbus Circle, nel cuore pulsante di Manhattan.
L’evento, organizzato in collaborazione con La Fondazione NY e moderato dalla corrispondente fashion e luxury del Financial Times, Elizabeth Patron, ha riunito sul palco accademici e imprenditori del settore, per approfondire e discutere il concetto e il ruolo del lusso nella società contemporanea.
Il dibattito è stato introdotto dal direttore del Museum of Arts and Design Glenn Adamson, che ha sottolineato le molteplici sfaccettature dei beni di lusso. Secondo il direttore del MAD, infatti, il luxury non è solo simbolo di benessere, ma anche custodia di tradizioni e dimostrazione di competenze tramandate e accresciute nel corso del tempo, che motivano un forte interesse anche dal punto di vista accademico.
Misha Pinkhasov, esperto internazionale di comunicazione, public policy, mercati finanziari, branding e media, nel suo intervento Luxury of the mind, the mind of luxury, si è soffermato sulla percezione del lusso e sull’interessante alchimia che è sempre intercorsa tra questo e la leadership. Secondo Pinkhasov il lusso è il risultato dello stretto connubio tra alta qualità e straordinario, e in quest’ottica il luxury rappresenta qualcosa che rompe gli schemi e cambia la storia. Dai pantaloni per le donne alla diffusione degli smartphones, quando le abilità creative e le alte competenze danno vita a qualcosa di nuovo, esclusivo, che finisce per cambiare sostanzialmente le abitudini e gli stili, ecco che il lusso non è più solo simbolo di benessere, ma parte attiva della storia.
Misha Pinkhasov è co-autore insieme all’esperta di luxury, apparel e hospitality Rachna Joshi Nair, del libro Real Luxury: how Luxury Brands Can Create Value for the Long Term. Rashna Joshi Nair, sottolinea come il lusso sia qualcosa di molto più complesso della semplice estetica, con un significato sempre diverso a seconda delle differenti percezioni. Infatti, mentre ci sono persone che considerano un lusso comprarsi costose scarpe firmate, per altre è un lusso poter stare senza scarpe in un resort delle Maldive.

Da sinistra: Elizabeth Patron, Elvira di Bona, Rachna Joshi Nair, Alberto Milani, Enrico Libani
Concetto ribadito anche da Elvira di Bona, Ph.D. in Filosofia e Scienze Cognitive, che evidenzia il modo in cui il concetto di lusso cambi profondamente a seconda delle classi sociali, dei punti di vista, dell’età e di altri innumerevoli fattori, e dice: “Anche solamente passare del tempo facendo ciò che vogliamo senza costrizioni di sorta può essere un lusso”.
Il fondatore e presidente de La Fondazione NY, nonché ex direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di New York, Riccardo Viale, ha sottolineato come in questo particolare periodo storico, con la crescita delle diseguaglianze sociali, sia cresciuto anche il livello di attenzione verso la sostenibilità del lusso. Infatti, sia celebrati che controversi nel corso della storia, i beni di lusso rappresentano allo stesso tempo sia memorie di cultura, arte e stili da esporre nei musei come testimonianza del percorso dell’uomo, sia simboli di privilegio. Quindi se da un lato il luxury è un esempio di abilità e artigianato, che spesso porta allo sviluppo di nuovi oggetti e tecniche poi diffuse, dall’altro spinge a porsi domande su valori della società quali successo, benessere, leadership e progresso.
Per Alberto Milani, CEO di Buccellati America, il lusso è fatto di alta qualità ed esclusività, ma anche di educazione alla comprensione del valore e di un’altissima attenzione al servizio del cliente. Ed è proprio la migliore esperienza del lusso che Milani ha intenzione di offrire ai clienti Buccellati che visiteranno il nuovo luxury building di prossima apertura su Madison Avenue.
Enrico Libani, esperto del settore fashion coinvolto nello sviluppo e distribuzione in North America di diversi luxury brand italiani e francesi, tra cui il marchio sartoriale napoletano Cesare Antolini, di cui è diventato partner come co-fondatore e CEO di Cesare Antolini NY.
“Il lusso è sinonimo di alta qualità, tradizione e bellezza, e solitamente ha anche una provenienza geografica specifica, ovvero l’Europa, in particolare Francia e Italia” dice Libani, che, con la Cesare Antolini NY, ha voluto dimostrare che anche per un marchio piccolo, ma di elevata eccellenza, è possibile proporsi al mercato americano aprendo il proprio punto vendita.
“L’eccellenza italiana è apprezzata in tutto il mondo ed è quello su cui l’Italia deve puntare”conclude Libani.
Ha chiuso la discussione l’esperta di luxury marketing e branding, Thomai Serdari, con un riepilogo di tutto ciò che può essere il lusso, ovvero veramente tante cose… Ma in sintesi, tutto può essere concentrato nel semplice connubio tra eccellenza ed eccesso.