Le Conversazioni sono un evento creato dalle fervide e sofisticate menti di Davide Azzolini e Antonio Monda basato appunto su conversazioni con grandi della letteratura, del teatro, dell’architettura, della danza, del cinema su un tema specifico. L’evento principale ha luogo a Capri, dove dalla fine di giugno agli inizi di luglio, gli ospiti scambiano idée, raccontano se stessi, ripercorrono pagine di letteratura, di cinema, dialogano nel senso più antico del termine.
Da qualche anno, una parte delle Conversazioni si svolge anche a New York, grazie alla collaborazione con la prestigiosa Morgan Library. Esattamente dal 2009, Monda, professore di cinema alla NYU, e Azzolini, già direttore del Napoli film festival, ci fanno pregustare al pubblico newyorkese cosa succede in quel di Capri. Lo fanno con una formula leggermente diversa. Infatti, dal 2009, Monda e Azzolini hanno proposto prima dialoghi sulla bellezza e dal 2011 Films of my life, dove alcuni artisti, sempre di grande fama, si raccontano attraverso i quattro film più amati.
Quello che potrebbe sembrare un puro esercizio di stile aristocratico e antico, è un momento interessante di apprendimento e di confronto attraverso una modalità, il dialogo, che ormai viene usata sempre meno.
L’ultimo di questi incontri lo ha confermato. Giovedì 7 novembre, Antonio Monda ha chiacchierato con Julie Taymor e Jeffrey Eugenides. Lei è una delle registe più acclamate in tutto il mondo, basta ricordare “The Lion King”, per cui ha vinto vari Tony Awards e il film ‘Titus”. Il suo nuovissimo “Midsummer Night’s Dream”, che ha appena inaugurato il nuovo teatro a Brooklyn del Theater for a New Audience, viene descritto come l’evento dell’anno (a proposito, consigliamo vivamente di non perderlo: www.tfana.org).
Eugedines è semplicemente vincitore del premio Pulitzer con il suo “Middlesex” ed è colui che ha scritto “The Virgin Suicides”, portato sullo schermo da Sofia Coppola. Due personalità molto diverse che per un’ora hanno condiviso con noi i propri film preferiti o comunque quelli che in qualche modo li hanno ispirati. La Taymor ha scelto il famoso film epico “Rashomon” di Akira Kurosawa (1950), un film sovietico girato a Cuba “Yo soy Cuba (I am Cuba)” di Mikhail Kalatozov (1964), “The informer” di John Ford (1935) e “Le Notti di Cabiria” di Federico Fellini (1957), mentre Eugedines ha portato “Walkabouts” di Nicolas Roeg (1971) , The Swimmer (1968), “Sideways” di Alexander Payne (2009) e “Nashville” di Robert Altman (1975).
Fra spezzoni di film e spiegazioni sul perché un film è stato preferito ad un altro, il pubblico ha potuto meglio capire i due autori, oltre ovviamente scoprire film che probabilmente non aveva mai visto. La Taymor, regista molto visionario, in cui l’immagine impera sovrana e che ricopre di suggestioni il pubblico, ha mostrato una predilezione per film in bianco e nero e per registi che hanno usato lo schermo come un palcoscenico. Nulla è veramente detto, non c’è una verità definitiva (come in “Rashmon” ad esempio, dove un fatto è raccontato attraverso punti di vista diversi) e lo spettatore è invitato a pensare, a creare, a sentire più che a capire. Eugedines ha scritto storie di quotidiana inadeguatezza, dove i protagonisti sono persone che per motivi proprio, intimi o meno, non sono inquadrabili nella società. I film da lui scelti, avevano tutti un’insofferenza e un caos di fondo, come se l’ordine non potesse essere mai ristabilito.
Ecco, queste considerazioni e sensazioni hanno permesso a noi seduti in platea di meglio riflettere non solo su questi artisti, ma sull’arte in generale e su quante suggestioni il mondo attorno a noi può dare. La cosa più divertente è stata, senza dubbio, la fine dell’evento. Tutta la platea era impegnata a promuovere o meno le scelte dei film e ha citare i propri quattro film preferiti, nonostante la difficoltà del numero ristretto. Il nuovo appuntamento con Films of my life è per l’8 maggio. Se volete saperne di più sulle conversazioni, visitate il sito: www.leconversazioni.it.