Come numerose figure di riferimento della storia dell’hip hop, Dieuson Octave, in neanche vent’anni di vita, ha già tante storie da raccontare. È nato nel 1997 a Pompano Beach, centro di medie dimensioni a una cinquantina di chilometri a nord di Miami. La città costiera è famosa per ospitare la più alta percentuale di americani di origine haitiana degli Stati Uniti. Anche Dieuson, come due terzi dei suoi concittadini, è figlio di immigrati haitiani. Cresce da solo con la madre tra le strade dei Golden Acres Projects, un ghetto nel ghetto delle aree più degradate di Pompano Beach e della Florida. Le storie di droga e violenza segnano il suo immaginario molto precocemente.
Dieuson inizia a rappare, registrando i primi brani ad appena dodici anni, affiancato dal cugino. Il suo idolo e modello è Lil Boosie, icona southern hip hop di Baton Rouge. Si affilia alla crew dei Brutal Youngnz e poi a quella dei Kolyons. Altrettanto precocemente si fa coinvolgere nel mondo della criminalità della sua zona sbarcando il lunario con i tipici espedienti illegali dei project. Appena quindicenne investe i proventi delle sue attività illecite in una dentatura d’oro. Neanche sedicenne assapora i dolori della detenzione giovanile per tre volte in un anno, arrestato per possesso di armi e stupefacenti. La legge gli dà un’altra chance e gli concede la libertà vigilata.
Nei mesi della libertà vigilata decide di dedicarsi finalmente alla carriera nel mondo hip hop. Corre l’anno 2013 e la svolta arriva grazie a un giro di conoscenze che lo porta a incontrare A.D. Julien, il boss della label Dollaz N Dealz. Nonostante i suoi recenti trascorsi criminali, Dieuson ha un talento che non può lasciare indifferenti e una voce molto matura e aggressiva. Come nickname sceglie Kodak Black. Lil Black è l’appellativo affibbiatogli fin da piccolo dai suoi compari di origine ispanica. Lui ci aggiunge la parola Kodak inizialmente solo come username pensato per Instagram.
I suoi testi crudi, realisti e narrativi lasciano il segno. La DND decide di investire di lui mettendolo sotto contratto e alla fine dell’anno esce il primo mixtape ufficiale, Project Baby, a partire dal titolo, un’intensa e promettente raccolta autobiografica di storie dalla sua difficile infanzia nel project di Pompano Beach.
Il disco diventa un caso sul web e il suo nome fa presto il giro degli Stati Uniti.
Appena un anno dopo il successo underground è bissato da Heart Of The Projects. I temi e i riferimenti sono i medesimi del disco d’esordio, ma inizia ad emergere una maggiore consapevolezza compositiva in brani come No Flockin e soprattutto l’agrodolce Skrt che arriva alle orecchie di Drake. La star canadese posta una foto su Instagram mentre ascolta il brano sul suo jet privato. E in molti dei milioni di seguaci di Drake vanno subito alla ricerca dell’autore, sconosciuto al mainstream, di questo brano. Lo stesso Drake si era già dimostrato un fan illustre di Kodak Black dopo aver trasmesso sulla sua seguitissima OVO Radio un altro brano di Dieuson, Shoulda Woulda.
Così, il 2015 diventa l’anno chiave per il giovane, convocato come tante altre promesse alla prestigiosa kermesse newyorkese CMJ. Qualche mese prima, però, incappa nuovamente in guai con la giustizia, arrestato con le accuse di rapina, sequestro di persona, possesso di armi e stupefacenti. Dieuson è costretto a trascorrere in carcere il suo diciottesimo compleanno. Ancora una volta cerca nella musica e nella scrittura la sua ancora di salvezza. Arriva un’intensa con Atlantic a dargli il sostegno economico necessario e nel Natale del 2015 dà alla luce il suo terzo mixtape, scritto senza ospiti né collaboratori, Institution. Kodak Black è molto bravo a usare i nuovi mezzi tecnologici e ancora una volta la sua popolarità cresce soprattutto grazie ai social media. Unisce atmosfere gangsta anni Novanta alle vibrazioni trap contemporanee, sa creare hype attorno al suo nome e le sue infinite disavventure con la legge aiutano a costruire un personaggio d’altri tempi. L’unico contraltare è l’impossibilità di usare questi mezzi promozionali da detenuto.
Nel febbraio del 2016 compare tra i guest di Lockjaw, potentissima hit del rapper del Bronx French Montana. Il suo futuro sembra scritto, ma ancora una volta, ad aprile, viene arrestato (e presto rilasciato), dopo un inseguimento con la polizia, sempre in Florida, per possesso di armi e marijuana. Mentre il New Yorker gli dedica uno speciale menzionandolo tra gli artisti emergenti più promettenti della scena americana, appena un mese dopo finisce nuovamente dietro le sbarre, in seguito a un processo legato a una rapina a mano armata di qualche anno prima. Così, a qualche settimana dalla pubblicazione del suo quarto mixtape in tre anni, Lil B.I.G. Pac., è costretto ad annullare il tour nordamericano in tandem con Lil Uzi Vert.
I giornali e le riviste più popolari del web parlano di lui, ma anche in questo caso apprende della sua inarrestabile ascesa verso il successo dal carcere. Il disco contiene dei piccoli classici quali quali Too Many Years e Vibin In This Bih che vede tra i guest Gucci Mane, storico capofila dell’hip hop di Atlanta, uscito dal carcere proprio a fine maggio. Che sia di buon auspicio per Kodak Black.
Kodak Black è su Twitter.