A New York, la variante Omicron ha fatto salire vertiginosamente i casi di coronavirus e ha spento le luci di Broadway, lasciando l’industria di fronte a un’inaspettata ed enorme battuta d’arresto. A gennaio, tanti operatori teatrali sono risultati positivi al coronavirus e molti spettacoli sono stati cancellati all’improvviso, anche quando il pubblico si trovava già seduto in poltrona. Poche esibizioni sono andate in scena, e tutto il ringraziamento va agli swing: i sostituti degli attori e delle attrici delle compagnie, che possono ricoprire fino una dozzina di ruoli, principali o secondari. Figure tanto necessarie, ma raramente celebrate e conosciute: le sole ad assicurare che il sipario si apra sempre e comunque, anche quando circola un virus contagioso come il Covid-19. Insomma, un piccolo esercito di lavoratori salvifici per colleghi e produttori. La pandemia sta cambiando proprio tutto e in qualsiasi campo, nuove figure professionali diventano sempre più indispensabili.

Le importantissime settimane di Natale e Capodanno, su cui i produttori contano per arricchire le loro casse, hanno generato solo $ 40 milioni in questa stagione, in calo rispetto ai $ 99 milioni prima della pandemia. E ora che gli incassi al botteghino sono precipitati, tutte le produzioni sprovvisti di swing sono diventate proattive nell’assicurarsi attori sostitutivi per un’adeguata copertura. Le locandine vengono regolarmente riempite con inserti di cambio cast, che se da una parte identificano le difficoltà del settore, dall’altra hanno permesso di accendere i riflettori sui prodigiosi professionisti “secondari”, senza i quali nei teatri, il più delle volte, calerebbe il buio.
Le storie eroiche abbondano, ma nessuno meglio di La Quet Sharnell Pringle – swing di successo, “che in pochi minuti ha la maestria di indossare un costume, il più delle volte non suo, e di lanciarsi sul palco per ricoprire alcune delle parti più importanti di dozzine di produzioni” – ha saputo raccontare com’è la vita di uno swing e cosa significa rivestire il ruolo di un eroe sottovalutato.
Il tuo è un compito fondamentale e generoso che permette ai tuoi colleghi e a tutto lo spettacolo di poter contare su di te, nei momenti di maggior difficoltà. Come ci si sente ad avere questa responsabilità?
“Sono orgogliosa di essere uno swing. È rassicurante sapere che in teatro si fidano in tanti di me. Non posso negare che a volte è un ruolo umiliante, ma allo stesso tempo è una grande sfida”.
Come vivi l’attesa di non sapere mai quando veramente andrai in scena e cosa succede quando ricevi quella chiamata dell’ultimo minuto?

“Quando mi viene chiesto di esibirmi, con poco preavviso, inizio mentalmente a lavorare sul ruolo della persona che interpreterò. Mio figlio viene subito lasciato alle cure di mia moglie e corro in teatro- i minuti diventano preziosi- dove vengo informata di eventuali aggiornamenti. Cerco di sfruttare al meglio il poco tempo che rimane a disposizione. È stressante, ma lavoro sodo e studio quanto mi è più possibile. La regola è quella di non farmi mai trovare impreparata e nonostante la rispetti il più delle volte: riesco a smettere di essere nervosa? Assolutamente no!”.
La preparazione per uno swing è tutto.
“È fondamentale, così come l’organizzazione mentale delle parti che si ricoprono”.
Come ci si allena per assicurarsi di avere la resistenza vocale e fisica per fare lo spettacolo in un batter d’occhio?
“La mia routine di allenamento per gli spettacoli sono le lezioni di canto e ballo, oltre che cross-training ed esercizi di cardio. Questa combinazione mi aiuta a memorizzare tutti i copioni più velocemente, a mantenere il corpo solido e resistente, ma soprattutto ad essere vocalmente agile per le diverse voci che ricopro. Leggo la sceneggiatura due o tre volte alla settimana, così ho la possibilità di ripercorrere la storia che raccontiamo, fissare le battute, gli accenti e le eventuali modifiche. Poi sono pronta, aspetto solo che il palco mi chiami”.
Lo swing ha uno stile di vita agli estremi. Passi dall’essere annoiato nel backstage, all’essere davvero stressato perché improvvisamente devi entrare nei principali ruoli in un attimo. Come trovi l’equilibrio?
“ Fortunatamente la noia non mi appartiene. L’equilibrio l’ho raggiungo con la meditazione, gli allenamenti, il sonno e bevo tantissima acqua. Queste sono le cose che mi tengono con i piedi per terra”.
Quali sono le tre qualità imprescindibili che uno swing deve avere?
“La qualità più importante è senza dubbio: prove, prove, e poi ancora prove. Poi saper mantenere la forma fisica, mentale e vocale, ma soprattutto la tolleranza. Sono umana, farò sicuramente degli errori, ma l’importante è imparare da loro, nel modo più rapido ed efficiente possibile”.
Quest’anno fai parte della compagnia del musical “Mrs. Doubtfire”. Quanti ruoli ricopri?
“ Otto donne. Tra cui un ruolo principale: Wanda Sellner, la preside, interpretata da Charity Angél Dawson. Che responsabilità, la sento tutta!”.

