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Spettacolo
January 6, 2014
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“Servo per due…” Ovvero il teatro italiano vivo, nonostante tutto

Laura CaparrottibyLaura Caparrotti
Pierfrancesco Favino in Servo per due

Pierfrancesco Favino in Servo per due

Time: 4 mins read

 

Ogni volta che torno in Italia una delle lamentele che sento risuonare costantemente fra i colleghi artisti che operano sul territorio è quella che in Italia il teatro sta morendo insieme alla cultura in generale. Niente di più vero. In un paese che potrebbe vivere solo della sua arte, e che ha una tradizione amata in tutto il mondo di teatro e cinema, gli sforzi che si fanno per sostenere chi lavora in questi settori sono quasi nulli. I teatri chiudono, i finanziamenti pubblici – che sono ahimè il cuore del nostro sistema – diminuiscono o comunque sono distribuiti male, non esistono incentivi, a teatro ci si va se c’è un volto strafamoso e spesso si tiene il cellulare acceso perchè è più importante sapere cosa postano i tuoi amici su Facebook piuttosto che seguire lo spettacolo…

Insomma, le lamentele sono giuste e sofferte. Detto ciò, gli italiani che continuano ad essere grandi artisti — abbiamo un materiale umano indiviabile, con una percentuale di alta qualità in tutti i settori, se solo lo sapessimo – riescono a sopravvivere e ad inventarsi nuove forme di vita artistica, nonostante tutto. Così è accaduto, ad esempio, con il gruppo Danny Rose, fondato due anni fa circa da un gruppo numeroso di artisti importanti, da attori a registi a scrittori. Alla loro prima conferenza stampa, i portavoce dichiararono di essersi riuniti con la voglia di fare teatro insieme, di formare una compagnia in cui si lavorava insieme per produrre spettacoli di qualità decisi, voluti, confezionati in tutto e per tutto dagli artisti stessi. Il primo esperimento è stata una rassegna che ha visto spettacoli di vario genere susseguirsi nell’arco di un mese. La risposta del pubblico è stata incredibile.

È vero che molti dei nomi proposti, se non tutti, erano conosciuti ai più, ma è anche vero che in questo modo il gruppo ha provato che il pubblico può essere riportato a teatro. Il secondo passo è stato quello di cui vi sto per parlare, Servo per due presentato all’Ambra Jovinelli, leggendario teatro di Roma, dove hanno recitato Totò, la Magnani e tanti altri. Lo spettacolo alcuni di voi probabilmente lo hanno visto a Broadway nella sua versione originale inglese One man, Two guvnors di Richard Bean che altro non è che la trasposizione dell’Arlecchino servitore di due padroni di Goldoni nell’Inghilterra degli anni ‘60. I Danny Rose hanno ripreso lo spettacolo trasportandolo nell’Italia anni Trenta, con un successo a dir poco strepitoso. Parlo di gruppo perchè i singoli artisti hanno sempre espresso la volontà di essere pensati come gruppo piuttosto che come individui. Gli individui, però, vanno citati per la bravura sul palcoscenico e anche nel condurre un’operazione come questa.

