Scene di ordinaria routine aziendale. Mattino. Avvio pc, caffè. Meeting, meeting, pranzo. Meeting, meeting, caffè. Slide, slide, slide. Chiusura pc, saluto ai colleghi. Sera. A casa. Stop. Stop davvero.
È di questo stop che vorrei parlarvi questa volta. E della relativa ripartenza.
Ho avuto la fortuna di seguire l’avvio di una start up sospesa fra la terra di Milano, il mare di Cefalù e i cieli d’Oriente e di Dubai. Il mio lavoro è quello di comunicatore, con approccio di coaching: prima ascolto il cliente e il suo desiderio più profondo, poi alleno il team creativo a trasformare la visione in media.
Già, ma quale visione?
“A 45 anni si può immaginare un futuro diverso, mettendo l’esperienza al servizio dell’immaginazione. È quello che ciascuno di noi ha pensato, e lo abbiamo pensato insieme”, dice Alfredo Nocera, che insieme a Giuseppe Marino e Giuseppe Paladino ha fondato Twentyforty.
E la sfida al futuro è già nel nome della società:
“Ci siamo conosciuti quando avevamo vent’anni” -racconta Alfredo- “tra le aule della facoltà di Ingegneria Aerospaziale a Palermo. Dopo la laurea, ciascuno di noi è cresciuto professionalmente, con incarichi manageriali in varie multinazionali. Ci siamo ritrovati a 45 anni con la voglia di rimetterci in gioco, avvertendo che stipendio e benefit da dirigenti d’azienda erano uno scrigno splendido, che però bloccava i nostri sogni”.
” Ci siamo dati appuntamento un giorno a pranzo, a Cefalù” -ricorda Giuseppe Marino- “e da bravi ingegneri abbiamo ordinatamente messo nero su bianco un po’ di spunti. In poco tempo nasceva Twentyforty e nel 2017 prendeva vita Swappy, la nostra idea di futuro, la nostra idea per il futuro”.
Ecco la visione: un mondo sempre più facilmente (e felicemente) in bici. Semplice e impossibile, come tutte le cose possibili. Swappy è una novità mondiale che risolve il problema della ricarica delle biciclette elettriche (e degli scooter).
“Con un’app sullo smartphone trovi il distributore di batterie più vicino a te, cambi batteria e riprendi a pedalare in un attimo. E se hai una bici tradizionale -continua Giuseppe Marino- Twentyforty ti installa il kit di conversione. Perfetto anche per le città più grandi, per il bike sharing, per i rider che consegnano il cibo.
Quando me l’hanno raccontata mi è sembrata la classica cosa scontata solo dopo che l’hai sentita, come una canzone dei Beatles o di Battisti. Ma la visione, perché diventi impresa, è un desiderio profondamente condiviso:
“È una forte spinta verso la città moderna ideale” -riprende Giuseppe Paladino- “sempre più verde e bella, con le edicole di una volta dove puoi fermarti a ritirare la tua batteria elettrica, le panchine curate accanto ai dispenser che restituiscono l’idea di una tecnologia sottile e gentile, e tanta gente in giro e in bici come ad Amsterdam”.
“Partiremo da Milano, città concreta e visionaria come noi. Stiamo definendo gli accordi per piazzare i dispenser di batterie”, dice Alfredo. “E Dopo Milano, altre quattro città europee e poi …oltre oceano”.

Ma il cuore batte forte a Cefalù. Ed è qui che la cosa mi intriga, perché noi siciliani che cresciamo scrutando il mare prima o poi dobbiamo fare ritorno, convinti che proprio in questo viaggio fuori e dentro di noi sia il senso del mare.
“La Sicilia ti seduce e ti strega, ti nutre e ti affama. La ami e la odi, ma ti resta dentro per sempre”, afferma Giuseppe Paladino, che abita a Dubai ed è un giramondo seriale. “Mi sono laureato in fretta, e ho scelto di andare subito a lavorare all’estero. Dopo Austria, Germania, America Latina ed Emirati Arabi, è tempo per me di creare qualcosa in Italia, in Sicilia. In Italia fare innovazione è faticoso ma proprio per questo noi pensiamo che il potenziale sia enorme. Trovare investitori è molto difficile, noi ci abbiamo creduto e abbiamo lavorato tantissimo insieme, passando attraverso prove ed errori e crescendo attraverso il confronto continuo. La nostra battaglia più dura, tuttavia, è contro l’immagine tradizionale del professionista di mezza età in Italia”.
Alfredo aggiunge:” Alcuni dei nostri amici ci credono un po’ matti. Rinunciare a incarichi dirigenziali a tempo indeterminato in grandi aziende dell’aerospazio, dell’energia, del packaging e creare una start-up, per qualcuno è semplicemente inconcepibile. Noi non vedevamo alternativa. C’è nato dentro un entusiasmo, un “daimon” che si è impossessato di noi; dovevamo dargli voce, testa, cuore e braccia, altrimenti fallivamo. Il nostro è anche un progetto di responsabilità sociale; vogliamo dare risposta ad alcune domande irrisolte del nostro tempo: garantire a tutti la possibilità di muoversi in modo comodo, conveniente, efficace e sostenibile. E vogliamo farlo in maniera economicamente valida. Coniugando profitto e significato sociale, ambizione e soddisfazione personale”.
E le soddisfazioni finalmente arrivano. Swappy è stato premiato da Ferrovie dello Stato e Legambiente come esempio di “best practice” efficace e concreta per la mobilità sostenibile, nell’edizione 2019 di Trenoverde. Cresce l’attenzione dei media, si moltiplicano i contatti con gli investitori e i possibili partner.
Afferma Giuseppe Marino dalla sua postazione di lavoro nel “Twentyforty Lab” di Cefalù: “Il sistema di test di Swappy lo abbiamo progettato, montato e collaudato, lavorando di sera e nei fine settimana. Funziona bene e questo ci riempie di orgoglio. Cefalù è un posto splendido, ma sinora nessuno l’aveva mai associato all’innovazione tecnologica. Noi abbiamo fatto un piccolo miracolo. Il nostro sistema, oltre ad accogliere le batterie per le bici, integra un nuovo protocollo di comunicazione con tecnologia IoT (Internet of Things) che consente di controllare a distanza bici e scooter, contrastando furti e vandalismi (si pensi a cosa significa questo per le società di noleggio bici!). Offriremo progressivamente altri servizi, risolvendo ulteriori problemi concreti: dove parcheggio? Tra quanto passa l’autobus?”.
La pedalata è cominciata
La foto del sistema Swappy, con il Duomo normanno e la Rocca di Cefalù sullo sfondo, è un emblema.
Un simbolo della voglia di crescere, di immaginare e di realizzare di tre siciliani che non si accontentano di un mondo lontano dalla Sicilia e di una Sicilia lontana dal mondo.
La strada è lunga, ma la salita con swappy è molto più snella.