Con le elezioni italiane imminenti, il Lido rischia di essere tappa di campagna elettorale e la politica italiana un tormentone più o meno consapevole. All’inaugurazione della Mostra del Cinema erano presenti il ministro della Cultura, Enrico Franceschini (PD-con foto sul red carpet con l’ex Segretaria degli Stato Uniti Hillary Clinton), e il Presidente della Camera, Roberto Fico (M5S), più discreto, ma sul festival veneziano la politica sta avvelenando un po’ il clima con accuse incrociate che si richiamano alla par condicio.
Ad accendere la miccia è stata la proiezione del documentario Marcia su Roma del regista irlandese Mark Cousins, evento speciale delle Giornate degli Autori, a 100 anni dalla presa del potere di Benito Mussolini alla guida del primo governo dell’era fascista e nel quale viene evocata anche l’attuale leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.
Contraria alla proiezione, giudicandola “una scelta di pessimo gusto”, si è dichiarata Rita dalla Chiesa, candidata alle prossime elezioni con Forza Italia. “Sicuramente ci sono stati due pesi e due misure”, ha detto, aggiungendo: “Mi sono rassegnata al blocco per l’uscita della fiction sulla vita di mio padre perché c’era una legge, e io sto attenta alle regole, ma poi vedere che al Festival di Venezia permettono la presentazione di un documentario come Marcia su Roma lo trovo come minimo poco equo”.
Alberto Barbera, direttore del festival di Venezia, ha così commentato le polemiche: “La Mostra del Cinema è uno spazio di libertà d’espressione e non prende posizioni politiche, non fa nulla per qualcuno né contro qualcuno in ambito politico. Il festival è una festa della libertà, che ospita opere che presentano il punto di vista degli autori. Viviamo in un paese in cui c’è libertà di espressione e la responsabilità di quello che viene detto è dell’autore che ha realizzato l’opera”.
Polemica finita? Aspettiamo. A giorni torna a Venezia il segretario della Lega, Matteo Salvini, per accompagnare la fidanzata Francesca Verdini, tra i produttori del documentario Franco Zeffirelli, conformista ribelle di Anselma Dell’Olio.