Azzeccati ma prevedibili. Nessuna sorpresa, o quasi, fra i 25 vincitori della 77esima edizione dei Golden Globes, tranne la mancata statuetta a Martin Scorsese per “The Irishman”.
I VINCITORI – Sbaraglia tutti “C’era una volta… a Hollywood” di Quentin Tarantino che porta a casa ben tre statuette: miglior film comico, miglior sceneggiatura e miglior attore non protagonista (andato a Brad Pitt, che ha ringraziato il suo “partner in crime” Leonardo DiCaprio e scherzato a distanza con la sua ex storica Jennifer Aniston).”Grazie a tutti, ma soprattutto a mia moglie che mi segue da Tel Aviv e che aspetta il nostro bambino”, ha commentato il regista. A seguire il film bellico “1917″ eletto miglior dramma e premiato per la miglior regia (il film sembra girato in un unico piano sequenza grazie a espedienti tecnici ideati da Sam Mendes). Il “Joker” di Todd Phillips conquista due statuette: miglior colonna sonora e miglior attore protagonista in un film drammatico a Joaquin Phoenix. L’attore è salito sul palco e ha voluto lanciare un messaggio in favore del clima. “Dobbiamo prenderci le nostre responsabilità e cambiare qualcosa nelle nostre vite”, ha dichiarato. “Ed evitare di prendere un jet privato per venire qui, ad esempio”. Un primato anche per Awkwafina, prima asiatico-americana a essere eletta miglior attrice nella categoria musical o commedia battendo super rivali quali Cate Blanchett ed Emma Thompson.
Nella serata degli outsider, il sudcoreano “Parasite” è stato premiato come miglior film straniero. “Una volta che superi la barriera dei sottotitoli, verrai introdotto a tanti film meravigliosi”, ha commentato il regista Bong Joon-Ho durante il discorso di ringraziamento. Per quanto riguarda le categorie televisive, Phoebe Waller-Bridge è stata premiata come migliore attrice di serie comica e per la miglior serie tv comica, Fleabag; mentre Chernobyl ha conquistato il premio per la miglior miniserie e per il miglior attore, andato a Stellan Skarsgård. Tra i vincitori anche Michelle Williams, miglior attrice in una miniserie per la sua performance in “Fosse/Verdon”, Russell Crowe e Olivia Colman, miglior attrice drammatica per “The Crown”. La Williams è salita sul palco con il pancione e ha parlato in difesa della libertà femminile. “Sono grata di vivere in un momento storico in cui per noi donne esiste la possibilità di scegliere, perché quel che accade al nostro corpo non sempre è una nostra scelta”, ha detto in riferimento ai movimenti antiabortisti che stanno proliferando negli Stati Uniti.
CHE PAURA, RICKY GERVAIS! – Cinico, politicamente scorretto, estremamente divertente. Come sempre Ricky Gervais, chiamato a presentare la serata, fa strage di risate durante il suo discorso iniziale (“l’ultimo ai Golden Globes” a suo dire, perché troppo anche per lui) Gervais sferra battute a mo’ di freccette e ne ha davvero per tutti: dalla “bassezza” di Martin Scorsese “che non gli permette nemmeno di accedere ai Luna Park” alla passione di Leonardo DiCaprio per le donne più giovani (“DiCaprio ha presenziato alla premiere di C’era una volta…a Hollywood e quando è uscito la ragazza con la quale aveva appuntamento era già troppo vecchia per lui”) fino a Judi Dench per il film “Cats” (definito dai più un vero flop e da altri “la cosa peggiore che possa capitare a un gatto dopo un cane”). Ma non ha risparmiato le multinazionali come Apple, Amazon e Disney che ha definito “il servizio di streaming dell’Isis”.
TANTA AUSTRALIA, POCO IRAN – “Non siete nella posizione di dare lezioni su niente. Non conoscete il mondo reale. La maggior parte di voi ha passato a scuola meno tempo di Greta Thunberg. Nel caso in cui doveste vincere il vostro piccolo premio, ringraziate il vostro agente e il vostro Dio, e poi andate fuori dalle palle”. Il comico e presentatore Ricky Gervais lo aveva detto forte e chiaro a inizio serata: astenersi dal parlare di politica in un momento così delicato per gli Stati Uniti. Detto, fatto. I protagonisti di questi Golden Globe 2020 hanno mantenuto un profilo basso, limitandosi ad esprimere la loro solidarietà per l’Australia – colpita in questo periodo da devastanti incendi – e/o schierandosi contro i cambiamenti climatici. Tutti tranne una: Patricia Arquette che, premiata come miglior attrice non protagonista per il film drammatico «The Act», è salita sul palco con un coraggio da leonessa. Dopo i ringraziamenti di rito ha attaccato duramente il presidente Donald Trump per la sua decisione di eliminare il generale iraniano Qassem Soleimani: «Quando penseremo a questa notte – ha detto – Troveremo scritto sui libri di storia di un Paese sull’orlo della guerra: gli Stati Uniti d’America. Di un presidente che su Twitter annuncia di voler sganciare 52 bombe. I giovani rischiano la vita viaggiando per il mondo. E ci sono genitori che non sanno se cadranno bombe sulla testa dei propri figli».