Gianni Silvestrini è un tecnico che, nel passato, a Palermo, si è occupato di mobilità. Ingegnere e docente universitario, conosce molto bene i progetti del Tram del capoluogo siciliano. A lui – anche alla luce delle polemiche su una serie di opere pubbliche in corso di realizzazione a Palermo – abbiamo posto alcune domande.
Allora: tre linee di tram, la finta chiusura dell'anello ferroviario e il passante ferroviario: dimentico qualcosa?
“Mobilità sostenibile, car e bike sharing possono completare il quadro”.
Ma come linea ferrata nelle vie della città non stiamo esagerando?
“Dipende. Originariamente il progetto era di 7 linee di Tram e non prevedeva la chiusura dell'anello ferroviario”.
Ci racconta del progetto originale? In che anni vede la luce?
“Nel 1995 Palermo, come altre città italiane, per esempio, Bologna e Firenze, decide di puntare sul tram invece che sulla metropolitana. Per città di medie dimensioni questa sembrava la scelta più saggia in termini di costi e tempi di realizzazione”.
Se non ricordiamo male, ci furono polemiche: c'erano i fans del Tram e i fans della Metropolitana…
“A Palermo venne richiesta la consulenza dell'ingegnere trasportista svizzero, Willy Husler, che aveva valutato la fattibilità delle linee tranviarie a Bologna. Purtroppo l'alternativa tram moderno/metropolitana ha visto una polarizzazione politica con effetti devastanti. A Bologna si è bloccato tutto, a Palermo si è dovuto subire una pessima mediazione al ribasso consistente nell'eliminazione della linea principale Stazione-Stadio mantenendo tre linee e prevedendo la chiusura dell'anello ferroviario”.
Ma oggi, a distanza di dieci anni, questo progetto è ancora valido?
“Sì, anche con una dilatazione incredibile dei tempi. Ho sottomano una pagina del Giornale di Sicilia che parlava di entrata in funzione nel 2003. Il progetto si è indebolito ulteriormente con la decisione di spostare la terza linea sulla Circonvallazione, mentre era decisamente più sensata quella per il centro con una forte domanda e con via Libertà dotata di spazi riservati già utilizzati dai bus. Detto questo, penso che, come a Firenze, dove la nuova linea è in funzione da 4 anni con un enorme successo (35.000 passeggeri al giorno), anche a Palermo darà buoni risultati, specie se, come pare, finalmente si realizzerà anche la linea per il centro”.
Quanto costerà il biglietto?
“Non ho da molti anni rapporti con l'Amministrazione comunale e non lo so”.
A tanti palermitani questo progetto sembra una follia.
“Questo, come in tutte le città, è il momento più difficile. I cittadini hanno vissuto e vivono tutti i problemi della realizzazione (tra l'altro accompagnati da una pessima campagna pubblicitaria…) che non riguarda solo il Tram, ma anche il passante ferroviario, e ancora non vedono nessun vantaggio. Nel 2016, con le prime linee in funzione accompagnate dalla potenziata offerta di car e bike sharing, si allenterà la morsa del traffico e si potranno fare le prime valutazioni. Malgré tout, sono fiducioso. Il trend, del resto, è questo. La Francia ha decuplicato negli ultimi 20 anni le linee tranviarie in 25 città. E sarà sempre più così, vista la limitatezza delle risorse finanziarie”.
Ma non sarebbe stato più saggio aspettare un momento economico meno drammatico? Palermo, oggi, è una delle città più povere d'Italia. Con servizi pessimi. Hanno pure tagliato oltre mille alteri e distrutto Piazza Politeama.
“Diciamo che si è perso fin troppo tempo e si rischiava di perdere l'ultima possibilità per far fare un salto di qualità al trasporto pubblico. Detto questo, Piazza Politeama non c'entra con il Tram”.
Lo sappiamo: è il passante ferroviario. O almeno così crediamo che sia.
“Il passante è quello che arriva all'aeroporto che pure ha avuto le sue vicissitudini, inclusa la necessità di demolire alcuni palazzi perché lesionati”.
Vogliamo parlare di via Notarbartolo? Transenne che impediscono l'attraversamento del marciapiede: non è una follia?
“Le transenne non sono previste dalla legge. Si poteva farne a meno come in molte città d'Europa”.
Intanto ci sono. E sono un problema. Altra domanda: nelle città – compresa Palermo – circolano già moto e auto elettriche. Che senso ha investire nel tram se in futuro ci saranno sempre più auto elettriche?
“Io sono un grande fautore della mobilità elettrica e sono convinto che ci sarà un boom grazie al crollo del prezzo delle batterie. Detto questo, l'auto elettrica in città riduce l'inquinamento, ma non la congestione… Vogliamo rimanere bloccati nel mezzo di un mare di auto elettriche? Occorre un servizio pubblico di qualità e… le biciclette. Ci sono città nel centro Europa dove fa freddo, piove e nevica, nelle quali le due ruote soddisfano oltre un quarto degli spostamenti urbani. Why not in Palermo, in presenza di serie piste ciclabili, parcheggi dedicati…”.
Sarà, ma noi siamo un po' perplessi. Già con gli autobus a pagare sono in pochi. Ci chiediamo: quanto costerà viaggiare in Tram? Il costo è importante, perché l'Euro ha impoverito l'Italia e riportato il Mezzogiorno a redditi reali da anni '50 del secolo passato. E lo scenario, se l’Italia resterà nell'Euro, peggiorerà.
“I bilanci delle aziende di trasporto dicono che la redditività dei Tram è molto superiore a quella dei bus. Più passeggeri e velocità più elevata consentono maggiori entrate. Quindi, anche dal punto di vista economico la situazione del gestore migliorerà notevolmente”.