Autumn in New York? No, autumn in Bergamo. Quest’anno l’autunno è stato particolarmente piacevole nel Nord Italia, una bolla di alta pressione ci ha accompagnati per lungo tempo e l’autunno ha avuto modo di esprimersi con tutta la sua magnificenza di colori tipici di questa stagione, dai gialli accesissimi dei ginko ai rossi fuoco degli aceri. È la stagione perfetta per un week-end fuori porta, un fine settimana da dedicare alla buona cucina e alle passeggiate tra mura medioevali, alloggiando in piccoli hotel di charme.
Bergamo nella sua separazione tra Città Alta e Città Bassa è la meta perfetta. Una città inusuale, quasi nascosta, eppure con grandi tesori da scoprire. Città Alta è una sorta di terrazzo privilegiato tra i monti, alle sue spalle, e la pianura, che si estende a perdita d’occhio ed è uno scrigno sopraelevato colmo di arte sacra, di storia, di musei, di cultura antica.
Arriviamo di sera dopo solo mezz’ora di treno da Milano e subito ci dirigiamo a Città Alta. Camminando tra le viuzze ormai deserte del centro storico, passiamo davanti alla basilica. Una musica da organo si percepisce oltre il portale d’ingresso, le luci sono ancora accese pur essendo tarda sera, il portale è socchiuso, entriamo incuriositi e ci troviamo nella grande navata della basilica di Santa Maria Maggiore, pochissime altre persone (forse una cinquantina) assistono estasiati alla performance di musica sacra eseguita del Maestro Roberto Mucci, organista titolare di questo strumento di rara bellezza composto da ben 5152 canne. Ci sediamo in silenzio e godiamo di questa esibizione che festeggia il centenario e replica le stesse musiche di quando venne inaugurata la prima installazione dell'organo del grande organaro Carlo Vegezzi-Bossi di Torino: era il 21 novembre 1915. Questa è Bergamo, una sorpresa inaspettata.
La mattina dopo il cielo è di un blu intenso e dopo una buona colazione eccoci pronti alla nostra esplorazione. Davanti a Porta Sant'Alessandro, dove il traffico si deve fermare per fare spazio all'area pedonale, incontro Carmelo e Stefano due simpatici motociclisti amanti, anzi fanatici, delle loro Moto Guzzi. Ambedue collezionisti di Guzzi, Stefano è con uno splendido modello, un esemplare del 1982 ottimamente conservato, di California II da 1000cc.. Carmelo invece con una ineguagliabile, nuova, fiammante California 1400cc., anche loro a spasso per godersi questo ultimo tiepido sole novembrino.
Entriamo dalla Porta della Cittadella Viscontea e ci troviamo nel bel mezzo del mercatino dell’artigianato che si sviluppa sotto i portici della piazzetta sulla quale si affaccia anche il Museo Archeologico e il Museo di Scienze Naturali. Un bel mercato di pizzi, presepi, intarsi e dipinti di ogni sorta. Ancora pochi passi, ed eccoci nel cuore della Città Alta.
Le stradine si diramano in un dedalo di viuzze alcune acciottolate, fatte con sassi di fiume, altre lastricate a mattoni posati a spina di pesce (le prime erano costruite per i pedoni le altre, meno scivolose, per il transito dei cavalli). Via Gombito e Via Colleoni ricalcano l'antica strada romana, il decumano, a destra e a sinistra si sviluppano le due parti del “paese delle meraviglie”. A ogni passo, una torre, una gastronomia, un antiquario, un palazzo affrescato e cortili con giardini segreti nascosti dietro antichi cancelli in ferro battuto. Passeggiando col naso all'insù ci si rende ben presto conto che non basta un week-end per godere di tutto quello che offre questo posto.
Ci arrampichiamo sulla Torre del Gombito, che svetta sopra i tetti e dalla quale si gode di uno spettacolare panorama a 360°: la città è immersa nel Parco dei Colli, 4.700 ettari di vigne, orti, giardini privati, campi coltivati, piccoli corsi d'acqua e boschi ben curati; un ambiente talmente ben custodito da far ricordare i paesaggi lombardi dei dipinti più antichi.
Continuiamo lungo la via principale piena di piccoli bar, ristoranti e pasticcerie che fanno “girare la testa”, stuzzicanti odori si mischiano e confondono i turisti intrappolati in una fantasia di profumi. D'obbligo è una sosta in uno a delle trattorie del centro (non facciamo nomi perché sono una meglio dell'altra). Si incomincia con un piatto di Casoncelli, i classici ravioli bergamaschi ripieni di carne, uva passa, amaretti e spezie, conditi burro fuso, salvia e parmigiano; si passa poi, tanto per stare leggeri, alla polenta Taragna, col guancialino di maiale. Le due portate vanno rigorosamente irrorate da una bottiglia di vino Rosso di Franciacorta oppure Rosso della Valcalepio, i due vini per eccellenza della regione i cui vigneti si sviluppano sulle colline antistanti il Lago d'Iseo, uno sulla sponda sinistra l'altro sulla sponda destra.
Ubriachi di piacere proseguiamo fino al punto di raccolta, obbligato per chi visita Città Alta: la Piazza Vecchia, definita dal grande architetto Le Corbusier “la più bella piazza d'Europa”. Piazza Vecchia è un crogiolo di gente, di giovani, di artisti da strada, con tutti i suoi bar ottimi per un buon aperitivo e osservare il passaggio.
Dopo aver visitato la casa natale di Donizetti e il suo museo, la Cattedrale che ospita alcuni dipinti del Tiepolo e le tarsie lignee di Lorenzo Lotto, con un tale pieno di cultura è ora di tuffarci in Città Bassa per uno shopping sfrenato. Sotto i portici di Piazza Pontida e Largo Rezzara si trovano i più bei negozi di Bergamo in una parte della città elegante e raffinata. Perché questa città, oltre che storia e tradizioni, è anche buon gusto e ottima qualità della vita.
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