Un mio amico apre il sito: www.adottauncomunista.com. Gli chiedo costernata cosa gli sia passato per la testa, considerato che trattasi di individui ormai rari, rarissimi, da trovare. Risposta: “Perché gli salvi l’anima e gli fai finalmente percepire la bellezza. L’Italia sull’accoglienza migranti si è nuovamente divisa tra destra e sinistra”.
Quelli di sinistra sono buoni, pietosi, seguono papa Francesco e vogliono salvare tutti; quelli di destra sono cattivi perché non vogliono far entrare più nessuno, considerato che non c’è spazio né soldi. Io sono cattivissima perché ritengo che per salvare delle vite oggi, domani i nostri figli moriranno, diverremo minoranza e la nostra cultura soccomberà. Questa sconsiderata accoglienza è incoraggiamento alla migrazione in un falso Eden dove stiamo già stretti e non c’è lavoro, dove le altissime tasse pagate dagli italiani vengono sprecate per mantenere dei nullafacenti extracomunitari che gozzovigliano in giro, delinquono e gravano pure sul sistema sanitario, assediando giornalmente i pronto soccorso degli ospedali. Ci costano 37 euro al giorno tra vitto e alloggio, scheda telefonica, biglietto del bus e argent de poche. Fanno 1110 euro il mese che non percepiscono nemmeno tanti pensionati italiani che hanno lavorato 40 anni. Ma probabilmente c’è dietro un business, qualcuno ci guadagna nell’assistenza e nello smistamento. Non credo alla bontà gratuita. Migliaia di extracomunitari spariscono dai centri di accoglienza e vanno a vendere per la strada. Chi gli dà la merce? Nessuno indaga. Poi il Corriere del Veneto titola trionfante: “Dimezzati i venditori abusivi sulle spiagge grazie alle forze dell’ordine”. Significa che gli sequestrano la merce e li allontanano dal bagnasciuga per non seccare i bagnanti, i quali però apprezzano la merce falsificata e venduta in nero. Ma chi la produce? Lo sanno anche i muri. Perché questi coraggiosi poliziotti non seguono i venditori e incarcerano i loro datori di lavoro? E’ pericoloso. Invece non lo è seguire il tragitto di un italiano che va al lavoro.
Prima di ferragosto mi telefona uno zelante impiegato dell’Agenzia delle Entrate dicendomi che dalle fatture del telepass ha verificato le stazioni di entrata ed uscita dell’autostrada che ho attraversato giornalmente nel 2010 e che non potevo scaricare la spesa, idem per il gasolio e per i tagliandi auto, perché la mia collaborazione di un anno, anche se avevo la partita iva, va equiparata al lavoro di un dipendente assunto a tempo indeterminato come lui che non scarica niente. Strano: nel 2009 l’Agenzia delle Entrate mi ha dato una multa di 95 mila euro perché per 10 anni non avevo applicato l’iva, cosa non obbligatoria per i giornalisti. Situazione kafkiana. Sto pensando di emigrare in Angola, un Paese africano tranquillo. Forse non mi regaleranno 37 euro il mese più welfare assicurato, ma almeno non mi rovineranno la vita.
Sono entrata nel personale per dimostrare che noi italiani viviamo in un regime di polizia fiscale: sta per essere varata una legge che obbligherà i liberi professionisti ad annotare come hanno usato i prelievi in contanti dal bancomat. Bisognerà giustificare anche l’aperitivo e l’elemosina in chiesa. A molti imprenditori ogni anno arrivano multe insostenibili nonostante si facciano assistere fiscalmente da un commercialista, ovvio che spostino le loro attività all’estero. Invece chi chiede asilo nel nostro Paese non è sottoposto alla medesima legge perché è un ospite! Superfluo osservare che con le nostre tasse manteniamo burocrati che ci vessano ed extracomunitari che hanno solo diritti. L’Italia è un Paese giuridicamente farraginoso, le cui leggi vengono interpretate da impiegati di concetto che creano disordine istituzionale e ingiustizia sociale; ecco perché l’Italia non è in grado di farsi rispettare.
Nel 2013 mi arriva una mail: adotta anche tu un ragazzo greco. Nella fattispecie si trattava di un modello eletto l’uomo più bello dell’anno. Deve averla ricevuta anche la Merkel che deve aver pensato: perché adottarne uno se possiamo adottarli tutti? I greci sono belli e chissenefrega della loro anima. Non serve ospitarli, ci faremo ospitare. E’ di questi giorni la strepitosa operazione: “Il Mare in Germania” ossia la Germania al mare. La tedesca Fraport, senza gara d’appalto, si è comprata gli aeroporti delle isole greche più belle alla modica cifra di 1,23 miliardi di euro; in caso contrario la Merkel non avrebbe accordato il prossimo prestito ue di 86 miliardi alla Grecia. “Do ut des” e “mors tua, vita mea” erano proverbi degli antichi romani che all’epoca sapevano fare i tedeschi.