Si susseguono al Bif&st di Bari anteprime mondiali di significativo valore artistico e produttivo, in particolare quelle che riguardano il cinema italiano. La cosa che meraviglia ancor di più giornalisti e addetti ai lavori presenti è il fatto che questa tredicesima edizione è stata confezionata in soli sei mesi! Ieri è stata la volta di Tapirulan di Claudia Gerini (che nel film è anche attrice) e di Settembre di Giulia Louise Steigerwalt, entrambe al loro debutto alla regia. Per la verità, della Gerini non si può proprio parlare solo di “debutto dietro la macchina da presa” visto che per quasi tutto il film corre veramente su un tapis roulant (alla fine più di 100 km macinati!) tra angosce interiori e fantasmi del passato che improvvisamente riemergono e tornano a tormentare la sua vita.
Tapirulan, un ben riuscito mix di ironia e dramma, rappresenta una prova molto complessa per la Gerini, che veste i panni di Emma, una “counselor” che lavora da casa correndo: è una donna semplice ma anche sofisticamente complicata nel fondo, una donna forte ma al tempo stesso molto fragile, che ha sommerso un dolorosissimo passato familiare sotto una montagna di negazioni personali e sociali. Il tutto si svolge prevalentemente in un’unica location, uno stanzone con enormi vetrate che si affacciano sul mondo: il tapis roulant è la metafora del correre rimanendo fermi, bloccati, incastrati in uno stallo emotivo che, se non superato, rischia di portare alla morte dell’anima; indica il bisogno di cominciare a correre verso una nuova vita liberandoci della gabbia di vetro in cui l’abbiamo rinchiusa giustificando la scelta dietro bugie esistenziali o rovesciando i nostri fallimenti su fattori o persone esterne.
“Ci si ripara dagli ostacoli che abbiamo fuori, ma non da quelli che abbiamo dentro”, dice Emma commentando il pessimismo di un semipsicopatico che ha paura ad uscire di casa. E’ naturalmente un film che manda attraverso ogni personaggio messaggi sui quali dovremmo tutti riflettere: la differenza è un punto di forza; tutti prima o poi proviamo nella vita la sensazione di non saper più come andare avanti, come liberarci dalla gabbia che ci siamo costruiti attorno, perché non ci rendiamo conto che dobbiamo riprenderci la vita che vorremmo altrimenti non la cambieremo mai. Basta con il letargo psicologico.
Soggetto e sceneggiatura di Tapirulan portano le firme di Antonio Baiocco e Fabio Morici, con la collaborazione di Claudia Gerini.

Ricco il cast, con tanti attori, oltre la Gerini, tra cui Claudia Vismara, Corrado Fortuna, Daniela Virgilio e Antonio Ferrante.
“Fare la regista mi è piaciuto molto, è stata un’esperienza entusiasmante, molto impegnativa che mi ha permesso di fare un viaggio creativo a 360° – ha detto Claudia Gerini -. Sono onorata ed emozionata dal fatto che un festival prestigioso come il Bif&st abbia scelto di tenere a battesimo il mio esordio alla regia. È un primo passo importante che condivido con gioia con tutta la squadra produttiva e creativa, ognuno ha creduto fin dal primo istante a questo progetto, con dedizione e passione. Ringrazio tutti”.
E veniamo ora ad un’altra applauditissima anteprima italiana, Settembre di Giulia Louise Steigerwalt. Dopo essere stata lanciata come attrice da Gabriele Muccino in Come te nessuno mai (1999) e poi in L’ultimo bacio (2001), la multiforme carriera artistica di Giulia Louise Steigerwalt, italoamericana nata Houston, pur continuando come attrice ha preso nuove strade: sceneggiatrice di fiction e film, tra cui Moglie e Marito (2017), Il Campione (2019), Croce e delizia (2019) e Marilyn ha gli occhi neri(2021, grande successo al Bif&st dello scorso anno e al botteghino) ed ora il passaggio alla regia con Settembre, una commedia romantica dolce/amara che esplora le relazioni umane, la nostra natura più profonda, la sempre più necessaria ricerca di un contatto più autentico tra le persone. Un’opera prima fatta di inquietudini esistenziali, dialoghi incalzanti con sottofondo i grandi successi musicalmente esistenziali di Bob Dylan.

Perché questo titolo? Perché è il mese dell’inizio dell’anno scolastico, quindi metaforicamente, di riflesso, indica anche l’esigenza di fare un passo in più se vogliamo volare verso la vita che sogniamo. Accade proprio in un giorno di Settembre che tre personaggi si accorgano che la vita in cui si ritrovano non è quella che sognavano ma anche che la felicità, pur se lontana, è ancora possibile se si ha la capacità interiore di non pensare solo a se stessi ma di “pensare per due”, cioè non adeguarsi mai al proprio status quo psicologico.

Al ritorno dalle vacanze estive la teenager Maria (Margherita Rebeggiani) viene finalmente notata dal ragazzo che le piace, il quale attraverso Sergio (Luca Nozzioli), compagno di scuola, le chiede se vuole andare a letto con lui. La proposta non è delle più romantiche, eppure Maria accetta subito, salvo andare presto nel panico perché del sesso non ne ha la benché minima conoscenza. Sergio si offre di aiutarla, e insieme trascorrono un intero pomeriggio, scoprendosi per la prima volta complici. Nel frattempo Francesca (Barbara Ronchi), madre di Sergio, causa il referto, errato, di una delicata visita medica, sta cambiando radicalmente l’orizzonte futuro della sua vita, avvicinandosi sempre di più alla sua amica Debora (Thony, autrice anche della musica), con cui sta nascendo un rapporto nuovo e più autentico, che in passato non si era mai concessa. Lo confessa una sera al suo medico, Guglielmo (Fabrizio Bentivoglio), incontrato per caso in un bar, il quale da quando la moglie l’ha lasciato vive come bloccato, apatico e il cui unico contatto reale sembra essere solo quello con Ana (Tesa Litvan), una giovane prostituta pragmatica e diretta che lui frequenta regolarmente e che, nonostante le difficoltà della vita, ha conservato la voglia di sognare. La notizia di un flirt tra lei e un ragazzo del quartiere, unito ai racconti di Francesca, danno a Guglielmo un nuovo punto di vista sulle cose, sui rapporti umani e sul senso della vita che gli permetterà di dare un’altra direzione alla sua vita..
Settembre è un racconto corale che esplora le relazioni umane, la nostra natura più profonda, la necessaria ricerca di un contatto più autentico tra le persone. Temi comuni delle tre vicende sono: l’importanza dell’autenticità dei sentimenti e della necessità di trovare dentro sé stessi, davanti a situazioni difficili, le forze magari impensate per reagire al letargo.