Qualche tempo fa abbiamo fatto una lezione di yoga a Tribeca con Ingrid Maenza, e subito dopo le abbiamo rivolto alcune domande perché la sua personalità ci ha colpito e… trasportato.
Da dove vieni? Quali tratti della tua personalità ti hanno fatto arrivare qui?
“Sono Nata ad Alba, pieno centro delle Langhe, la vigilia di Natale del 1986. Ho studiato al liceo Artistico nella mia città; da subito sapevo che nel mio futuro avrei voluto vivere facendo qualcosa che mi piacesse, come tenere una matita in mano e liberare la mia creatività. Ho poi continuato il mio percorso artistico studiando all’accademia di belle Arti di Firenze. Da piccola ero una bambina molto timida e fino alla fine delle superiori mi sono sempre rifugiata nella mia timidezza. Sono cresciuta in una famiglia molto unita. I miei genitori hanno lavorato sempre tanto per permettere a me, mio fratello e mia sorella, una vita serena e semplice.
Credo di aver sempre avuto dentro di me, un’anima solitaria. Nel senso che non mi ha mai spaventato stare da sola e questo mi ha portato a fare tante esperienze. Mia mamma anche ha sempre saputo che non avrebbe potuto tenermi ferma e credo l’abbia capito la prima volta quando sono liberamente partita per i fatti miei per andare a fare quello che nella mia testa era un viaggio emozionante: avevo 3 anni e mi sono allontanata dai miei genitori per andare a vedere uno storico negozio di giocattoli che c’era nella via principale di Alba, i miei ovviamente erano spaventati nel non vedermi attorno a loro, ma io ero felicissima di essere arrivata davanti a quella meravigliosa vetrina. Non credo mi sia nemmeno passato nell’anticamera del cervello che avrei potuto chiedere loro di portarmici (sicuramente avrebbero detto anche di sì), ma per me era una cosa che potevo fare benissimo da sola.
Io adoravo stare con mio fratello! Per me erano i momenti più belli della giornata: tutto con lui era un gioco, con le cose più semplici riuscivamo a creare dei mondi e io ne ero affascinata.
Una delle cose che mi piaceva di più fare con lui erano sicuramente le capanne (smontavamo casa per trovare pezzi da usare per costruirle) e poi i lego!!! Ore ed ore a giocare ai lego! Forse è da lì che nasce la mia creatività, e il lavoro che faccio oggi secondo me arriva da là”.
Che lavoro fai?
“All’università ho studiato grafica, adoro l’arte e per questo ho deciso di studiare a Firenze; c’è città più immersa nell’arte di Firenze? E poi amo la Toscana! Dopo l’accademia avrei voluto continuare i miei studi per specializzarmi in design ma mi è piombata addosso un’occasione più grande e la mia strada è cambiata. Per pagarmi gli studi lavoravo l’estate in Ferrero; facevo i turni nei reparti di confezionamento e nel tempo libero mi portavo avanti con gli esami per prepararmi all’anno accademico successivo.
Fino a quando, appena laureata, mi hanno chiamata proprio dalla Ferrero offrendomi un lavoro nel team di packaging design. La cosa mi sembrava assurda perché ero pronta a dover lottare per trovare un lavoro una volta presa la laurea, e poi perché il lavoro che mi stavano offrendo prevedeva che io viaggiassi tra Alba e Montecarlo e non riuscivo a smettere di chiedermi come fosse possibile dare quell’opportunità a me, ma dopo svariati colloqui, me la diedero!
Ho passato due anni lavorando tra Alba e Montecarlo, facendo in macchina tutte le settimane avanti e indietro, ma non mi è mai pesato…anzi! A me piaceva viaggiare, mi è sempre piaciuto e non credo smetterà mai di piacermi.
Dopo i primi due anni mi hanno poi tenuta fissa ad Alba dove ho lavorato ancora per 4 anni come packaging designer, sempre viaggiando come una trottola, tra viaggi di lavoro e viaggi che organizzavo per conto mio. Sola o in compagnia, ma sempre comunque mai ferma”.
