Il monologo di Saman, sgozzata dalla famiglia per essere libera di amare
Mi è sempre piaciuto il mio nome: Saman. Quando qualcuno lo pronunciava, aveva un suono così melodioso. Poi mi guardavo allo specchio ed ero brutta, bruttissima. Gli occhi nascosti dalle lenti degli occhiali, sormontati da sopracciglia che si congiungevano in mezzo al naso, che era un po’ lungo, la bocca...
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