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in Spettacolo
March 1, 2014
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March 1, 2014
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Oscar mania: le nostre statuette vanno a…

Simone SpoladoribySimone Spoladori
Time: 5 mins read

Il lotto delle opere candidate all'Oscar come miglior film offre quest'anno una selezione di titoli di altissimo valore, un livello fra i più importanti visti di recente. La maggior parte dei nove film selezionati rappresentano il meglio che il cinema americano abbia prodotto nell'ultimo anno, pellicole che spesso hanno già raccolto ottimi consensi in festival e altre competizioni internazionali. Scorrendo i candidati, si nota, a nostro giudizio, un unico grande assente: Inside Llewyn Davis (in Italia: A proposito di Davis) dei fratelli Coen, un film che, se inserito, avrebbe avuto immediatamente la nostra investitura come favorito assoluto.

Accontentiamoci di giocare con gli altri titoli, allora, assegnando ad ognuno la nostra valutazione e decretando la nostra personalissima classifica, sapendo che comunque vada, la notte del 2 marzo sarà un grande, rutilante, frivolissimo spettacolo, nella speranza, inoltre, che in un’altra categoria, quella del “miglior film straniero”, l’ambita statuetta possa andare nelle mani del nostro Paolo Sorrentino e della sua Grande Bellezza.

Gravity

Gravity, di Alfonso Cuarón. Con Sandra Bullock, George Clooney

Non si vedevano film di fantascienza così da diversi anni. Se esistesse un Oscar alla miglior sequenza, questa andrebbe senza esitazione ai primi 15 minuti dell'angosciante space thriller di Alfonso Cuaron, film che ne consacra finalmente – e con diversi anni di ritardo – l'indiscutibile talento. 

Un'ora e mezza di straordinaria tensione e allo stesso tempo una poderosa riflessione teorica sulla paura e la suspance al cinema. 

Voto: 9,5

12 anni schiavo

12 Anni Schiavo, di Steve McQueen. Con Chiwetel Ejiofor, Michael Fassbender, Benedict Cumberbatch

Il terzo film di Steve McQueen è un'opera potente e controversa. Estetizzante fino all'estremo, compiaciuta fin che si vuole, radicale; condensa però grande cinema in ogni inquadratura, con una forza visiva che da tempo non si vedeva. La sequenza dell’impiccagione è tra le più forti ed emozionanti dell’anno e dimostra come McQueen, da grandissimo metteur en scène, riesca a imbastire discorsi di grandissima profondità facendo parlare solo le immagini.

Voto: 9

The Wolf of Wall Street

The Wolf of Wall Street, di Martin Scorsese. Con Leonardo DiCaprio, Jonah Hill, Margot Robbie, Matthew McConaughey

Semplicemente il miglior Scorsese dal 1995, cioè dall'anno di Casino, film di cui The Wolf of Wall Street rappresenta una sorta di seguito ideale. Estremo e apparentemente sgangherato, questa nuova opera del regista italoamericano è il film definitivo sulla decadenza dello yuppismo e sul rovinoso crollo dell’impero finanziario americano, sotto le cui macerie si tormenta ancora buona parte del mondo occidentale. Di Caprio da Oscar.

Voto: 9

Her

Her, di Spike Jonze. Con Joaquin Phoenix, Scarlett Johansson, Amy Adams

Sin dagli spot e dai videoclip che ha girato, Spike Jonze si è sempre mostrato come uno dei talenti visivi più innovativi del panorama americano. Definitivamente lontano dalla penna magica di Charlie Kaufman (Essere John Malkovich; Il ladro di orchidee), Jonze gira questo piccolo gioiello, Her, con cui piega la fantascienza al servizio di una riflessione sentita e commovente su quel lungo e faticoso processo attraverso cui viene elaborato il naufragio di un amore. Joaquin Phoenix, si sa, è un attore straordinario, qui si innamora di un sistema operativo che ha la voce di Scarlett Johansson e viene costretto da Jonze a dialogare sempre inquadrato, quando parla e quando ascolta. Risultato: Phoenix si scolpisce sul volto il penoso tormento di chi faticosamente matura l'esigenza di andare oltre, lasciarsi il passato alle spalle e riaprirsi alla vita e in un film profondamente estetizzante, il vero virtuosismo finisce per essere il suo.

