Sono appena rientrata dalla Wine Bloggers Conference che si è svolta nell’area dei Finger Lakes, nello stato di New York. Nel mio ultimo articolo, avevo già scritto dei bei Riesling che avevo avuto occasione di provare prima della conferenza. Ma durante il mio viaggio sono stata ancora più piacevolmente sorpresa non solo da altri dei loro Riesling, ma dalla scoperta di altrettanto buoni rosati e rossi della stessa area.
Una veduta dei paesaggi dei Finger Lakes
Ma nonostante i paesaggi mozzafiato dei Finger Lakes, i sorrisi che scaldavano il cuore dei produttori locali e la sorprendente qualità di alcuni dei vini del posto, i wine blogger presenti alla conferenza non smettevano di cantare le lodi dei vini italiani.
Alla conferenza c’erano molte società di pubbliche relazioni e organizzazioni a promuovere vini di altre regioni del mondo. C’erano i vini dell’Alsazia, del Sud Africa, del Brasile, e via dicendo, ma ad attirare le folle più grandi erano i vini italiani.
In quanto americani, abbiamo i vini italiani nel sangue. Il nostro primo sorso di un vino “serio” generalmente è italiano e man mano che iniziamo ad avere gusti più sofisticati, ci ritroviamo a provare altri vini italiani al di fuori della Toscana.
Da professionista del vino e New Yorker mi vanto di conoscere (e assaggiare) vini provenienti da tutto il mondo, ma è sempre emozionante scoprire nuovi vini. Mi fa sentire come una bambina.
E questo è proprio quello che mi è successo alla Wine Bloggers Conference: ho visto dei vini di Montefalco, Umbria, e il mio cuore ha avuto un balzo. Pur avendo assaggiato molti vini umbri, non avevo mai provato un Sagrantino di Montefalco. In un certo senso mi sono sentita in colpa a degustare vini italiani ad una conferenza dedicata ai vini dei Finger Lakes. Ma è difficile per me saltare un vino italiano, soprattutto se si tratta di una varietà che non ho mai provato.
Bere quel Sagrantino mi ha ricordato di quei momenti preziosi vissuti a New York City, quando scoprivo una nuova strada. Quando penso di avere ormai compreso questa città, di averla vista tutta, ecco che incappo in quell’isolato che è un piccolo pezzo di paradiso ancora da esplorare.
E c’è qualcosa di speciale nella scoperta di un nuovo vino italiano, perché scopriamo nuove sensazioni, colori, sapori e forme in una cornice che è familiare.
Scoprire un vino del genere è un’epifania. È come accorgersi di un aspetto nuovo della persona amata, scoprire che nostro padre o nostra madre, per esempio, hanno tratti caratteriali diversi da quelli che conoscevamo quando eravamo piccoli: quando cresciamo ci accorgiamo che non li conoscevamo del tutto e scopriamo che sono più complicati di quello che pensavamo. Lo stesso si può dire per i vini italiani. Li conosciamo, ma non li conosciamo. Ci sorprenderanno sempre, dobbiamo sempre un po’ scoprirli.
Ho tanti bei ricordi delle mie prime esperienze newyorchesi con gente di origine italiana. Sì, essere italoamericano è diverso che essere nato e cresciuto in Italia, proprio come essere siciliano è diverso che essere toscano. Ma c’è un filo comune tra gli italiani: è quel vivere la vita al massimo, bere, mangiare, ridere, abbracciare chi ti circonda come fosse la tua famiglia.
Molti americani, soprattutto i newyorchesi, sentono un legame con l’Italia, che abbiano o meno degli antenati italiani. New York City è orgogliosa dei nostri cittadini italiani del passato e del presente e tutti noi ci sentiamo un po’ italiani. O forse la verità è che vorremo essere italiani e gli italiani sono abbastanza gentili da condividere con noi il loro patrimonio culturale. In ogni caso, possiamo sempre bere un bicchiere di vino italiano e sognare un sogno d’Italia.
I consigli di Cathrine
Per tutti i giorni (meno di $ 15)
2013 Fox Run Vineyards Lemberger Rosé, Finger Lakes, New York ($13.60): Sì, è ancora stagione di rosé! Ed eccone uno interessante della regione dei Finger Lakes, Lemberger. Cos’è Lemberger? No, non è un formaggio maleodorante. Si tratta di un vitigno a bacca rossa che si trova principalmente in Austria e Germania. Nei Finger Lakes lo coltivano per la sua elevata resistenza agli inverni freddi. È conosciuto anche con il nome di Blaufränkisch, ma gli americani trovano Lemberger più facile da pronunciare. Ha quella classica nota di pepe nero al naso e quel sapore piccante di ribes che ci si aspetta dal Blaufränkisch.
Per le occasioni speciali (tra $15 e $50)
2007 Antonelli Sagrantino di Montefalco, Umbria, Italia ($35): Fatto con 100% uve Sagrantino. Questo vitigno rosso italiano ha elevate quantità di tannini che generalmente risultano in vini che tendono ad allappare e con un austero retrogusto amaro. Ma Antonelli fa un ottimo lavoro nel bilanciare i tannini che qui sono ben integrati, creando una buona struttura. Perfetto se abbinato a carni arrosto e alla griglia. Al naso evoca sapori di ciliegie sciroppate con note di porchetta e porcini secchi. Se non non avete fame prima di bere questo vino, ne avrete dopo!
Fantasia (più di $50)
2010 Benanti Etna Bianco Pietramarina, Sicilia, Italia ($54): Questo vino è prodotto da un vitigno vecchio ottant’anni, il Carricante, coltivato ad alta quota ÔÇïÔÇïnei terreni vulcanici dell’Etna. I rossi dell’Etna si sono fatti un’ottima reputazione a New York e il loro bianchi stanno appena iniziando a farsi un nome tra gli intenditori di vino italiani. Pronunciata mineralità non è un’espressione sufficiente a descrivere la sensazione di questo vino al naso. C’è un che di affumicato con sfumature dolci, come l’odore di una crème brûlée quando viene bruciata. Gli aromi hanno continuato a nuotarmi in testa per diversi minuti e le belle sorprese sembravano non finire mai con il palato invaso da una grande energia e vivaci sapori di mandarino cinese.
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