Ventidue anni fa il pubblico di tutto il mondo venne catturato da un gioco da tavola, una scatola in legno con inciso un percorso sul quale si muovono quattro pedine. Ai lati della scatola, delle semplici regole, e al centro esatto un quadrante verde smeraldo. Il suo nome è Jumanji. Ancora oggi il film tratto dal racconto omonimo di Chris Van Allsburg suscita emozione tra i nostalgici dei tempi che furono. La sua semplicità mista a magia e avventura nel film del 1995 diretto da Joe Johnston ed interpretato dal magnifico Robin Williams, resta incancellabile. Adesso, la società si è evoluta, la tecnologia ha fatto passi da gigante e Jumanji si è adeguato. Quattro giocatori davanti ad una console: Smolder (Dwayne Johnson), Shelly (Jack Black), Moose (Kevin Hart) e Ruby (Karen Gillan) sono i protagonisti di un’avventura che mai è stata più reale. Quattro liceali si ritrovano catapultati all’interno del mondo di Jumanji e, nei panni dei loro avatar, dovranno affrontare un percorso pieno di insidie che li riporterà a casa solo se verrà raggiunto e completato l’ultimo livello. Ognuno di loro ha delle abilità speciali, utili in differenti momenti della missione. Se il suo prequel ci ha mostrato ciò che accade a chi torna indietro dal mondo di Jumanji, questa volta siamo noi ad entrare. Tanta è stata l’attesa per questo secondo capitolo, numerosissime le premiere in giro per il mondo e, finalmente, il 20 Dicembre anche gli Stati Uniti porranno fine all’attesa e potranno gustarsi il film su maxi schermo. Nonostante si tratti di un videogame, il regista Jake Kasdan e il suo team hanno preferito non rendere troppo forzato nelle scelte tecniche del film questa natura già vista più di una volta in altri titoli cinematografici. Non ci troviamo davanti ad un film interamente manipolato al computer e reso assurdamente fluido dalla tecnologia; non si ha mai, se non in poche sequenze, l’impressione di trovarsi in un mondo surreale o innaturale.
Videogioco sì, ma mantenendo il carattere realistico del primo film. Questa scelta sembra essere sempre più chiara con l’avanzare dei minuti: Jumanji non è solo un film di azione, una commedia, ma è anche la storia di ragazzi solitari che scoprono il valore e la forza dell’unione, del gruppo. È una riflessione su quanto importante sia vivere coraggiosamente e insieme, sul come la nostra debolezza possa essere smorzata dal coraggio di chi ci sta accanto, e viceversa. Perché alla fine, gli amici fanno questo: si completano. Un film che non manca di emozione, risate e di un piccolo omaggio ad Alan Parrish, il nostro indimenticabile Robin Williams protagonista del primo capitolo. Un sequel riuscito, in cui la Seven Bucks Production, la Sony e le altre case di produzione che hanno preso parte al progetto non hanno avuto alcun dubbio sul successo che esso avrebbe ricevuto, e onestamente non potevano sbagliarsi in casi vincenti come questo. Un cast che convince critica e pubblico delle anteprime, un’ambientazione immensa e realistica grazie alle riprese girate quasi totalmente ad Honululu (già ospite di pellicole come Jurassic Park e la serie televisiva Lost) e una trama dettagliata e mai noiosa. La coppia Johnson-Hart ormai comprovata a cui si aggiunge un esilarante Jack Black. Gli ingredienti ci sono tutti, non resta che attendere il 20 Dicembre e correre al cinema, perché questo è davvero un film che mette d’accordo vecchie e nuove generazioni.