Come raccontano loro stessi nel programma: “Il progetto Servo per due nasce dall’incontro tra l’attore Pierfrancesco Favino e Marco Balsamo; desiderio comune era quello di realizzare un classico rivisitato in chiave moderna cui partecipassero gli attori del Gruppo Danny Rose. Le sinergie aumentarono perché nel progetto fu coinvolta anche la Compagnia Gli Ipocriti (una delle produzioni di teatro più importanti in Italia) che, partendo dallo stesso intento – la rivisitazione di un classico in chiave moderna – aveva preventivato di realizzare, nella stagione teatrale 2013.14, una nuova produzione. Si decise di mettere in scena One Man, Two Guvnors di Richard Bean tratto da Il servitore di due padroni di Carlo Goldoni allestito al National Theatre di Londra dove stava riscuotendo un considerevole successo. Pierfrancesco Favino e Paolo Sassanelli avrebbero curato la regia nonché la traduzione e l’adattamento del testo insieme a Marit Nissen e Simonetta Solder. Nell’elaborazione del progetto si decise di realizzare alcuni laboratori cui avrebbero partecipato tutti gli attori del gruppo Danny Rose; dai primi di aprile, grazie alla disponibilità del Piccolo Jovinelli di Roma hanno avuto inizio i laboratori di Acrobatica condotto da Massimiliano Dezi, docente con esperienza trentennale specializzato nell’insegnamento per attori, danzatori ed atleti; Utilizzo della maschera con il Maestro Fabio Mangolini, pluripremiato e con esperienze di livello internazionale; Il Clown nella commedia dell’arte con Leris Colombaioni, ultimo discendente di una delle più antiche famiglie italiane di tradizione clownesca; Canto corale a cura del Maestro Gabriele Foschi. Nei mesi di giugno e luglio, si sono svolti i laboratori di Movimenti e gesti coreografici con Fabrizio Angelini; Analisi del testo a cura di Pierfrancesco Favino e Paolo Sassanelli. Al termine dei laboratori (fine luglio 2013) è stato definito il cast (ventuno attori più quattro musicisti) che avrebbe partecipato al progetto; da metà settembre con l’inizio effettivo delle prove sono stati formati i due gruppi, di tredici elementi ciascuno, che si sarebbero alternati nel corso delle recite ad esclusione di Pierfrancesco Favino, Bruno Armando, Gianluca Bazzoli, Ugo Dighero, Diego Ribon ed i quattro musicisti che effettueranno tutta la tournée.”

Un grande e serio lavoro, dunque, per un risultato di evidente qualità. Il cast è eccezionale, lo spettacolo prende, diverte e fa passare tre ore senza che si sentano. Pierfrancesco Favino si conferma il grandissimo attore che è e che, fortunatamente, viene considerato in Italia e all’estero, Ugo Dighero è fenomenale come lo era ai bei tempi in cui recitava col suo gruppo, i Broncoviz (di cui faceva parte anche Maurizio Crozza),  il resto del cast – io ho visto il secondo – è validissimo, l’orchestra Musica da Ripostiglio è brava nel suono e nella partecipazione recitata allo spettacolo. Insomma, un’operazione decisamente vincente e che si spera sia di esempio per altri artisti che vorranno fare gruppo, che vorranno combattere la morte lenta della nostra arte.

Abbiamo davvero tantissimo da dare e il gruppo Danny Rose lo sta dimostrando con tanti bei fatti e senza tante parole. 

Servo per dure: Il Cast

PRIMO CAST – dal debutto a fine dicembre

Bruno Armando, Gianluca Bazzoli, Ugo Dighero, Pierfrancesco Favino, Anna Ferzetti, Giampiero Judica, Marit Nissen, Pietro Ragusa, Diego Ribon, Eleonora Russo, Fabrizia Sacchi, Luciano Scarpa, Roberto Zibetti

SECONDO CAST – da fine dicembre a fine tournée

Bruno Armando, Gianluca Bazzoli, Haydée Borelli, Claudio Castrogiovanni, Pierluigi Cicchetti, Ugo Dighero, Pierfrancesco Favino, Stefano Pesce, Marina Remi, Diego Ribon, Chiara Tomarelli, Thomas Trabacchi, Valentina Valsania

 

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Laura Caparrotti

Laura Caparrotti

Ho cominciato a fare teatro nell'ingresso di casa mia, a Roma. Poi sono venuti i maestri, la laurea in discipline dello spettacolo e le tournée. Nel 1996, New York, nello storico The Kitchen. Vent'anni dopo sono ancora qui. Ho fondato una compagnia, la Kairos Italy Theater, specializzata in cultura italiana, e In Scena! Italian Theater Festival NY, un festival che porta il nostro teatro in tutti i distretti della città. Il teatro è la mia grande passione, insieme al ballo e alla (magggica) Roma. A New York ho anche iniziato a scrivere (proprio con Stefano Vaccara nel 1997), a insegnare teatro, a fare voice over e la dialect coach. Il tutto condito da un inconfondibile – ma affascinantissimo, mi dicono – accento italiano.

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