Non è mai facile trasporre sul grande schermo un capolavoro letterario, ma con “Rainbow: A Private Affair” – in programma oggi, venerdì 1 giugno alle 14 al Walter Reade Theater del Lincoln Center – i fratelli Taviani hanno prodotto un ottimo risultato.
La trama segue il racconto di quello che Italo Calvino definì “un romanzo di follia amorosa e cavallereschi inseguimenti come l’Orlando furioso, e […] la Resistenza proprio com’era, di dentro e di fuori, vera come mai era stata scritta”, l’opera di Beppe Fenoglio “Una questione privata” (qui l’analisi del Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura Giorgio Van Straten nella rubrica video “Il Novecento racconta il Novecento”).
Milton, ex studente, è un partigiano impegnato nei combattimenti nelle Langhe e un giorno si ritrova nei pressi della villa dove aveva vissuto Fulvia, la giovane di cui è tuttora innamorato. Dalle parole della domestica riaffiorano ricordi del passato e Milton inizia a sospettare di una relazione tra la ragazza e il suo amico di infanzia, Giorgio. La ricerca di chiarimenti si confonde con le vicende della lotta partigiana: Giorgio è stato catturato dai fascisti e per il protagonista non c’è altra soluzione se non quella di proporre un prigioniero per un possibile scambio.
Sono gli ultimi mesi prima della Liberazione e la missione è complicata. Girovagando di brigata in brigata, infatti, Milton scopre che tutti i nemici sono stati giustiziati o sono inutili allo scopo, perché rifiutati persino dai loro commilitoni. Con l’aiuto di una contadina, il ragazzo riesce a catturare un sergente, ma è costretto a sparargli quando questi tenta la fuga. Ormai è tardi per salvare l’amico e la verità: in preda alla disperazione, Milton si reca di nuovo alla villa e viene sorpreso dai fascisti. In fuga – forse? – svanisce nella nebbia, con il pensiero rivolto alla sua amata.
“Rainbow: A Private Affair” è l’ultimo film girato dai fratelli Taviani prima della morte di Vittorio lo scorso aprile. La pellicola ritrae magistralmente la tragicità delle pagine buie della nostra storia recente, grazie ad un continuo susseguirsi di flashback di giornate di sole, musica e risate in cui l’unica preoccupazione di Milton sembra essere l’incapacità di esprimere i suoi sentimenti per Fulvia.

Il dramma del presente e della guerra civile è reso invece dall’oscurità e dalla nebbia che avvolge i personaggi per l’intera durata del film. Le efferatezze dei gerarchi della Repubblica di Salò sono rappresentate dalle immagini di distruzione e morte, sconnesse al resto della narrazione, e alla scena in cui viene giustiziata una giovanissima staffetta mentre il soldato ripete: “non c’è niente da fare”. Le capacità interpretative degli attori permettono al pubblico di godere anche di qualche momento di comicità e apparente normalità nel caos del conflitto. Lo svolgersi dei fatti è lento ma è giusto così, perché non si può parlare di Resistenza attraverso le battaglie e perché non si può mancare di rispetto all’opera di Fenoglio.
Un film sicuramente da non perdere, sulle note di Over the Rainbow che, come descrive Fulvia, “quando finisce senti che qualcosa è veramente finito“.