La quattordicesima edizione di Open Roads, prestigiosa rassegna dedicata alle più recenti produzioni del cinema italiano, si terrà al Lincoln Center dal 4 all'11 giugno 2015.
Quanto mai varia è la selezione di quest'anno, curata da Isa Cucinotta e Dennis Lim, che hanno deciso di presentare un ventaglio di film che va da giovani registi come Duccio Chiarini, Lamberto Sanfelice e Roan Johnson ad autori affermati tra cui Francesca Archibugi con Il nome del figlio (An Italian Name), adattamento della farsa francese Le Prénom, di Alexandre de la Patellière e Matthieu Delaporte, e Mario Martone con il suo Leopardi, biopic sul grande poeta italiano, fino al film collettivo 9X10 Novanta, omaggio di dieci giovani registi italiani ai novant'anni dell'Istituto Luce, e The Lack, film sperimentale del duo milanese MASBEDO (Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni), passando per La trattativa (The State-Mafia Pact), satira/indagine politica di Sabina Guzzanti in cui Silvio Berlusconi, da lei come sempre magistralmente interpretato, è solo la punta dell'iceberg….
Sedici i film presentati al pubblico newyorkese, che rappresentano uno spaccato dell'Italia di oggi variegato e complesso per temi, stili e sguardi, quasi a voler sottolineare la molteplicità delle voci del nostro cinema contemporaneo ma anche, a guardar bene, la diversità di modelli e disponibilità produttive e quindi di visibilità e distribuzione.
Fra i film selezionati, uno dei più riusciti e che ha giustamente avuto un notevole riscontro sul piano internazionale è Cloro (Chlorine) di Lamberto Sanfelice, uno splendido, piccolo film forse non perfetto ma che ha l'onestà di chi conosce bene quel che racconta e sa come raccontarlo al meglio, andando dritto al cuore dei personaggi e al sapore, anche doloroso, delle situazioni; il film si è fatto notare a festival internazionali di prim'ordine come il Sundance, dov'era infatti candidato al Gran Premio della Giuria.

Nella foto, la locandina del film Latin Lover
Accanto a questo, il programma di Open Roads 2015 accosta film che definiremmo commerciali, come Latin Lover di Cristina Comencini – film di apertura di quest'anno che vede un cast stellare, tra cui spicca la grandissima Virna Lisi, qui alla sua ultima apparizione – a film garbatamente controversi come Short Skin di Duccio Chiarini (già apprezzato alla scorsa edizione del Festival di Berlino), all'umanesimo civile e spirituale di Torneranno i prati (Greenery Will Bloom), meditazione sulla guerra di Ermanno Olmi, tra gli ultimi grandi maestri del cinema italiano. Accanto a questi troviamo il supereroe bambino del fantasy per famiglie di Gabriele Salvatores, Il ragazzo invisibile (The Invisible Boy); il "dramedy" generazionale Fino a qui tutto bene (So Far So Good) di Roan Johnson (premio del pubblico BNL all'edizione 2014 del Festival di Roma); I nostri ragazzi (The Dinner) di Ivano De Matteo, dramma sociale tratto dal bestseller di Herman Koch, pluripremiato alla scorsa edizione del Festival di Venezia; La foresta di Ghiaccio (The Ice Forest), thriller alpino di migrazione e vendetta di Claudio Noce; La buca (Money Buddies), del graffiante Daniele Ciprì, definito il “Better Call Saul Italian-style”; N-Capace (N-Able), autobiografia immaginaria e immaginifica della drammaturga, regista e attrice Eleonora Danco e infine Natural Resistance, documentario di Jonathan Nossiter sui viticoltori italiani che combattono la loro battaglia per conservare la qualità di secoli di tradizione vinicola contro le cattive politiche della globalizzazione.
Fatti e misfatti italiani, potrebbe essere il sottotitolo di questa edizione di Open Roads: famiglie disfunzionali, adolescenti annoiati e violenti, piccoli e grandi truffatori, corruzione, mistificazioni enogastronomiche, scaramanzia, disperazione umana varia, qualche risata, ma anche un po' di genere (che sta tornando, o è già tornato, finalmente anche da noi) e un po' di letteratura classica, che questa ogni tanto fa bene giocarcela visto che ce l'abbiamo (questo è stato anche l'anno di Meraviglioso Boccaccio dei fratelli Taviani al Tribeca Film Festival), e un po' d'arte: a questo proposito, in occasione di Open Roads si terrà anche la mostra di Renato Zacchia Guardando con Michelangelo Antonioni, che presenta una serie di rare fotografie scattate durante le riprese di Sicilia, uno degli ultimi documentari del grande maestro italiano.

Una scena del film “La buca”
Guardando la selezione dei film di quest'anno, ma anche scorrendo nomi, percorsi produttivi e distribuzioni, le opere selezionate rappresentano non solo una grande diversità di impianto economico e di visibilità ma anche una grande diversità di pubblico a cui i singoli film si rivolgono, in un paese che, come molti in Europa, soffre da anni di limitatezza di risorse economiche da una parte e di disaffezione del pubblico verso il cinema italiano dall'altra, per quanto ogni anno critici ed opinionisti si prodighino a gridare alla “rinascita del cinema italiano”. La verità è che il cinema italiano è difforme (come tutti) ma nel senso che è spesso casuale: ci sono ogni anno, fortunatamente, alcuni meravigliosi esempi di film e registi (non per forza autori) ma che lo sono a prescindere da una sistema cinema nazionale che fa i conti con tagli alla cultura da una parte, con una burocrazia pesantissima dall'altra, con politiche bancarie che sono quello che sono (e non diremo altro) e, per quanto ci sia una legge fatta apposta, con i privati non abituati a investire in arte, cultura, fosse anche solo intrattenimento fatto bene.
Ma speriamo sempre che le cose prima o poi vadano meglio. Intanto, Open Roads 2015 ci offre la possibilità di vedere alcuni tra i film italiani più interessanti della scorsa stagione.