Dopo New York e Chicago ha fatto tappa a San Francisco l’edizione 2019 dei “Tre Bicchieri” del Gambero Rosso. Il volto e la penna della rivista, Marco Sabellico apre gli “assaggi”. Sabellico è abruzzese ma risiede a Roma, anche se ci dice di essere sempre in viaggio per il mondo per promuovere il vino italiano. Non passa di certo inosservato, con i suoi baffi all’insù e la cravatta a papillon sembra un Lord inglese capitato per caso ad una fiera di campagna. Invece questo è il suo mondo e Sabellico è uno dei maggiori esperti di vino italiani. Lavora dal 1990 per il Gambero Rosso ed è il curatore della guida “Vini d’Italia”, la prima a grande tiratura e dalla portata internazionale. Tra le sue dichiarazioni: “Il vino è la chiave d’interpretazione della realtà, utile strumento per mettersi in comunicazione con la gente: con chi lo fa e con chi lo ama”.
Il grande padiglione di Fort Mason, nel quatiere della Marina è pieno di gente, giornalisti, distributori, proprietari di ristoranti, enoteche ed esperti del settore vinicolo. Ci sono produttori di ogni regione d’Italia, dai più grandi e famosi ai più piccoli. Probabilmente fra i produttori di più antico lignaggio c’è il Conte Giordano Emo Capodilista, con la sua azienda “La Montecchia” presente sul territorio veneto dal Medioevo.
Molte le bollicine, fra cui l’ottimo prosecco Merotto della Valdobbiadene, che ha ricevuto per ben 8 volte i 3 bicchieri Gambero Rosso con La Cuveé del fondatore Graziano Merotto.
Sempre dalla Valdobbiadene viene il prosecco di Villa Sandi (che è un bellissimo esempio di villa palladiana veneta) ottimo come anche il Cartizze, (che Diva , la brand ambassador ci offre con un bel sorriso)
La Locanda Sandi può ospitare anche pochi fortunati viaggiatori con sei bellissime e romantiche stanze affacciate su un’incantevole vallata. Rimanendo in Veneto, “Madre” di Italo Cescon è vincitore dei tre bicchieri e proviene da una intuizione di Luigi Manzoni, storico sindaco di Conegliano Veneto ed agronomo, che dal 1924 iniziò una serie di esperimenti sulla vite tramite incrocio, per individuare non solo uve da tavola ma anche da vino. Gli incroci sono ancora oggi definiti con il suo nome (Manzoni rosso, bianco, rosa e moscato).
Tra i vermentini (che solitamente pensiamo essere sardi o toscani) spiccano quelli liguri di Lvnae, di Paolo Bosoni e famiglia, che si dedicano all’azienda dal 1966. Molti ottimi rossi come Aglianico e Piedirosso, uniti a Falanghina e Fiano sono i gioielli della Guardaniense, casa vinicola in provincia di Benevento, con l’etichetta Janare. Le streghe (le Janare sono una specie di streghe “agresti”) tornano con l’azienda “Terre Stregate”, sempre beneventana, che riprende l’antica leggenda contadina e propone un’ottima Falanghina.
Dalla Toscana tantissimo Chianti classico come quello di Tolaini, il cui fondatore ha una storia molto particolare. Nato nella Garfagnana (Lucca) è emigrato da giovane in Canada con due sogni nel cuore: fare fortuna e tornare in patria per produrre vino. La sua azienda di trasporti è ad oggi una delle più grandi del Nord America e lui è tornato in Toscana per realizzare il suo sogno più grande: diventare un produttore di vino.
Nella parte più a sud del Chianti, a Castelnuovo Berardenga, Pier Luigi Tolaini produce i suoi vini al 100% biologici.
Scendendo più giù ma sempre rimanendo in Toscana, incontriamo il simpaticissimo e sorridente Emiliano Leuti, ci colpisce il piccolo quadro ad olio sul tavolo che rappresenta la bella tenuta “La Parrina”, ad Albinia di Orbetello, Grosseto. Una terra ricca di bellezza, fra la laguna e la lunga e sabbiosa spiaggia della Feniglia, dove trovo’ la morte il grande Caravaggio. Terra di Maremma, con i suoi famosi butteri, gli ultimi cowboys italiani. Emiliano ci racconta che la Parrina produce vini locali dal sapore unico come l’Ansonica Costa d’Argento e il Vin Santo di Capalbio ma anche Vermentino, Sangiovese, Merlot. E’ anche una delle aziende piu’ antiche della Toscana, fondata nel 1830 dal banchiere fiorentino Michele Giuntini e rimasta sempre nella stessa famiglia. Franca Spinola è colei che oggi si occupa dell’intera azienda che si estende su 800 ettari di terreno e produce non solo vino ma anche frutta, olio e formaggio biologico. La fiera poi è prosegueita a Los Angeles, per la sua ultima tappa nord -americana.