Dalla serata di apertura, il 15 aprile, allo storico Beacon Theater con il documentario Live from New York!, alla chiusura il 26 aprile con The Goodfellas (Quei bravi ragazzi), la quintessenza dei cult movies targati New York presentato in occasione del suo 25° anniversario, l'edizione 2015 del Tribeca Film Festival si propone come una tra le più impegnate, politiche, indipendenti, sociali, innovative di questi ultimi anni, riprendendosi con forza quello spirito squisitamente newyorkese con cui il festival è stato fondato nel 2002 da Robert De Niro e Jane Rosenthal come risposta, artistica e civile, all'attacco alle Twin Towers del 2001.
Politica, macro economia e micro progetti, ambiente, diritti civili, religione, comunità locali, teenager, gender, un po' di sport e tanta New York – i quartieri, la scena musicale newyorkese, istituzioni come il Saturday Night Show, storie, personaggi, tutto quello di cui questa città è fatta – viene raccontato dai selezionatori del festival attraverso sguardi e voci non consueti.
Storytelling è una delle parole chiave del Tribeca Film Festival, inteso in tutte le sue forme e possibilità narrative e tecnologiche: oltre naturalmente al racconto cinematografico e documentaristico dei film proiettati, ci sono i Talks con sceneggiatori, registi, musicisti, attori e produttori (tra gli altri, George Lucas e Christopher Nolan), e poi la creatività immaginifica delle nuove tecnologie degli Imagination Talks, summit dedicati alla forma di racconto del videogame, le masterclass, i reading di work in progress, gli show televisivi.
Altra parola chiave è Innovation, che incontra lo storytelling agli Spring Studios di Varick Street, bellissimo spazio polifunzionale dove si tengono alcuni dei talks, si trovano installazioni multimediali, eventi interattivi, realtà virtuali, e dove si incontrano i professionisti del settore, la stampa, gli autori.
Non solo un festival cinematografico quindi, ma anno dopo anno il Tribeca espande gli orizzonti della creatività e della narrazione e si fa sempre più interattivo.
Tornando ai film, che rimangono comunque l'essenza del festival, sono quasi cento i titoli presentati, tra fiction e documentari, di cui una trentina diretti da donne, dato quasi unico nel panorama dei festival internazionali.
Molte come di consueto le sezioni del festival: World Narrative e World Documentary sono le due principali, che propongono i film e i documentari in concorso; Spotlight presenta temi e protagonisti di particolare rilevanza sociale nelle produzioni internazionali più interessanti; Viewpoints propone punti di vista originali di voci di autori particolarmente innovativi; Midnight presenta una selezione di cinema di genere da tutto il mondo; quindi le full immersion nello storytelling e nelle nuove tecnologie di Storyscapes, la sezione Shorts e gli Special Screenings tra cui quelli dedicati a Frank Sinatra in occasione del bel restauro di On the Town.
Tra molto impegno e molte star (si segnalano, tra gli altri, James Franco, Richard Gere, Dakota Fanning, Emma Roberts, Mickey Rourke, Ethan Hawke, Glenn Close, Tina Fey, Robert De Niro, Ray Liotta, Paul Sorvino e gli altri goodfellas. Tra gli italiani, Alba Rohrwacher, presente al festival con due film, Vergine giurata e Hungry Hearts, e Vincenzo Amato, tra gli interpreti di The Wannabe), sono tanti gli eventi che arricchiscono il festival, tra grandi classici e mondanità: il meraviglioso ritorno dei Monty Python, che per il quarantesimo anniversario di Monthy Python and the Holy Grail si ritrovano al Tribeca per presentare alcuni dei loro leggendari film oltre al documentario Monty Python: The Meaning of Life di Roger Graef e James Rogan proiettato qui in anteprima.
E ancora proiezioni gratuite all'aperto: l'indimenticabile Back to the Future (Ritorno al futuro) presentato durante il Tribeca Family Festival Street Fair di Greenwich Street il 25 aprile, accanto a giochi, sport e attività cinematografiche varie a cui partecipa il pubblico; e i film proiettati al Tribeca Drive In di Brookfield Place.
Infine party, Q&A, mostre, workshop di sceneggiatura e regia.
Impossibile segnalare così tanti film presentati al festival, ma vale la pena sottolineare che sono tre i film italiani quest'anno: Meraviglioso Boccaccio, il Decameron in versione fratelli Taviani; Vergine giurata di Laura Bispuri, una potente storia di donne e sessualità negata sullo sfondo delle montagne albanesi, presentato alla scorsa edizione del Festival di Berlino; Hungry Hearts di Saverio Costanzo, dramma/thriller psicologico di ambientazione newyorkese (basato sul romanzo di Marco Franzoso “Il bambino indaco”) i cui interpreti Alba Rohrwacher e Adam Driver hanno vinto la Coppa Volpi al Festival di Venezia 2014. Infine, tutto italiano per tema e location ma inglese quanto a regia e produzione è il documentario Palio di Cosima Spender, su quella che è (forse pochi lo sanno) la più antica corsa di cavalli al mondo, il Palio di Siena.
Non rimane quindi che augurare buona visione e buona immersione in quello che è uno degli eventi cinematografici più innovativi ed entusiasmanti dell'anno.