Sugli obiettivi dell’apprendimento di una lingua ogni studente ha i suoi tempi di acquisizione, e nelle scuole pubbliche degli States ci sono diversi livelli di competenza di LS (lingua straniera), divisi in quattro categorie: P– principiante; checkpoint A– elementare, checkpoint B– intermedio e checkpoint C– avanzato.
Quando si insegna l’italiano come LS, i docenti sono consapevoli che le sfide da affrontare durante il percorso insegnamento-apprendimento possono essere infinite. E sanno benissimo che il livello principiante è il più difficile da affrontare. Senz’altro infatti, gli studenti che non conoscono le competenze linguistiche devono impegnarsi di più nello studio di una nuova lingua, specialmente coloro con un vocabolario limitato nella lingua inglese.
Per iniziare, nei livelli per i principianti assoluti si semplifica il semplificabile, a cominciare dalle basi della lingua: il vocabolario, gli elementi fondamentali della grammatica e lo studio della pronuncia, seguendo un metodo induttivo con lezioni dialogate. Eppure, il problema di comprensione delle affinità linguistiche, come le somiglianze a livello fonetico, grafico, morfosintattico o semantico, è presente a tutti i livelli. La falsa analogia di molte parole induce spesso gli studenti a formulare ipotesi per cercare di indovinare il significato del termine, ostacolando così notevolmente la comprensione dell’italiano.
Anche se le lingue appartenenti alla famiglia romanza possono risultare simili nei suoni, nella struttura, nel vocabolario e spesso anche nel significato delle parole, e anche se alcuni termini dell’italiano presentano di certo affinità morfologiche e fonetiche con l’inglese, non sempre queste similitudini rimandano allo stesso concetto. Perciò, il docente deve evidenziare sin dall’inizio le parole che possono confondere l’apprendimento degli alunni, affinché il processo di comprensione dello studente non sia disturbato da queste false somiglianze e prima che la fossilizzazione si formi nelle loro menti.
Con gli studenti inglesi, quali sono le affinità linguistiche che ostacolano la comprensione e l’apprendimento dell’italiano?
Parole come libreria che gli studenti senza riflettere associano alla parola library: anche se il docente spiega che libreria si riferisce al bookstore e che invece la library in italiano si chiama biblioteca gli alunni restano perplessi, nelle loro menti lo scambio continua a non essere chiaro. Un buon metodo per far ricordare la differenza è andare alla fine del libro e far loro leggere cosa c’è scritto, e quando rispondono bibliography chieder loro di spiegarne il significato. Naturalmente gli alunni sanno che il termine si riferisce ad una lista di libri, e così trovano la connessione della parola bibliography con biblioteca. Nonostante questo, spesso alla fine dell’anno nelle scelte multiple dell’esame finale molti di loro commetteranno l’errore di selezionare la risposta libreria invece di biblioteca.
Queste parole sono i falsi amici della lingua italiana: parole affini che per la loro apparenza confondono lo studente facendole diventare, per l’appunto, dei “falsi amici”. L’espressione apparve per la prima volta nel 1928 nel testo francese di Maxime Koessler e di Jules Derocquigny intitolato Les Faux Amis ou Les pièges du vocabulaire anglais. Nel libro si faceva spesso riferimento alla non corretta traduzione di alcuni termini. Quindi, i false friends sono termini di una lingua che apparentemente sembrano avere una traduzione ovvia in un’altra, ma in realtà in italiano hanno un significato mentre in inglese ne hanno un altro. Per avere un’idea potete consultare questa lunga lista.
Le trappole della lingua connesse ai falsi amici sono disseminate ovunque, anche nell’unità sui cibi italiani. Per esempio, a New York la pizza preferita dei ragazzi è quella con i peperoni, termine che in inglese si riferisce ad un tipo di insaccato. Pertanto, in USA la pizza con i peperoni non è non quella con la verdura che siamo abituati a mangiare in Italia, ma presenta salame alla paprica. È necessaria un’intera lezione per spiegare la differenza tra la pizza con i peperoni che si ordina in Italia e quella americana cosparsa con il salame alla paprica, un insaccato che qui viene usato molto spesso sulla pizza. Anche con le verdure troviamo varie differenze di significato, come con il cetriolo che in inglese si chiama cucumber e il cocomero che invece si chiama watermelon (letteralmente, in italiano, melone d’acqua).
I termini più ingannevoli sono proprio le parole della lingua inglese di derivazione latina, termini che hanno evoluto il loro significato in maniera indipendente. Questi lemmi o frasi sono simili all’italiano nella scrittura e/o nella pronuncia ma hanno poi un significato diverso. Bisogna andarci piano con i false friends come: accommodation, che significa alloggio, mentre il suo falso amico accomodare si traduce con sit down; parenti usato erroneamente nel significato di genitori a causa della falsa similarità con la parola inglese parents. Per far comprendere quest’ultima differenza agli alunni il mio consiglio è di affrontare la parola genitori dal punto di vista biologico usando la parola generare. Altri esempi possono essere:
Eventually: non significa eventualmente ma alla fine
Preservatives: non significa preservativi ma conservanti
Incident: non indica incidente ma evento
Library: non rappresenta libreria ma biblioteca
Sympathy: non esprime simpatia ma compassione
Parents: non significa parenti ma genitori
Stamp: non si riferisce alla stampa ma ad un francobollo
To abuse: non significa abusare ma approfittare
Chest: non significa cesto ma petto
Cold: non significa caldo ma freddo (e gli studenti lo confondono sempre!)
Comics: non indica i comici ma i fumetti
Magazine: non significa magazzino ma rivista
Dependent: non fa riferimento ad un dipendente di lavoro, ma significa familiare a carico
Lame: non significa lama di coltello ma zoppo
Terrific: non esprime terrificante ma magnifico o fantastico
Confidence: non significa avere confidenza in qualcuno ma fiducia in se stesso. Per esempio: his confidence helped him succeed si traduce con la sua sicurezza lo ha aiutato ad avere successo.
Tutti i casi elencati sono utili da incorporare nelle lezioni un po’ alla volta in base alle unità che si insegnano. Con essi si possono creare una varietà di attività ed esercizi a seconda del livello e delle abilità linguistiche degli studenti. Di conseguenza, come ho spiegato sopra, questi vocaboli o frasi possono semplificare l’apprendimento dell’italiano, aiutando la comprensione degli alunni che imparano a non confonderli con le false affinità. Includo anche un’altra lista di vocaboli spesso confusi nella traduzione dall’inglese all’italiano,
Il problema dei falsi amici riguarda quindi le false affinità tra le lingue. Queste termini sono omografi (con uguale o simile forma) ma mai sinonimi (uguali in significato). Infine, sia i falsi amici sia i falsi cognati (coppia di parole appartenenti alla stessa lingua o a due lingue diverse che sono simili nella forma e nel significato, ma che hanno radici diverse) possono creare delle difficoltà agli studenti che imparano una lingua straniera.