Si temeva di non farcela per Calici di Stelle, la notte di San Lorenzo delle stelle cadenti, in cui si aprono le Cantine ai visitatori in notturna e che, ormai da oltre vent’anni, coincide in alcune aziende viticole anche con il via alla vendemmia. È il caso di Donnafugata, la storica cantina di Marsala con vigneti all’estremo sud della provincia di Palermo, nella zona più alta dell’altopiano del Belice, incuneati tra la provincia di Trapani e quella di Agrigento. Quest’anno la primavera è stata fredda e con pioggia, la maturazione delle uve quindi ritardata, ma infine per la notte di sabato 10 agosto lo Chardonnay per la base spumante di Donnafugata ha raggiunto il giusto grado di maturazione e d’equilibrio tra acidi e zuccheri – come ha potuto ben constatare chi, come noi, ha assaggiato gli acini dai grappoli appena colti nelle vigne illuminate da potenti fari – e la raccolta è potuta iniziare.
“In Sicilia la vendemmia sta iniziando con un ritardo medio di 8-10 giorni, con condizioni che variano poco da provincia a provincia e che lasciano prevedere un raccolto inferiore in termini quantitativi ma di ottima qualità – ha spiegato Antonio Rallo che, oltre che titolare della cantina Donnafugata insieme alla sorella Josè, è il presidente del Consorzio Doc Sicilia che riunisce 7.500 viticoltori dell’Isola – prevediamo una raccolta inferiore al 10% rispetto all’anno scorso, ma le uve sono sane, peseranno un po’ meno ma sono più concentrate, gli acini sono più piccoli ma croccanti e ricchi di profumi, insomma ci sono tutte le premesse per un’ottima annata”.
Il primo vitigno che in Sicilia giunge a maturazione è però il Pinot Grigio per cui in Sicilia occidentale, in altre cantine, la vendemmia è già iniziata lunedì 5 agosto. A Donnafugata con lo Chardonnay invece si comincia qualche giorno più tardi e, com’è oramai consuetudine, si fa coincidere l’evento ogni anno con un diverso spettacolo in vigna, sempre all’insegna del legame inscindibile, sin dalla notte dei tempi, tra arte e vino. Per il 2019 si è scelta l’Opera dei Pupi Siciliani, in particolare quelli storici dei Fratelli Napoli di Catania, famiglia di pupari da cinque generazioni, ha iniziato l’attività Don Gaetano nel 1887, così come ormai da cinque generazioni i Rallo producono vino, avendo cominciato nel 1851. “Quello dell’Opera dei Pupi siciliani, Patrimonio Immateriale dell’Umanità Unesco, è un mondo ai noi molto vicino – ha spiegato Josè Rallo – sia nell’iconografia che nei nomi di alcune nostre etichette. Con i fratelli Napoli ci accomuna il fare artigianale, i valori, i colori ed il linguaggio fantastico fortemente identitario, e così uniamo la cultura del vino alle altre tradizioni della nostra comunità”. L’occasione della collaborazione con i Fratelli Napoli ha portato Donnafugata in contatto con il Museo Internazionale delle Marionette Antonio Pasqualino di Palermo che ospita parte della loro collezione di pupi storici e la cantina ha deciso di finanziare il restauro di due dei loro pupi più antichi, Angelica e Carinda, bisognosi di interventi urgenti, utilizzando lo strumento governativo dell’Art Bonus che consente un credito d’imposta pari al 65% dell’importo donato. Durante Calici di Stelle, gli oltre mille visitatori della cantina hanno potuto seguire le gesta proprio delle bella principessa Angelica in abbinamento allo Chardonnay La Fuga e quella della paladina Bradamante sorseggiando il Cerasuolo di Vittoria (Nero d’Avola e Frappato) Floramundi.
Nel corso della serata di Calici di Stelle sono state più di 20 le etichette di Donnafugata in degustazione, provenienti dalle diverse Tenute dell’azienda, con terroir molto diversi: oltre che a Contessa Entellina, dove si trovano terreni di medio impasto argillosi ideali per dare vita ai rossi importanti, dai sentori di frutti neri concentrati, quali il prestigioso Mille e Una Notte, Donnafugata produce infatti anche nelle terre vulcaniche, calde e ventose di Pantelleria dove nasce il celeberrimo passito Ben Ryé; a Vittoria (Ragusa) dove invece i terreni sabbiosi con substrato tufaceo sono perfetti per ottenere rossi giovani, dai sentori di frutta rossa fresca, adatti anche al consumo estivo anche a temperatura raffreddata; e, infine, sull’Etna, a Randazzo, sul versante nord del vulcano dove si coltiva il Nerello Mascalese e dove sta per partire, dal prossimo lunedi 19 agosto, un nuovo progetto di accoglienza per gli appassionati – da segnarsi in agenda – che comprenderà anche sperimentazioni di abbinamento cibo-vino.