Il termine zafferano deriva dalla parola araba “za’faran”, che significa giallo, e la sua storia è più antica della Bibbia. Originario dell’Asia Minore, era usato per tingere stoffe che i fenici trasportavano dal porto di Tiro in tutto il Mediterraneo.
Per i suoi fiori viola con tre piccoli stimmi, che formano un croco d’oro, è conosciuto dai botanici come Crocus sativus, soprannominato “oro rosso” per il colore dei suoi stimmi essiccati e per il suo valore sul mercato. Lo zafferano è una delle spezie più costose al mondo e “vale tanto oro quanto pesa”; un chilo di questa spezie può costare 35.000 euro, e per ottenerne un chilogrammo sono necessari 150.000 fiori.
Si legge che i bulbi dello zafferano furono portati in Italia dalla Spagna da un frate domenicano, Domenico Santucci, nato a Navelli, in provincia dell’Aquila. Egli visse in Spagna al servizio del Tribunale dell’Inquisizione e, tornato nel suo paese nativo in Abruzzo, incominciò a coltivare i fiori di zafferano con successo. Da allora, nonostante Navelli resti tuttora uno dei centri della produzione di questa spezia, la coltivazione si estese in Toscana, in Sicilia, in un paese alle falde dell’Etna, che si chiama, infatti, Zafferana Etnea, e in Calabria nella zona di Motta San Giovanni, dove la sua produzione è di elevata qualità organolettica, con sapore e aroma particolare.
Per gli appassionati di giardinaggio, lo zafferano può essere coltivato in vaso o nell’orto in primavera e sboccia in ottobre. I petali hanno un bel colore, lilla chiaro, o viola purpureo. Coltivazione, raccolta e lavorazione sono interamente artigianali, in assenza di qualsiasi tipo di meccanizzazione.
In alcuni libri storici si legge che lo zafferano in Calabria fosse già coltivato in età Greco-romana, e usato come sedativo, antispastico, ed eupeptico. I romani lo utilizzavano per tingere capelli, unghie, labbra e pelli, ma anche come afrodisiaco. All’epoca era una materia tanto preziosa che le Repubbliche fondarono i Banchi dello Zafferano, una sorta di borse commerciali, dove erano contrattate le partite destinate alle grandi corti di Firenze, Venezia, Milano e Genova.
Tanti sono i benefici dello zafferano: rallenta l’invecchiamento della pelle, favorisce la digestione e abbassa la pressione. È anche ricco di minerali come calcio, fosforo, sodio, potassio, ferro, magnesio e manganese, rame, zinco e selenio. Contiene le vitamine A, B1, B2, B3, B6, e C. Lo zafferano è una spezia ricca pure di sostanze carotenoidi come il licopene e la zeaxantina, e recenti studi hanno dimostrato che quest’alimento abbia proprietà benefiche sull’apparato riproduttivo maschile. Secondo alcune leggende, lo zafferano è l’elisir di lunga vita, ma è anche una vera e propria pozione d’amore che accende la passione e stuzzica il desiderio.
Tagliatelle allo zafferano con pesce spada
Ricetta semplice, profumata, veloce, gustosa e dal sapore raffinato.
Ingredienti per 4 persone
Mezzo kilo di tagliatelle fatte in casa
2 bustine di zafferano
400 gr di pesce spada
10 pomodorini oppure due pomodori medi
Aglio e prezzemolo
Sale e pepe a piacere
Olio extra vergine di olive
Formaggio grattugiato a piacere
Procedimento
Tritate l’aglio e il prezzemolo e fateli soffriggere leggermente con olio extravergine d’oliva, aggiungete i pomodorini tagliati a pezzetti, sale, pepe e il pesce spada tagliato a cubetti. Fate soffriggere e spruzzate con un bicchiere di vino bianco. La cottura deve essere veloce e a fuoco vivo, per 10-15 minuti.
Nel frattempo che cuoce la salsa fate lessare le tagliatelle in abbondante acqua salata e mettete da parte una tazzina di acqua di cottura. Dopo aver scolato la pasta, rimetterla nella padella con la salsa e aggiungete le due bustine di zafferano; se la salsa vi sembra asciutta, aggiungete un po’ dell’acqua di cottura per aiutare ad amalgamare il tutto, sempre sul fornello a fuoco basso. Continuate a mescolare finché lo zafferano avrà colorato in modo omogeneo tutta la pasta. Servite le tagliatelle calde, spolverate di parmigiano a piacere, decorate con erbe e servite con dell’ottimo vino bianco.