Anche se spesso ministri e professori lo dimenticano, la scuola è per eccellenza il luogo della socializzazione dei ragazzi e in una società sempre più multietnica – piaccia o no – la differenza è valore, risorsa, primo passo verso un’etica della reciprocità. Per incentivare alla convivenza pacifica e al dialogo interculturale, la scuola deve quindi porsi in atteggiamenti di ascolto delle storie di vita altrui, degli stranieri per estirpare pregiudizi e stereotipi, prevenire la discriminazione degli immigrati e favorire il confronto e il dialogo con l’altro.
Per quanto appena detto, è da considerare di ottimo auspicio per il futuro il successo del 29° Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina – FESCAAAL in corso a Milano: non solo per la qualità dei lavori proposti (lungometraggi e corti) ma anche per aver scelto di coinvolgere proprio le scolaresche con proiezioni riservate solo a loro. Un’iniziativa davvero encomiabile e che si spera venga fatta propria da altre città per far sì che le generazioni future non si appiattiscano su cellulari e social e comprendano così che “l’etica dell’altro” (connazionale o no) significa responsabilità, accoglienza, solidarietà.
Nella cornice del festival di quest’anno si registra il 1° MiWorld Young Film Festival – MiWY che, a differenza del Festival di Giffoni (comunque ugualmente valido), rappresenta il primo e unico festival in Italia di cinema per le scuole, interamente dedicato alla conoscenza delle cinematografie e delle culture di Africa, Asia e America Latina e all’educazione interculturale.
Insomma, il MiWY è un vero e proprio “festival nel festival”, finanziato nell’ambito del piano nazionale Cinema e Scuola, promosso dal MIBAC e dal MIUR, e realizzato in partnership con Fondazione ISMU.
Domani, sabato, la conclusione di questa molto positiva esperienza – anche socialmente – che in settimana ha già registrato la partecipazione di 2000 studenti (dai 10 ai 18 anni, delle scuole secondarie di primo e secondo grado) alla proiezione matinée di 12 film: un evento che ha permesso loro non solo di avvicinarsi a cinematografie poco conosciute (spesso anche ai grandi, purtroppo!!) ma anche di confrontarsi con i registi ospiti. Iniziativa, quindi, altresì importante in un periodo in cui si parla di muri contro gli immigrati, di respingimenti dettati da venature razziste ma anche dalla paura del diverso, rifiutando così di imparare dalla storia del mondo: l’incontro di culture diverse ha sempre portato a fare passi in avanti, sociali ed economici.
In occasione della cerimonia di premiazione di domani verranno conferiti i seguenti premi:
– Premio della Giuria Studenti Little Zebra al miglior cortometraggio a tematica interculturale, assegnato da 12 studenti di diverse scuole secondarie di 2° grado di Milano.
– Premio ISMU della Giuria Docenti Big Zebra al miglior lungometraggio dal valore pedagogico e interculturale, conferito da 17 docenti di diverse scuole di Milano.
– Premio del Pubblico dato dagli studenti che hanno partecipato alle proiezioni mattutine per n lungometraggio e cortometraggio preferiti.
Quattro i lungometraggi nel programma di MiWY – di cui 2 in anteprima italiana -, con al centro le tematiche del dialogo, di pluralità e libertà. L’Egitto, paese dove la cinematografia sta vivendo una sua particolare primavera creativa, ha presentato due lavori: “Yomeddine“, di Abu Bakr Shawky: road movie, in gara a Cannes 2018, che racconta del viaggio iniziatico di Beshay, abitante di uno degli ultimi lebbrosari egiziani, con il piccolo Obama, orfano alla ricerca di una famiglia, delle proprie origini e alla scoperta del proprio paese; e “Induced Labour” di Khaled Diab – campione d’incassi in Egitto -, che, tra gag esilaranti e momenti di profonda commozione, affronta temi importanti quali lo ius soli e il diritto alla libera circolazione.

Dal Sudafrica è arrivato il film epico in stile western, “Sew the Winter to My Skin” di Jahmil X.T. Qubeka, rivisitazione della leggenda nera John Kepe, eroe popolare africano.

Dal Brasile è giunto invece “Tito and the Birds“, di Gabriel Bitar, André Catoto e Gustavo Steinberg: la corsa contro il tempo di un bimbo di 10 anni per salvare il mondo in un avvincente film d’animazione dai toni espressionisti.

Otto i cortometraggi proposti da diversi paesi africani, tra cui, dalla Tunisia, il pluripremiato “Brotherhood” di Meryam Joobeur, sul tema del dialogo famigliare e della riconciliazione; dall’Egitto “Eyebrows” di Tamer Ashry -anteprima internazionale -, sulle dinamiche di comunicazione attraverso i social network, e “Best Day Ever” di Anissa Daoud e Aboozar Amini: una co-regia tunisina e afghana, sui fraintendimenti nel rapporto genitori-figli.
A convalida della validità, anche sociale, del progetto MiWY c’è il sostegno di una supporter d’eccezione: Elisa Sednaoui, che ha fondato nel 2013 la Elisa Sednaoui Foundation – ESF per promuovere in Egitto e nel mondo, programmi che stimolino la creatività e valorizzino le tradizioni e gli scambi culturali.
Il 1° MiWorld Young Film Festival è gemellato con il Castellinaria Festival Internazionale del Cinema giovane di Bellinzona, patrocinato da Unicef. Media partner è RaiGulp.
Ma il progetto non si ferma qui: è previsto in autunno un seminario internazionale rivolto ai docenti e ai formatori sul tema film literacy e intercultura, a cura dell’Associazione COE e Fondazione ISMU.