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Le tovaglie del Garga arrivano a New York

Chiara ZaccherottibyChiara Zaccherotti
Time: 4 mins read

Cibo, arte e amore. Sono questi gli elementi di un format vincente nella ristorazione che da Firenze, in cui è stato concepito, è arrivato fino a New York negli studi del The Daily Meal. È quello che propone ogni sera dal 1979 La Cucina del Garga, il ristorante fiorentino creato (gestito renderebbe troppo poco l'idea) da Giuliano Gargani, un mito del capoluogo toscano, e oggi nelle mani della moglie, Sharon Oddson, del figlio Alessandro e della moglie di Alessandro, Elizabeth D'Alessandro, che ne è co-proprietaria. Il trio, una famiglia di artisti a tutti gli effetti, ha da sempre messo a disposizione dei clienti tovaglie di carta bianche e pennarelli, coinvolgendoli a dilettarsi nell'arte del disegno.

“Prima, durante e dopo la cena – racconta Alessandro Gargani a La VOCE, che lo ha incontrato a New York – i clienti hanno la possibilità di schizzare quello che vogliono. Il risultato è sorprendente: non te l'aspetti, ma alla fine della cena trovi delle vere e proprie opere d'arte. Le tovaglie vengono selezionate giornalmente: dopo una prima scrematura, con l'aiuto di amici artisti si procede alla selezione della selezione per individuare la tovaglia vincitrice che, oltre a dare diritto a una cena per due a chi l'ha concepita, viene esposta in una delle due sale del ristorante appoggiata sopra una lampada. Il gioco di luci e colori che ne viene fuori crea un'atmosfera unica”.

Da Firenze al cuore di Manhattan il passo è stato breve. Tutto è nato lo scorso settembre quando la Vice President del The Daily Meal Jacqueline Stone è andata a mangiare dal Garga, se ne è innamorata e ha deciso di invitare Alessandro nei loro studi di New York.

“L'idea iniziale era quella di organizzare una cooking class. Poi mi sono detto: Perché non riproporre il format food-wine-art, che sta avendo tanto successo al ristorante?”.

E così è stato. Grazie alla collaborazione della Spread Art Architecture Worldwide (SAAW), fondata da Francesco Alessandra, lo staff de La Cucina del Garga è arrivato a New York mettendo a disposizione tutto il suo background creativo per dare vita a una cooking class durante la quale preparare una cena, cui successivamente hanno preso parte una quarantina di persone del mondo del food e del wine newyorchese. Ovviamente, per ricreare a New York quello che da anni succede a Firenze, non potevano mancare tovaglie, pennarelli e artisti, questi ultimi coinvolti direttamente dalla SAAW.

Una delle artiste coinvolte nell'evento organizzato al The Daily Meal.

Una delle artiste coinvolte nell’evento organizzato al The Daily Meal.

Assai variegato il menù che l'Executive Chef Alessandro Gargani ha proposto ai suoi commensali: acciughe alla vodka (“Un antipasto creato apposta come apri-cena, apri-stomaco e apri-mente”); polpettine di melanzane e ricotta, servite su insalata di campo, caprino e riduzione di balsamico; le Tagliatelle del Magnifico (“Prendono il nome da Lorenzo de' Medici, ovviamente, e sono il best seller del nostro ristorante, addirittura premiato da GQ Magazine nel 1992 con il gold dish award”, fatte con crema di latte, scorza di limone e d'arancia, menta, cognac e parmigiano; polenta con salsiccia sbriciolona; baccalà fritto con salsa di pomodoro piccante; un crostone di cavolo nero e fagioli con olio nuovo, per i vegetariani; un tortino gluten free al cioccolato al gusto di cocco, servito con rosmarino, sale e olio (“Sembra un accostamento strano, ma ti giuro che funziona! Hai il dolce del cioccolato, il sapore dell'olio d'oliva, l'aroma del rosmarino e i chicchi di sale grosso che scrocchiano sotto i denti: texture and flavour allo stesso tempo”).

Alessandro ha 36 anni ed è un vulcano. Difficile riuscire a contenerlo in un'intervista: il contesto in cui è cresciuto (10 anni trascorsi anche a New York) e le persone con cui ha avuto a che fare lo hanno portato, come succede spesso, a superare i suoi maestri (il padre e la madre). Oggi, non solo ha saputo farsi carico e continuare a mantenere florida l'impresa di famiglia; è andato oltre. Il cibo e l'arte gli sono stati tramandati da chi lo ha preceduto, ma lui li ha voluti condire anche con l'amore. Queste opere d'arte accumulate nel corso degli anni da La Cucina del Garga non potevo restare accumulate da qualche parte, andavano donate.

“La donazione è la parte più bella di tutta la storia – confessa Alessandro – e nasce dalla malattia di mio padre. Quando nel 2010 sono tornato a Firenze da New York, l'ho trovato con un tumore in fase avanzata e da lì abbiamo praticamente iniziato a vivere negli ospedali. Quelle pareti assurde, quella tristezza…stavamo combattendo un tumore, cercando allo stesso tempo di rimanere sereni. Così c'è venuta l'idea di chiedere all'allora primario di Oncologia dell'Ospedale Torre Galli di Firenze, la Dott.ssa Meucci, il permesso di abbellire quell'ambiente, di portare colore e amore per alleviare le sofferenze di chi deve rimanere a lungo in ospedale”.

Prima di morire Giuliano Gargani ha realizzato 15 opere che sono state donate all'Ospedale con l'idea appunto di portare colore e amore. Ma quello che padre e figlio hanno concepito è il Garga for Hospital, un progetto di grandi dimensioni che a partire da questa mission riuscisse a coinvolgere quanti più ospedali possibile. Il progetto non è ancora decollato, ma “A breve lo farà”, ci anticipa Alessandro. E forse ha già iniziato. A New York Alessandro si è portato con sé una cinquantina di tovaglie che, insieme a quelle realizzate dagli artisti durante la cena organizzata negli studi del The Daily Meal, sono state donate al Brooklyn Hospital Children.

 

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Chiara Zaccherotti

Chiara Zaccherotti

Laurea in Scienze della Comunicazione e un master in Giornalismo Ambientale, ho iniziato a lavorare nella comunicazione integrata, occupandomi redazione, ufficio stampa e organizzazione di eventi. Redattrice dal 2006 per varie testate (Rinnovabili.it, Metro, La Repubblica) e giornalista pubblicista dal 2012, sempre più occupo di coordinamento editoriale e gestione web. Cambio cappelli con estrema facilità e sono un'irriducibile ottimista. Maremmana di nascita e di indole, ho vissuto e lavorato a New York per 4 anni, dove ho imparato che se una cosa la riesci a fare lì, allora la puoi fare ovunque.

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