Una locandina affissa all’ingresso del Metropolitan Opera di New York annuncia la trasferta in uno dei più preziosi scrigni dell’architettura del mondo, la Cappella Palatina della Reggia di Caserta. Si tratta di un evento che rientra nel programma del teatro newyorchese (uno dei teatri d’opera più grandi del mondo) che, causa pandemia, ha deciso chiudere i battenti e trasferire alcuni concerti in piccole e significative location, trasmettendo lo show attraverso la propria piattaforma.
A spectacular chapel
Una di queste location è la Cappella custodita nel Real Sito di Caserta, “A spectacular chapel – la definisce una nota del teatro newyorchese – that provides the perfect setting for a program that includes favourite excerpts from Puccini’s Tosca as well as other popular duets and arias”. La “spettacolare cappella” fu costruita su progetto di Luigi Vanvitelli e completata nel 1773, due anni prima della dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti.

Gli artisti si esibiranno da Caserta per il Metropolitan
Sembra tutto filare liscio, la notizia dell’iniziativa culturale tra Metropolitan Opera e Reggia di Caserta viene riportata dal Corriere del Mezzogiorno, (Corriere della Sera), attraverso un articolo a firma di Francesco Canessa. Il giornalista da conto dell’iniziativa, “20 dollari il costo del ticket necessario per accedere da casa propria alla piattaforma. Il concerto è annunciato per sabato 24 ottobre alle 13, orario usuale dei matinée di fine settimana nei teatri americani, che da noi corrisponde alle 19”. Poi racconta degli artisti che si esibiranno da Caserta per il Metropolitan, “accompagnamento al pianoforte dello specialista Vincent Scalera, vecchia conoscenza del San Carlo e di molti teatri italiani, canteranno Diana Damrau e Joseph Carreja”.
La polemica sulla originalità della Cappella
La polemica nasce da una considerazione che il giornalista fa sulla originalità della Cappella, “II Met evita di precisare – ed è comprensibile – che la spectacular chapel è solo in parte quella originale del Vanvitelli, – scrive polemicamente Canessa – semidistrutta proprio dai bombardieri americani il 27 agosto del ’43 e successivamente restaurata per quanto possibile, essendosi irrimediabilmente persi tra le tante cose 7 degli 8 dipinti alle pareti, i marmi pregiati del transetto e dell’altare, di cui sono conservati alcuni spezzoni sfregiati a ricordo dell’inutile atto di guerra subito”.

La Cappella Palatina non è un falso storico
Considerazione, che insieme ad altre, provocano la reazione piccata della direttrice della Reggia di Caserta Tiziana Maffei, “La Cappella Palatina non è un falso storico – scrive la Maffei – È falsa e lesiva dell’immagine dell’Istituto museale, l’informazione riportata relativa alla Cappella Palatina – la Cappella Palatina spiega Maffei – porta ancora le tracce del dramma della guerra, non è un falso storico, ma piuttosto si configura come splendida autentica testimonianza del passaggio della storia. Si ricorda che i segni dei bombardamenti sulle colonne «originarie» sono un monito al peso distruttivo della guerra in un luogo che ha visto settantacinque anni fa la Resa dei tedeschi, firmata proprio alla Reggia di Caserta”.

Non sempre i bombardamenti alleati furono selettivi
Le guerre, soprattutto gli ultimi due conflitti mondiali, hanno causato la distruzione totale o parziale di migliaia di edifici di interesse storico e architettonico in tutta Europa. Non sempre i bombardamenti alleati furono selettivi e dunque una quantità di capolavori dell’arte ha pagato un prezzo altissimo. Si può citare, per tutti, il caso dell’Abbazia di Montecassino risalente al X secolo, rasa al suolo da un bombardamento alleato il 15 febbraio 1944e ricostruita dopo un lavoro minuzioso di recupero a partire dal 1949 ed oggi restituita alla fruizione universale. Sorte diversa toccò alla Cappella palatina l’anno precedente nel 1943. La perla vanvitelliana della Reggia fu gravemente danneggiata e nel lavoro di ripristino dei luoghi i danni causati dal bombardamento vennero lasciati di proposito per ricordare alle generazioni future gli orrori della guerra.
Il concerto si terrà ma la polemica non si placa
La polemica non accenna a placarsi, intanto il concerto prodotto dal Metropolitan Opera di New York si terrà, come previsto, nella Cappella Palatina il 24 ottobre, sarà rigorosamente a porte chiuse e rappresenterà una straordinaria occasione di scambio culturale tra New York e l’Italia in un luogo che è “connubio straordinario tra architettura, arte e storia”.