E il salto negli USA?
“Tre anni fa si è aperta una posizione negli Stati Uniti, e senza pensarci un momento ho dato la mia disponibilità. Sapendo che non sarebbe stata una cosa facile, ma consapevole che fosse quello che volevo: ancora una volta viaggiare. Così io e il mio, allora fidanzato, abbiamo affrontato insieme la possibilità di questo trasferimento e deciso che qualsiasi cosa sarebbe successa saremmo rimasti insieme, ovunque nel mondo ma sempre insieme e che avremmo lasciato che il destino ci portasse dove era giusto che andassimo.
Ancora una volta ho affrontato diversi colloqui e sono stata scelta per questa posizione.
Nel maggio del 2019 io e la mia gatta Mitta siamo partite, e un mese dopo ci ha raggiunte Marco. I primi mesi li abbiamo passati in California dove ho lavorato ad una integrazione e ovviamente non siamo stati fermi ma abbiamo girato, visitato, visto tutto quello che potevamo vedere”.
E come hai vissuto la pandemia?
“Nel gennaio 2020 sono tornata a tutti gli effetti in Ferrero e mi hanno trasferita in New Jersey, dove è iniziata una nuova avventura e dove ha preso forma il nuovo USA Packaging Team.
Marco si trovava in Italia in quel periodo in attesa di riprendere un volo e raggiungerci, ma è arrivato il COVID che non ci ha permesso di riunirci. Mi sono ritrovata sola con la mia gatta in un paese che non conoscevo, in una pandemia che non sapevo come gestire, chiusa in un appartamento che ancora non chiamavo casa, e preoccupata per cosa stava succedendo nel mondo. Le giornate era diventate lavoro-TV-letto, e chiamate per sapere come stavano i miei famigliari, i miei amici, il mio fidanzato”.
Hai trovato una soluzione che ti ha portato alla tua seconda carriera, lo yoga. Raccontaci com’è andata.
“Avevo bisogno di trovare qualcosa da fare per non impazzire, e visto che erano già anni che praticavo yoga, ho colto l’occasione per ricominciare e riportarlo nella mia quotidianità. Mi ero ritrovata sola, e sentivo il bisogno di ascoltarmi, e così ripresi.
Nella mia testa iniziò a crearsi la possibilità di insegnare: dopotutto ero a casa, senza molto da fare oltre che lavorare, ero stufa di passare ore davanti alla tv e mi convinsi che stavo facendo una cosa buona per me, investendo tempo, soldi e denaro in una cosa che avrei fatto soprattutto per me stessa ed iniziai convinta che sarei semplicemente cresciuta come studentessa, senza credere di poter a tutti gli effetti insegnare. Presi l’attestato e iniziai ad usare mia sorella e mia cognata come cavie per dare anche loro modo di fare qualcosa a casa durante la pandemia: non mi fermai più! La cosa crebbe e scoprii che mi piaceva creare lezioni, pensare a come potevo rendere la lezione piacevole per loro!
Iniziai appena possibile anche a fare lezioni in persona nei parchi e piano piano conoscevo persone nuove da portare nelle mie classi…”
Come hai volto le restrizioni in un vantaggio?
“Creando una forte presenza online. Rimasi nel 2021 bloccata in Italia per qualche mese, sempre per via del COVID e delle restrizioni che c’erano, e anche lì creai delle classi dove potevo, cercando ambienti rilassanti per poter praticare con chi voleva prendere parte a queste mie lezioni. Ho cercato sempre di mantenere anche le mie classi online, proprio perché amo viaggiare, vorrei dare la possibilità alle persone di venire con me dovunque io sia.
