Si dice che il cibo sia amore, e per gli italiani, niente vale di più di questa frase.
New York è in ginocchio a causa del corona virus. Ma la solidarietà di chi può alleviare la pena di questo momento non si arresta. Sono numerose le iniziative di supporto verso chi lotta in prima linea contro il virus. Tra i tanti, parliamo di Keste pizzeria, di Roberto e Giorgia Caporuscio, una istituzione della pizzeria napoletana che negli anni ha conquistato la città e non solo, con le proprie ricette made in Italy. E da qui si respira l’umanità del popolo italiano verso chi li ha accolti.

Abbiamo raggiunto il proprietario per avere chiarezza sulla situazione attuale.
“L’avvento del Corona virus ha cambiato tutto. Appena è iniziato il lockdown ho cominciato a effettuare il servizio delivery-ha dichiarato Caporuscio- poi sono stato contattato da una cliente Gabrielle Armour a capo di una associazione che si occupa di sostenere il personale sanitario che sta lavorando con i malati del codiv-19. Ha ordinato 250 dollari di pizze per il personale di un ospedale a Nyc. A questo punto ho pensato di raccogliere fondi per poter contribuire alla causa aggiungendo alle 20 pizze ordinate altre 80. In due 2 settimane, ogni giorno abbiamo rifornito un ospedale diverso. Quando gli infermieri esausti, dopo turni di 16 ore, vedono le pizze fumanti, i loro occhi (la bocca è coperta dalla mascherina) sorridono e per me è qualcosa che scalda davvero il cuore”.

Anche se il settore della ristorazione ,dal quale dipende il 60% del fatturato di New York, é tra i più colpiti da questa pandemia, molti non si tirano indietro quando si tratta di aiutare il prossimo, rischiando anche di mettere in pericolo la propria salute.
Da lì, molti sponsor hanno contribuito alla causa. Mulino Caputo e Kestè Fulton hanno creato una collaborazione, fatta di farina e di qualità, che dalla base operativa del World Trade Center e nel pieno rispetto delle direttive federali e statali imposte da Trump e da Cuomo si muove per distribuire centinaia e centinaia di pizze a medici e infermieri. In particolare, per offrire tutto il supporto necessario in queste ore così difficili agli operatori sanitari del Morgan Stanley Children’s Hospital Columbia University Medical Center, il più importante ospedale e centro di ricerca pediatrico della città.

Per Roberto, la decisione è stata semplice :“Aiutare chi lavora negli ospedali, in costante contatto con la sofferenza, la malattia, è un dovere. Da italiano mi sono sentito onorato di poter dare una mano. Chiunque stia lottando contro questo morbo è un eroe”. Caporuscio ha adoperato i suoi contatti con la ristorazione italiana e le aziende non hanno esitato a rispondere, dalle materie prime come formaggio e pomodori. A causa del Corona virus,Roberto ha dovuto licenziare 15 persone ma è riuscito a ingaggiarne 35 per le consegne.
“Consegnare il cibo in tutta la città è un’avventura- ha commentato- Noi lo facciamo personalmente indossando guanti e mascherine. Stiamo attenti all’igiene e alla preservazione della qualità. Le infermiere dai nosocomi per ritirare il cibo. Non mi lamento, anzi. Sono felice che i miei impiegati lavorino per questo”.
Con tanto di raccolta fondi online a margine, “Pizza vs Pandemic”, è il fiore all’occhiello di un ventaglio di iniziative che Napoli non vuole smettere e vuole anzi potenziare grazie a una fitta rete, fatta di contatti ma soprattutto di cuori, sostenuta tra gli altri anche dal Consolato Generale d’Italia.
Da qui è nata la “ItaliansFeedAmerica” é la no-profit che, nata meno di una settiman,ha chiamato all’appello la comunità italiana, italofila e italo-americana a sostegno di una missione che si fonda sullo spirito comunitario del Belpaese.
Il progetto, che I Love Italian Food ha presentato agli operatori nei giorni scorsi, ha già raccolto molte adesioni, e la collaborazione di numerose associazioni in Italia e nel resto del mondo che riuniscono migliaia di chef e ristoratori. Ed è sostenuto da un Team virtuoso di aziende sostenitrici, tra le quali Carpigiani, Fior di Maso, Montanari Gruzza e Monti Trentini.
I Love Italian Food è una realtà che promuove e difende la vera cultura enogastronomica italiana nel mondo. Creata a Reggio Emilia, nel cuore della Food Valley nel 2013 da un gruppo di amici appassionati di cibo italiano, oggi è una grande community internazionale che nel 2017 ha raggiunto più di un miliardo di contatti digitali in tutto il mondo. Un progetto nato dalla convinzione che il futuro dell’Italia sia strettamente legato al futuro del comparto agroalimentare nazionale, e alla capacità dello stesso di espandersi ed affermarsi ulteriormente nel mondo. Già oggi è infatti uno degli aspetti più amati e ricercati dell’Italia all’estero, oltre a rappresentare un settimo della nostra economia.
Spiega Alessandro Schiatti, Amministratore delegato e cofondatore di I Love Italian Food: “In questo momento di lockdown globale abbiamo dato vita ad una piattaforma per offrire ai ristoratori un modo per continuare a parlare con i loro clienti, creando una nuova esperienza culinaria che gli permetterà di raccogliere sostegno morale ed economico, in modo concreto, immediato e diretto. I ristoratori potranno condividere, attraverso masterclass on line i segreti dei propri piatti con i clienti e con tutti gli appassionati di cucina italiana, raccogliendo un contributo che ogni ristoratore potrà utilizzare per sostenere la propria attività o anche devolvere a cause a lui care”.
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