Una promozione integrata fra turismo, eccellenze enogastronomiche, artigianato artistico ed altri comparti produttivi dell’Umbria, nel territorio di Sugar Land e della Contea di Fort Bend, in Texas.
Questo l’obiettivo del “Progetto Umbria in Sugar Land” dell’associazione Culturale di Promozione Sociale Aurora, guidata da Donatella Cocchini in collaborazione con il Comune di Spello, la Regione Umbria, il Comune di Sugar Land e la Camera di Commercio di Fort Bend facendo leva sulla qualità e l’attrattiva del “Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri – Rassegna concorso Le Professioni del Cinema”. Non solo cibo e vino ma anche pellicole impegnate, un ponte di suggestioni attraverso sapori profumi ed immagini che unisce l’Italia al Texas. La kermesse, dal 27 settembre al primo ottobre scorso, ha visto in competizione sette lungometraggi che si sono sfidati per la conquista dei premi assegnati dalla giuria presieduta dal regista italiano Max Leonida che da tempo vive a Los Angeles. Il progetto nasce dall’amore per la propria regione di due donne, Donatella Cocchini, Presidente dell’Associazione Aurora e organizzatrice del Festiva del Cinema di Spello, e Manuela Tentoni, cresciuta a Perugia e oggi residente a Houston.

Abbiamo intervistato per l’occasione due personalità protagoniste nel progetto: la prima, Tiziana Triolo Ciacciofera, Direttore di progetto in Texas e il produttore italiano Max Leonida, che vive e lavora a Los Angeles da tempo e che ha presieduto la giuria.
Tiziana, puoi riassumerci gli obiettivi dell’iniziativa?
“Sugar Land e il Texas sono tra le aree con la più grande crescita economica e demografica degli Stati Uniti. Da qui la scelta proprio di questa città, alle porte di Houston, come sede della prima edizione del Festival. Tra gli obiettivi oltre alla promozione della cinematografia Italiana, anche quello di potenziare l’incoming turistico verso l’Umbria che ha inserito il mercato degli Stati Uniti d’America come obiettivo di interesse specifico, e ovviamente la creazione di rapporti commerciali per le aziende dell’agroalimentare e del vino. La missione della delegazione Umbra non è stata legata solamente alla cinematografia ma anche alla valorizzazione di tutte le eccellenze ”.

Quanti produttori hanno aderito e quali specialità sono state portate in Texas?
“Le aziende Umbre che hanno partecipato alla missione sono: per il Vino le Cantine Collesole, San Rocco, Castello di Corbara, Moramami, Heart of Italy e Le Cimate. Per gli Oli le Aziende Tega, Terre di Grifonetto e Bacci. I tartufi freschi e conservati de Il Tartufo di Paolo, i legumi e conservati di Fertitecnica, le farine di Spigadoro le farine di Spigadoro – lavorate in loco dallo Chef dell’Università dei Sapori di Perugia – nonché il Consorzio Norcia in my heart. Non solo eccellenze del comparto agroalimentare e del vino hanno arricchito la kermesse cinematografica, una mostra di artisti umbri è stata allestista nel foyer del teatro dove sono giornalmente i film venivano trasmessi. Gli artisti che hanno aderito alla prima edizione del Festival sono: Gallenghi, Giacometti, LaNoce, Onorati, Ottaviani, e Tini” .
Il progetto sarà riproposto in altri stati americani e coinvolgendo anche altre regioni?
“Il Progetto nasce con l’obiettivo di avere a Sugar Land, con cadenza annuale il Festival e una vetrina di eccellenze umbre che di anno in anno verranno selezionate dalle amministrazioni regionali umbre. Il progetto è legato ad un protocollo di intesa siglato dalla Regione Umbria, dalla Città di Spello, dal Festival del Cinema di Spello e dei Borghi Umbri e dalla Città di Sugar Land e dalla Fort Bend Chamber of Commerce.Considerato il successo di questo progetto pilota è ovvio che restiamo aperti a collaborazioni con altre regioni virtuose come appunto la Regione Umbria”.

