Alla Casa Italiana Zerilli-Marimó della New York University, ieri sera è andato in scena “Ilaria Alpi: il più crudele dei giorni”, del regista italiano Ferdinando Vicentini Orgnani.
Il film affronta con lo stile del documentario la tragica vicenda della giornalista italiana Ilaria Alpi, uccisa in Somalia nel 1994 insieme al suo cameraman Miran Hrovatin perchè troppo vicina ad una scomodissima verità. Nel suo ultimo mese di vita la Alpi riesce a trovare le prove di un traffico di rifiuti tossici partiti dall’Europa e smaltiti illegalmente in Somalia. Scoperta che la reporter pagherà con la vita.
Ma chi era Ilaria Alpi? Semplicemente una donna intelligente e coraggiosa, che amava il suo lavoro e cercava di fare informazione cercando la verità dietro i fatti, chiedendosi il perchè delle cose, andando alla fonte di ogni sospetto, anche esponendosi e rischiando in prima persona.
Seguendo la pista di un traffico d’armi su navi da carico, attraverso Italia, Ex Yugoslavia e Somalia, Ilaria arriva a trovare uno smaltimento illegale di rifiuti tossici e a raccogliere prove sufficienti per fare i nomi dei responsabili. Evidentemente troppo grandi e potenti.
Ilaria e Miran non hanno ricevuto encomi e funerali di stato. I loro effetti personali sono stati trafugati alla ricerca di quelle prove che il mondo non doveva vedere.
Le loro famiglie non hanno mai ricevuto risposte e giustizia.
Diciannove anni sono trascorsi da quel 20 marzo del 1994 in cui sulle strade di Mogadishu la giornalista RAI e il suo cameraman venivano freddati senza pietà. Da allora si sono susseguiti processi e inchieste, persino qualche condanna, ma tutt’ora si resta ben lontani dall’aver reso a Ilaria e Miran quella giusta verità per la quale sono morti.
“Il più crudele dei giorni” vuole proprio fare questo: raccontare la storia di Ilaria e il perchè della sua morte. Domanda che i potenti di allora e non solo hanno cercato di seppellire insieme alla giornalista.
La storia di Ilaria Alpi è un film che fa pensare. E’ un documentario che lascia intravedere le ombre degli intrighi mafiosi, spesso tristemente connessi con la stessa politica del bel paese. Una mafia che non è quella tanto nota fatta di gangster e uomini d’onore presentata da colossal americani come ‘Il padrino’. Qui si tratta di una mafia ancora più forte e vestita di potere istituzionale, diffusa e inattaccabile come un cancro in metastasi in tutta la politica italiana.
E questa forse, fa ancora più paura.
Protagonista una fantastica Giovanna Mezzogiorno, che con la sua interpretazione di Ilaria Alpi riesce a trasmettere in modo estremamente vivido la passione e la tenacia della donna.
Il film, proiettato in lingua italiana con sottotitoli in inglese, è stato presentato dal direttore della Casa Italiana della Nyu Stefano Albertini, ed è stato offerto da ITV Cinema, Italy On Demand (www.iroad.tv), il portale di film e programmi italiani per il Nord America ed il Canada diretto da Flavio Arzilla, nell’ambito di un progetto di diffusione della cultura e della lingua italiana nel mondo.