L’annuncio dei prossimi sposalizi tra il Principe Harry d’Inghilterra e l’attrice americana Meghan Markle – molto bella ma sicuramente non aristocratica – sottolinea un crescente problema per le poche case regnanti rimaste al mondo: la scarsità di principesse. Certo, non mancano le principessine minori che si danno alla fotografia o firmano una linea di intimo vegano, ma di quelle adatte a mandare avanti una stirpe di Re, non ce n’è molte.
Il problema è particolarmente grave per la Casa Reale inglese. La Corona britannica è, con quella giapponese, la più prestigiosa ancora in esistenza. Una volta i Windsor non si univano con chi capitava. Già Lady Diana Spencer non era una nobile, per quanto “ben nata”. Il caso di Kate Middleton, la sposa del fratello maggiore, il Principe William, non è dissimile. Con la scomparsa della monarchia francese nella Rivoluzione, di quelle della Germania e dell’Austria con le “evoluzioni storiche” del secolo scorso e il ridimensionamento di quella spagnola sotto Franco, i reali inglesi da tempo erano costretti a rifornirsi di consorti tra gli aristocratici tedeschi – una pratica poi frenata dalla sfortunata tendenza degli esemplari maschi di arruolarsi nelle SS durante la Seconda Guerra Mondiale. Ci sono le simpatiche monarchie nordeuropee, ma quella è gente che va a fare la spesa in bici e dà del tu al fruttivendolo. Una decina di anni fa, Henrik, il Principe Consorte di Danimarca, ha confessato ai giornali di mangiare volentieri, specialmente grigliata, la carne di cane: “Non mi dispiace affatto… I cani che mangio io sono allevati per essere mangiati, esattamente come i polli”.
La monarchia britannica era già entrata in crisi negli anni Trenta del secolo scorso, con l’abdicazione del Re Edward VIII per sposare la parecchio comune e bi-divorziata americana Wallis Simpson – di cui si diceva avesse imparato l’arte del massaggio erotico nei bordelli di Shanghai. Più plausibilmente, avrebbe anche avuto una scandalosa relazione affettiva con il Conte italiano Galeazzo Ciano.
La dinastia italiana non era molto ben vista dal punto di vista della riproduttività reale e il Re Vittorio Emanuele III si trovò costretto a cercare di rafforzare il corredo genetico savoiardo impalmando una non molto prestigiosa principessa balcanica – la montenegrina Jelena Petrović-Njegoš, in seguito Elena di Savoia – dopo che le esplorazioni diplomatiche presso le altre monarchie europee ottennero esito negativo, per non dire porte in faccia…
Oggi sembrano questioni assurde. La “purezza” del sangue reale con il computo dei “quarti” di nobiltà è materia d’altri tempi, spazzata via dai test del DNA che dimostrano non solo che siamo tutti imparentati in una maniera o l’altra, ma anche – tutti – di discendenze non particolarmente eleganti.
Perfino la monarchia giapponese, la più vecchia del mondo – mitologia a parte, avrebbe duemila anni – rischia l’estinzione. Ci sono, al momento, solo tre possibili successori maschi al trono – il Giappone, misogino, non ammette “Imperatrici” – di incerte intenzioni riproduttive. Tra le donne, la 23enne Principessa Kako di Akishino è invece marcatamente carina ed è per ora illibata, ma la sorella maggiore Mako ha abbandonato la Famiglia Imperiale per sposare un borghese – un avvocato – mentre Kako ha deciso di studiare teatro e psicologia in Inghilterra. Non le fanno più come una volta, le principesse.