Disconnected – disconnesso è il titolo della performace artistica proposta venerdì al Bam di Brooklyn dalla compagnia di danza contemporanea Codice Rosso Theatre.
Fondata da Gessica Paperini e Valentina Priolo la compagnia, con sede stabile a New York, traduce la visione artistica delle sue creatrici, che deriva essenzialmente dall’elaborazione del comportamento umano nella cultura di oggi: un’indagine infinita che porta alla costante ricerca di uno stile personale, a volte sfidando anche i capisaldi del teatro e della danza. Il movimento diviene un efficace mezzo per esprimere e tradurre emozioni, direttamente dal palco al pubblico, attraverso una combinazione di danza teatro, musica, costumi e video.
L’espressione emotiva e gestuale deriva da un’esplorazione interna che confluisce nella stretta necessità di comunicare con gli altri: con il mondo.
La performance Disconnected rispetta ogni peculiarità ideale e filosofica della compagnia. È infatti il risultato di un processo creativo basato sulla ricerca sia fisica che psicologica: un viaggio all’interno della psiche tradotto in movimento, in danza. Tutto ruota sul concetto di ricerca: di se stesso e dell’altro. Protagoniste sono sei donne che si muovono nello spazio scenico, inteso come spazio vitale, alla ricerca delle altre: ma allo stesso tempo le sei donne sono in cerca di una loro personale identità inglobate nella desolazione dell’era moderna.
Lo spettatore viene sollecitato ad una riflessione: “cosa davvero conosciamo di noi stessi?” e poi “in un mondo che ti fa sentire il distacco e l’oscurità, come troviamo la luce negli altri?”. L’ensemble artistico è internazionale: danzano infatti ballerine italiane, giapponesi e americane, come a voler rispondere alle domande ispirate in una chiave multiculturale.
Lo spettacolo ha dei ritmi e delle sonorità interessanti, come alcune atmosfere che risultano intriganti, anche per via di un creativo uso delle luci. La penombra è a tratti eccessiva, ed trasferisce un forte senso di pessimismo sia relativo alla percezione del mondo, freddo e minimale, ma anche nei confronti della comunicazione tra gli individui. L’esibizione ha in se ha dei momenti coinvolgenti, ma alcune dinamiche ripetitive e anche inutili al fine della narrazione rischiano di far abbassare l’attenzione dello spettatore. La multiculturalità caratterizza molto la performance. C’è e si nota specie tecnicamente: mette a nudo la pulizia dei movimenti delle varie danzatrici. Il risultato finale è sicuramente un tentativo interessante di traduzione delle dinamiche di comunicazione della nostra vita quotidiana, ma forse ancora immaturo.