Voto: 8

Nebraska

Nebraska, di Alexander Payne. Con Bruce Dern, Will Forte

Alexander Payne è un autore che ha sempre mostrato una buona mano, molto delicata e sensibile, ma che ancora non era riuscito a realizzare un’opera realmente equilibrata e completa. Ci riesce stavolta con Nebraska, il suo miglior film, sorretto dall’interpretazione magistrale di Bruce Dern, premiato a Cannes. Bianco e nero mozzafiato, il sapore crepuscolare della provincia americana, un afflato malinconico irresistibile: potrebbe essere il perfetto outsider della notte degli Oscar.

Voto: 7,5

Philomena

Philomena, di Stephen Frears. Con Judi Dench, Steve Coogan, Sophie Kennedy Clark

Da una storia vera e potenzialmente strappalacrime, Stephen Frears ricava un film imprevedibilmente sobrio, asciutto ed efficace, retto da due interpreti eccezionali come Judy Dench e Steve Coogan e bilanciato da un approccio ironico che tiene sempre sotto controllo le emozioni.

Voto: 7

American Hustle

American Hustle, di David O. Russell. Con Christian Bale, Amy Adams, Bradley Cooper, Jeremy Renner, Jennifer Lawrence

David O. Russell era già presente (a mio modo di vedere, ingiustificatamente) lo scorso anno tra i candidati con la commedia Il lato positivo. In effetti, American Hustle rappresenta un po' il passaggio "all'età adulta" del suo cinema, un film finalmente ambizioso, compatto, maturo. Si tratta di nuova variazione sul tema della “truffa made in USA” (filone fortunatissimo agli Oscar, si pensi a La stangata), con un cast all stars in stato di grazia e grandi invenzioni registiche. Peccato che talvolta il meccanismo narrativo si incarti, il ritmo cali e si rendano necessarie verbose e didascaliche spiegazioni per far ripartire il tutto.

Voto: 7

Dallas Buyers Club

Dallas Buyers Club, di Jean-Marc Vallée. Con Matthew McConaughey, Jared Leto, Jennifer Garner

Il film ruota tutto intorno alla performance impressionante di Matthew McConaughey, per il quale, dopo la benedizione del maestro Bill Friedkin in Killer Joe, è iniziata una nuova grande carriera. Il racconto di Vallée di per sé è piuttosto scontato e talvolta fastidiosamente patetico, ma il lavoro autodistruttivo che McConaughey fa sul suo corpo, caricandosi il film sulle spalle, fa guadagnare al film un posto legittimo nei dieci candidati.

Voto: 7

Captain Phillips

Captain Phillips, di Paul Greengrass. Con Tom Hanks, Barkhad Abdi, Barkhad Abdirahman

Il più debole della selezione, un thriller diretto da Paul Greengrass con grande padronanza dei meccanismi narrativi e della tensione, ma senza particolari spunti di interesse.

Ottimo Tom Hanks e suspance sempre alle stelle, però nettamente un gradino sotto ai suoi competitor.

Voto: 6,5
 

 

 

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Simone Spoladori

Simone Spoladori

Nato a Milano, laureato in lettere e laureando in psicologia, di segno pesci ma non praticante, soffro di inveterato horror vacui. Autore per radio e TV, critico cinematografico, insegnante, direttore di un'agenzia creativa di Milano. Oltre ai film, amo i libri e credo che la letteratura americana del '900 una delle prime tre cose per cui valga la pena vivere. Meglio omettere le altre due. Drogato di serie TV, vorrei assomigliare a Don Draper, a Walter White o a Jimmy McNulty. Quando trovo il tempo, mi diverte a scalare montagne, fare foto, giocare a tennis, cucinare e soprattutto mangiare ciò che cucino. Sono malato di calcio, tifo Manchester United e Milan, ma la mia vera guida spirituale è Roger Federer.

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