Essere Franca. E scrivere di vecchiaia e recitarla, invecchiandosi sul palcoscenico, diventando quello che tutti si aspettano essere una vecchia. E scrivere di una vecchiaia bella, saggia, piena di comprensione e tolleranza, come spesso accade verso la fine della vita, quando il mondo si vede quasi da lontano e i soliti affanni, che ci rendono nervosi e insoddisfatti, diventano soffi di vento che non toccano più.
Essere Franca e andare in scena nonostante gli anni e gli acciacchi (forse), continuando a debuttare in questo e quel teatro, portando la sua ultima opera nata solo nel 2014. Si chiama Il cambio dei cavalli e narra di un uomo ricco e di successo, ma fondamentalmente insoddisfatto. Appena può fra un impegno e l'altro, l'uomo passa a pranzo o a cena (non è specificato e va bene così) da una signora anziana, compagna del padre ormai morto. Con lei, che non è sua madre, lui si apre, completamente, fermandosi a riflettere, a chiedere, a capire le cose del mondo e della sua vita. Le domande si susseguono e non sono solo richieste di sapere cosa pensasse di lui il padre in vari momenti della loro vita; questa domande sono in realtà dubbi raccontati, analizzati, chiariti in un dialogo fra una signora anziana – quando, dice lei, si diventa più tolleranti – e un uomo che potrebbe essere suo figlio.
Dicevo il dubbio. Ad un certo punto dello spettacolo, l'uomo si ferma, viene avanti e come parlando al pubblico inizia a ripetere il monologo shakesperiano più famoso, quello dell'essere o non essere. Il dubbio amletico appare, quel dubbio che è dubbio per eccellenza, riflessione sulla condizione umana condivisibile da chiunque. E proprio questa citazione potrebbe essere considerata il perno di tutto il testo.
Con Il cambio dei cavalli, Franca Valeri ha come scritto uno studio sull'Amleto e su quel dubbio, Essere o non essere, che affligge i giovani più che gli anziani e che ci fa dibattere tutta una vita. Ovviamente l'autrice, mente fine e oculata nell'uso delle parole, regala una analisi molto più normale. Ecco cosa dice nelle note sullo spettacolo:

Franca Valeri in scena con Urbano Barberini
“Il cambio dei cavalli è stato nei secoli quello che oggi si chiama (per ora) far benzina. Il viaggio riprende, i cavalli sono freschi, il serbatoio è pieno. Il tema mi affascina metaforicamente dato che, se il teatro ha potuto toccare sublimi vette drammaturgiche, come anche assumersi l’oneroso compito di interprete della causa civile, è certamente, da sempre, il miglior contenitore delle segrete ambiguità dei rapporti umani. La protagonista di questa commedia ha nella vita di due uomini (uno raccontato, l’altro presente), un ruolo confortante e insieme chiarificatore, che è il senso della vera complicità. I due uomini sono padre e figlio, il che pone spesso in scena il problema del conflitto generazionale. Ho scritto ancora una volta per Urbano Barberini, confidando nella sua raffinata capacità di interpretare l’inquietudine dell’uomo moderno. A due generazioni bisognava opporre la terza, qui una giovane donna. Anche la sua improntitudine potrebbe mascherare la stanchezza dei suoi cavalli. Ma è naturalmente una commedia comica”.
Naturalmente e non potrebbe essere altrimenti trattandosi di lei. La sua vena satirica e intelligente (direi che le due cose dovrebbero andare insieme per funzionare davvero) ha scritto pagine e pagine di vera e propria analisi sociale della gente e del mondo degli ultimi settant'anni. Dai monologhi femminili alle commedie ai libri, Franca Valeri ha dipinto via via donne, uomini, politici, arroganti, umili, codardi, buoni e malandrini in maniera viva, vera e mai banale.
Nelle ultime commedie scritte, a partire da quella intitolata Non tutto è risolto del 2010, anno in cui festeggiò in scena i suoi 90 anni, tratta il tema della vecchiaia con dolcezza e con il sorriso di chi se lo può permettere. A farle da spalla sempre Urbano Barberini, che in questa ultima piece è veramente eccezionale. Anche le donne che via via sono compagne di palcoscenico, come in questo caso Alice Torriani, sono sempre all'altezza anche se, ovviamente, la più grande in scena rimane lei, la divina Franca. E lei è ancora lì, a recitare la sua commedia, oggi come ieri, con tempi e modi che dovrebbero far scuola.
Avete tempo fino al 27 settembre per vedere Il cambio dei cavalli, al Teatro della Cometa a Roma.
Il cambio dei cavalli
di Franca Valeri
con Franca Valeri, Urbano Barberini
e con Alice Torriani
regia Giuseppe Marini