Come riesci a mantenere e memorizzare otto ruoli diversi nel tuo corpo e nella tua mente?
“Ho dei piccoli trucchi salvifici, che metto in pratica durante i tre spettacoli settimanali: mentre il cast va in scena e si esibisce – di solito sono nel backstage- seguo il suo ritmo, ripeto tutte le battute ad alta voce e ballo la coreografia. Mi concentro sulle parole, e cantare insieme ai protagonisti mi aiuta a calarmi nelle parti, a saperle distinguere e a farle mie”.
Non ti confondi?
“Mi capita molte volte. Di solito puoi sentirmi urlare ad alta voce: “Sono (il nome della protagonista che devo sostituire) stasera!” Lo ripeto più e più volte, e questo mi permette di scivolare facilmente nel ruolo di un’altra persona e di impersonificarla”.
“Mrs Doubtfire “è una commedia d’oro, di un’altra epoca. Lo spettacolo che ha debuttato allo Stephen Sondheim Theatre, con musica e testi dei fratelli Wayne e Karey Kirkpatrick, è stato adattato ai nostri tempi. Cos’è che più ti rappresenta di questo musical?
“Mi connette molto con il mio lato materno, sopratutto per l’aspetto protettivo (cosa non si fa per stare con i propri figli!). Ho visto lo spettacolo un migliaio di volte e ancora piango quando i bambini urlano: Papà!, o quando Miranda Hillard (interpretata da Jenn Gambatese) li abbraccia amorevolmente. Sento immediatamente una connessione.Tocca il tema della famiglia, e io la amo più di ogni altra cosa”.
Quali sono lati positivi e negativi dell’essere uno swing di Broadway?
“Il lato positivo è sicuramente la consapevolezza che gli swing e gli understudies sono i supereroi del teatro, senza di noi lo spettacolo non va in scena. È bello essere vista come un eroe, anche se il più delle volte sono nascosta dietro le quinte e nessuno mi conosce. I lati negativi sono l’attesa e la voglia di volersi esibire che non viene quasi mai appagata, ma anche saper gestire lo stress che comporta un ruolo di secondo ordine”.
In questo periodo il tuo ruolo non è più secondario. Quanto ha cambiato la pandemia il modo di lavorare e come si svolgono le prove?
“Ballare e cantare con la mascherina è dura. Le corde vocali faticano di più, la gola è sempre secca e le mascelle non smettono mai di essere in tensione. Ma la benedico perché mi tiene al sicuro e mi permette di esibirmi. Ho bisogno che il mio corpo funzioni, che sia prestante ai massimi livelli, sempre. E lavoro duramente perché sia così nelle esibizioni.“

Nel tuo sito hai scritto:” la frustrazione nasce dal fatto che l’uguaglianza non è un dato di fatto. La comprensione che essere Young Gifted e Black è più di una semplice canzone di Nina Simone” – Nonostante il tuo ruolo sia vitale per lo spettacolo ti è mai capitato che qualcuno non ti riconoscesse per quello che veramente rivesti e che ti sottostimasse?
“Sono orgogliosa di sapere chi sono. Quando sono fiduciosa e sicura di me, il mio mestiere non ne risente, e questo è abbastanza per annullare qualsiasi cosa. Quello che mi guida è l’eredità che ho dietro le spalle degli artisti, studiosi e leader eccezionali, che mi hanno rappresentata. Voglio essere il meglio che posso: per me , la mia famiglia, ma soprattutto per la generazione futura”.
Gli spettatori si arrabbiano quando la “stella” dello spettacolo è assente e trovano uno swing. Cosa ti senti di dire a tutti questi spettatori per trasformare la loro delusione in entusiasmo?
“Sicuramente non sono la protagonista principale, la mia performance sarà diversa da quella che ti aspetti, ma questo non significa che non possa essere, a suo modo, eccezionale e che non tocchi il tuo cuore”.
Tante brillanti carriere sono nate dopo aver rivestito per molto tempo ruoli secondari. È una professione difficile, è facile sentirsi scoraggiati. La tua voce, portatrice di felicità sul palco, cosa urla a tutti gli swing di Broadway per non arrendersi, e continuare a brillare anche dal backstage?
“Ognuno è una stella e merita la possibilità di brillare”.