A cuore aperto, con i suoi sedici anni di successo di pubblico e critica, vanta più di trecentocinquanta repliche e più di ottomila spettatori. Lo spettacolo (produzione Compagnia Arcadinoè), con musiche originali di Fabio Bianchini, mette in scena una vicenda senza tempo, senza luogo, senza convenzioni: la storia d’amore di tutti, con le turbolenze, i dolori e i sorrisi di chi si ama intensamente e con passione. Due anziani coniugi, nelle fattezze di due giovani per conservare i colori di un’ambientazione senza tempo, si confrontano ricordando gli anni vissuti insieme. In uno sguardo di due minuti (dilatati in un’ora e venti di spettacolo) i due si incontrano forse per l’ultima volta e da questo incontro scaturisce un fiume in piena di ricordi. All’interno dello spettacolo due memorabili camei vocali di Arnoldo Foà e Maria Rosaria Omaggio.
Ci racconti la genesi di questo progetto?
“A cuore aperto è un testo nato nel 2002 per il forte desiderio di raccontare una storia semplice, intensa e di forte condivisione. L’amore mi è sembrato la strada giusta. Erano gli anni in cui la drammaturgia contemporanea indulgeva in temi pulp, molto performativi, interessanti ma in cui il pubblico non poteva ritrovarsi (Sarah Kane). Volevo tornare alle emozioni. E l’amore è e resterà sempre l’unico argomento comune a tutti gli esseri umani: tutti lo incontrano, volenti o nolenti. E tutti ne conoscono la bellezza assoluta. Anche chi dice di non cercarlo, sa che prima o poi arriverà. E in fondo lo aspetta.”
Quali sono i punti di forza dello spettacolo? Perché è da vedere?
“È uno spettacolo “spudorato” nel suo voler parlare positivamente dell’amore: questa coppia l’ha trovato e ce lo racconta. Attraverso ottanta anni di vita personale che si incrocia con la storia. L’evocazione totale dei loro ricordi riporta lo spettatore in un mondo lontano, pulito, ricco di semplicità e quindi di verità, affidando alla memoria l’indiscusso potere di detonatore dei sentimenti. E finché c’e memoria, non c’e morte. Finché esisterà anche solo una persona a ricordarsi di te, tu sarai vivo. L’amore dei due protagonisti è immortale, perché ce n’è memoria. In questo caso è memoria teatrale, ma vale altrettanto quanto la memoria di una nonna vera che davanti a un piatto di pasta ci ricorda le sue storie di ragazza.”
Cosa significa per voi andare in scena a New York?
“È molto stimolante. Questo spettacolo ha oltre quattrocento repliche sulle spalle, sempre di altissimo gradimento. E parla anche di emigrazione: ma farlo in un paese che ha ospitato la grande emigrazione italiana ha un senso in più. È uno spettacolo che potrebbe essere rappresentato in tutti gli istituti di cultura italiana del mondo.”

Lo spettacolo viene rappresentato da sedici anni. Nel corso di tutto questo tempo hai sentito l’esigenza di cambiare qualcosa nel testo e/o nella messa in scena? Perché?
“No. Lo spettacolo è esattamente lo stesso del 2002: formula vincente non si cambia. Si sono avvicendate molte attrici e ovviamente ognuna ha messo qualcosa di sé ma il testo è talmente scritto in forma poetica che non concede grandi interventi. Funziona bene così.”
Qual è il messaggio che vuoi trasmettere al pubblico che viene a vedere lo spettacolo?
“In un tempo storico/culturale e di costume come quello in cui viviamo, in cui il sentimento si confonde con il sesso e spesso ne viene sopraffatto, A cuore aperto mostra una nuova (ma vecchissima) possibilità: crederci! I miei due protagonisti sono stati certamente molto fortunati, nel trovarsi, ma hanno anche deciso (erano altri tempi, i loro!) di restare. Il pubblico li ama perché forse un po’ li invidia e si lascia convincere del fatto che un amore lungo tutta la vita possa ancora essere possibile.”
A cuore aperto racconta di una coppia e del loro amore; qual è secondo te il segreto per un rapporto duraturo e appassionato nel tempo?
“La mia coppia si è conosciuta a scuola intorno agli anni ‘30 in un paesino della Toscana. Il loro percorso (anche in relazione alla storia d’Italia) è impossibile da replicare. Oggi certamente il trucco sta nella calma, nella complicità, nella ricerca di novità interne alla coppia (viaggi, cultura, interessi…), nel non prendere a modello le discutibili modalità di coppia che ci bombardano, anche sul piano sessuale, ma nell’usare il proprio amore (che deve esserci, sennò parliamo di aria fritta) come scudo a tutto il mediocre che ci inonda e che ci potrebbe distrarre. La maggior parte delle coppie non ci riesce, e si sfascia prestissimo.”
With Open Heart andrà in scena presso il The Brick Theatre (Brooklyn) il 9 maggio alle ore 19 e il 10 maggio alle ore 20.
Per maggiori info: InScena!