Amo lo yoga perché mi da la possibilità di connettermi con me stessa, perché ogni posizione mi fa conoscere qualcosa del mio corpo di cui non ero a conoscenza, perché posso essere creativa anche in questo campo, e perché mi piace sapere che le persone stanno bene dopo le classi; mi piace creare relax, aiutare a liberare la mente, mi piace poter “coccolare” e guidare nelle pratiche”.
Quali sono le tue asana preferite?
“La mia posizione preferite sono il corvo, le inversioni, l’albero. Tutte quelle posizioni che sfidano l’equilibrio, perché credo che l’equilibrio sia la chiave di tutto! Credo di essere riuscita in qualche modo a creare il mio, tra lavoro seduta ad una scrivania e yoga dove stacco la mente e libero il corpo. Dò tanta importanza all’equilibrio, da lì nascono un sacco di passioni: se c’è qualcosa che prevede equilibrio… la faccio! Yoga… surf… snowboard… le moto… tutto ha un equilibrio e a me piace sentirlo”.
Quali moto?
“Circa 7 anni fa ho deciso di comprarmi una moto, subito dopo aver preso la patente ( prima non avevo nemmeno mai guidato un motorino). Sono andata decisa su l’Harley Davidson, le ho sempre adorate perché mi danno l’idea del viaggio. Col sedere sul sellino sento il vento e osservo cosa succede attorno a me senza essere a velocità eccessive…! I primi anni ho fatto fatica a guidarla… tant’è che ho anche fatto qualche piccolo incidente ridicolo! Ma ora la sento una cosa mia e mi fa sentire bene, libera e in qualche modo crea la stessa connessione che sento nello yoga: con me stessa.
In più è una passione che condivido con mio marito. Sapere che ci capiamo, che alla prima occasione prendiamo le nostre moto e partiamo INSIEME è indescrivibile. Odio fare da passeggera e probabilmente per questo ho deciso di prendere la patente e comprare la moto, ma con lui sono tranquilla e per questo quando non siamo in Italia affittiamo una sola moto e continuiamo a girare il mondo insieme”.
Chi è tuo marito?
“Andavo al liceo con Marco, io innamoratissima, lui il ribelle che mi vedeva timida nel mio angolino. La cotta non mi è mai passata e anni dopo ci siamo incontrati ad un aperitivo di classe: da quel momento non ci siamo più lasciati e quello che era il ragazzo che credevo irraggiungibile e diventato l’uomo che ha attraversato il mondo e ha affrontato mille difficoltà per stare con me. L’uomo che ogni giorno mi è accanto nelle decisioni più assurde e che non so come faccia, ma mi sopporta e supporta”.
Che messaggio vuoi dare alle donne?
“Mi piace l’idea di essere una donna forte e vorrei poter essere un buon esempio e far capire alle donne che possiamo fare tutto come gli uomini! Mi dicevano che l’Harley era da uomo ed era pesante… e più me lo dicevano e più io pensavo… Ah sì? E allora vedrai che la Guido! Ho lavorato i primi anni nel packaging con un team di soli uomini e costantemente volevo dimostrare loro che non ero la ragazzina indifesa e loro a loro volta mi hanno aiutata ad uscire dal guscio. Loro mi hanno appoggiata tantissimo nel prendere la patente e diventare motociclista”.
A chi si rivolgono le tue lezioni? Potranno i lettori della Voce divenire tuoi adepti?
“Le mie lezioni sono rivolte a tutti quelli che hanno voglia di crescere nella pratica con me, a chi vuole viaggiare anche senza muoversi, a chi ha bisogno di ritagliarsi quel piccolo spazio di tempo da dedicarsi e a chi ha voglia di attivare il corpo, spegnere il cervello e lasciarsi guidare nella pratica.
Le lezioni sono online su zoom o di persona a Tribeca (alla palestra @NYLO) e poi in estate farò lezioni di yin yoga al parco al Liberty Park. I lettori possono fin da ora accedere alle lezioni tramite la mia pagina a questo link Instagram: @piccolazingara.
Lì troveranno tutte le informazioni per seguirmi e contattarmi”.