Abbiamo poi chiesto a Max Leonida quali sono stati sia i lungometraggi che le degustazioni più apprezzate dal pubblico texano e perchè?
”Durante i miei giorni a Sugar Land posso dire che ho visto un grande entusiasmo riguardo alla manifestazione e a tutti i film in generale. Come presidente della giuria del Festival posso invece essere molto preciso e specifico, perché ho personalmente raccolto tutte le singole valutazioni individuali dei giurati. Sicuramente i film più apprezzati sono stati “La pazza gioia” di Virzì, “Veloce come il vento” di Rovere e “Torneranno i prati” di Olmi. Questo ci fa capire che il pubblico americano è sicuramente alla ricerca – almeno nelle nostre opere – di una poesia visiva molto autoriale ed emozionale”.

Da produttore che vive in US, come spiega questa apertura verso la cinematografia made in italy?
“In realtà parrebbe che Hollywood si sia ormai definitivamente aperta alle altre cinematografie (incluse quelle europee) già da un qualche anno. Basta ricordare le clamorose vittorie, come miglior regia, di talenti quali Sam Mendes (Inglese) 1999, Ang Lee 2005/2012 (Taiwanese), Michel Hazanavicius 2011 (Francese), Alfonso Cuarón 2013 (Messicano), Alejandro González Iñárritu 2014/2015 (Messicano). Certo è che dopo la nostra grande generazione di maestri del dopoguerra e dopo la formidabile ondata di geni italo-americani negli anni ’70 sembrava che il cinema italiano fosse caduto in coma e quello “made in USA” fosse tornato a ripiegarsi, in forma involutiva, su una dimensione più nazionalista. Ma tutto ha un suo ciclo naturale ed oggi, forse per la saturazione mediatica da supereroi con effetti speciali senz’arte, sembrerebbe che il mercato USA sia tornato a rivolgersi all’Europa e spesso all’Italia per cercare contenuti, storie, emozioni, vicende, visioni e fondamentalmente poesie che la loro cinematografia americana non riesce a rappresentare. Credo che il cammino da percorrere sia ancora lungo, forse anche a causa degli “stereotipi affettivi” falsati che gli americani hanno della nostra identità storica deformata e deformante. Riusciremo a sorprenderli e a fargli cambiare ottica su di noi? Forse! E le loro reazioni alle opere italiane presentate durante il Festival a Sugar Land promettono bene!”.
Abbiamo poi rivolto sia a Max che Tiziana la stessa domanda: Quali sono i commenti a caldo dei partecipanti dopo il festival?
Tiziana Triolo: “Il Festival ha riscosso un interessante e caloroso benvenuto dalla comunità Texana, che tanto ama il nostro Paese. La partecipazione è andata oltre le nostre aspettative, considerato che era il primo anno in cui il Festival si approcciava al mercato estero. L’avere avuto il riconoscimento e la partecipazione all’interno della giuria tecnica di un rappresentante dell’Ufficio del Governatore, con la Texas Film Commission, ritengo ne sia una testimonianza e gesto di apprezzamento in termini qualitativi.Un altro segnale che segna il successo dell’iniziativa è determinato dall’accoglienza ricevuta dalla delegazione umbra dalla comunità locale e Italiana, che ha visto peraltro il giudice della Contea di Fort Bend, Robert E. Hebert, consegnare alla presidente Cocchini una proclamazione attestante il rapporto di collaborazione instauratosi tra il Festival e il Texas attraverso il progetto “Umbria in Sugar Land”. E così pure una proclamazione attestante il rapporto di collaborazione instauratosi tra il Festival, il Comune di Spello, la Regione Umbria e la citta’ di Sugar Land attraverso il progetto “Umbria in Sugar Land è stata consegnata dal Sindaco di Sugar Land Joe Zimmermann al Sindaco di Spello, Moreno Landrini”.
Max Leonida:”Come ho già detto, i commenti sono stati tutti molto positivi: sia da parte della giuria che degli spettatori che hanno voluto intrattenersi con me, per fare i complimenti. Direi senza ombra di dubbio che il “made in Italy” ha ancora una sua forza, un fascino ed una sua autorità!”.
Ed eccoli, dunque, i vincitori: “La pazza gioia” di Paolo Virzì si è aggiudicato le “statuette” come miglior film e miglior sceneggiatura, “Torneranno i prati” di Ermanno Olmi quella per la miglior regia, “Veloce come il vento” di Matteo Rovere per la migliore fotografia. In concorso c’erano anche “Ho amici in paradiso” di Fabrizio Maria Cortese, “Il Vangelo secondo Mattei” di Antonio Andisani e Pascal Zullino, “My Italy di Bruno Colella e “Maternity Blues” di Fabrizio Cattani.