Joe Wright, regista di L’ora più buia e Espiazione, torna a confrontarsi con la storia, questa volta con la serie M. Il figlio del secolo, presentata fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2024. La serie, composta da otto episodi, esplora l’ascesa al potere di Benito Mussolini, una delle figure più controverse del XX secolo. Tuttavia, ciò che emerge non è solo un ritratto del dittatore, ma anche un’indagine su come il potere, il carisma e la manipolazione possono ancora oggi affascinare e ingannare il pubblico.
La narrazione, basata sull’omonimo romanzo vincitore del Premio Strega, non è un semplice resoconto dei fatti storici, ma una dissezione chirurgica della mente del dittatore e del contesto che lo ha partorito.
La serie copre un decennio fondamentale della vita del Duce, dai suoi primi anni come editore del giornale politico Il Popolo d’Italia, fino al famigerato discorso in Parlamento nel 1925, dopo l’omicidio del deputato socialista Giacomo Matteotti. Il regista offre inoltre, uno spaccato del privato di Mussolini e delle sue relazioni personali, tra cui quelle con la moglie Rachele, con l’amante Margherita Sarfatti e con altre figure iconiche dell’epoca.
“Ho trovato interessante approfondire questa figura storica, e soprattutto quanto poco si conosca di lui al di fuori dell’Italia”, ha detto il regista. La sua ascesa al potere secondo Wright “ha una risonanza politica incredibile nel mondo di oggi”.
Guardando il film è impossibile non cogliere i paralleli tra la figura di Mussolini e i leader populisti contemporanei. “Dal 2016 abbiamo assistito a un ritorno spaventoso di retoriche e politiche populiste”, spiega Wright. “Mussolini è stato il precursore di un certo tipo di demagogia che continua a influenzare la politica globale, non solo in Italia o in Europa, ma anche negli Stati Uniti, in Brasile e altrove”. Il regista non esita a collegare la figura di Mussolini con quella di Donald Trump, richiamando persino l’insurrezione del 6 gennaio 2021 negli Stati Uniti.
Luca Marinelli, che interpreta Mussolini, spesso si rivolge direttamente allo spettatore, con frasi provocatorie come “Seguimi, anche tu mi amerai. Farò di te un fascista”. In questo momento, il pubblico non è più solo testimone passivo, ma si trova costretto a confrontarsi con il potere seduttivo di una figura storica così controversa.
Dal punto di vista visivo, M. Il figlio del secolo è indubbiamente affascinante. Wright alterna immagini in bianco e nero con sequenze a colori, in una sorta di dialogo tra passato e presente che riflette non solo i fatti storici, ma anche la loro eredità culturale.
Wright è un maestro nel creare atmosfere e riscrivere la storia, ma in questo caso sembra camminare su un terreno instabile. Il rischio più grande è che, nel tentativo di modernizzare la figura di Mussolini e renderla attuale, la serie finisca per privilegiare l’intrattenimento a scapito di una riflessione più profonda.