Sono passati quattro anni dal disco che ha fatto conoscere al mondo una delle voci più raffinate e originali della scena rap indipendente. In CARE FOR ME, tra gli album del 2018 più celebrati dalla critica di genere e non solo, Saba aveva messo in mostra un gusto dagli echi soul e nu-jazz molto maturo e ambizioso per un ventiquattrenne. Del resto il suo percorso musicale che a oggi vanta 31 featuring, 1 ep, 2 mixtape e 3 album, è iniziato davvero precocemente.
Tahj Malik Chandler è nato nel 1994 a Austin, uno dei centri di Chicago West Side che a livello di degrado e criminalità ha purtroppo poco da invidiare dalle più note aree di South Side. La famiglia per fortuna cerca di tutelare al meglio il figlio per strapparlo fin da adolescente dalle tentazioni della strada. Suo padre Chandler, artista R&B noto in zona come Chandlar (e che compare anche come featuring in un brano scritto da Saba nel 2016, “Gps”) fa avvicinare Tahj Malik al pianoforte già all’età di 7 anni. Insieme alla moglie decide di far iscrivere il figlio in una scuola superiore privata dei sobborghi di Chicago per tenerlo lontano dalle disastrate scuole pubbliche di Austin. Il “piano educativo” funziona e Saba preferisce la vita solitaria a socializzazioni pericolose, immergendosi fin da adolescente in libri e ascolti di classici fino ai più contemporanei Lupe Fiasco, Bone Thugs-n-Harmony e Kanye West che lo spingono a iniziare il suo percorso nel rap.
Nel 2012 a soli diciassette anni pubblica il suo mixtape d’esordio, GETCOMFORTable (dove compare un astro nascente di Chicago, un allora giovanissimo Mick Jenkins. Nello stesso anno lancia il collettivo musicale Pivot Gang insieme al fratello Joseph Chilliams (AKA Jerrel Chandler),al cugino John Walt, che morirà prematuramente nel 2017 ispirando il disco CARE FOR ME, e l’amico MFnMelo AKA Logan Yutters. Nel progetto collaboreranno a vario titolo Lucki Eck$, Martin $ky, Ausar e Noname che vi abbiamo presentato qui nel 2018 e che nel frattempo è diventata una delle voci black femminili del momento.
L’amicizia e il legame artistico con Noname darà senz’altro una forte spinta alla popolarità di Saba insieme a un’altra amicizia illustre, quella con Chance The Rapper che nel 2013 lo vorrà come featuring nel disco della sua improvvisa ascesa al successo, Acid Rap, come partner in “Angels”, hit del 2015 e tra i guest del disco “Surf” del progetto parallelo Donnie Trumpet and the Social Experiment.
Dopo il secondo mixtape Comfort Zone, in questo network di collaborazioni che plasmano una nuova scena neo-soul d’autore in quel di Chicago, Saba pubblica il suo primo album ufficiale, Bucket List Project dove ospita Twista, Akenya, Jean Deaux, il fratello Joseph Chilliams e ovviamente Noname che ricambierà la cortesia includendolo tra i guest di uno dei dischi più celebrati del 2016, Telefone.
Il resto è storia più o meno nota: nel 2019 un altro big, J. Cole, lo coinvolge nel progetto Revenge of the Dreamers III e negli stessi mesi nasce un super-trio, Ghetto Sage, formato da Saba, Noname e Smino, altro big name del collettivo Zero Fatigue nato tra St. Louis e Chicago.
Nel 2021 due terzi dei Ghetto Sage, lui e Smino, contribuiranno con un brano – “Plead The .45,” – alla soundtrack del cult movie di Shaka King, Judas and the Black Messiah.
Few Good Things, terzo album della densissima carriera di SABA è pubblicato il 4 febbraio e anticipato da quattro tracce molto promettenti.
In “Fearmonger “ e “Come My Way” accompagnato da Krayzie Bone si muove sui territori più classici tra soul e funk sulla scia di CARE FOR ME.
In “Stop That” e “Survivor’s Guilt” dove anche grazie alla partecipazione della nuova superstar di Chicago G Herbo si sposta su scenari più contemporanei.
Gli ospiti anche in questo terzo album non mancano. Tra i credits figurano infatti Black Thought, 6LACK, Smino, Mereba, Fousheé, Eryn Allen Kane e l’inossidabile Pivot Gang e per il quasi ventottenne Saba il 2022 si preannuncia come l’anno della definitiva esplosione.
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