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September 10, 2021
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Baby Keem non è solo il cugino di Kendrick Lamar, ma è un vero fenomeno del rap

Fuori con il suo primo LP "The Melodic Blue", il ventenne afroamericano è uno degli artisti più chiacchierati del momento ed è dotato di un talento innegabile

Piero MerolabyPiero Merola
Baby Keem non è solo il cugino di Kendrick Lamar, ma è un vero fenomeno del rap

Baby Keem

Time: 4 mins read

Esce oggi The Melodic Blue, primo LP del ventenne rapper californiano, anticipato da family ties, con prestigioso featuring del cugino e dura activity, con featuring di Travis Scott.

A soli vent’anni Baby Keem vanta un percorso che molti suoi colleghi sognerebbero di avere intrapreso dopo dieci anni di carriera. Il suo nuovo album The Melodic Blue, pubblicato il 10 settembre con distribuzione Columbia sulla misteriosa label multidisciplinare pgLang lanciata nel 2020 da Kendrick Lamar insieme al producer Dave Free, è stato a ragione descritto come uno dei dischi più attesi del 2021.

Il merito non è soltanto dei “legami familiari”, per usare il titolo del potentissimo singolo Family Ties uscito a fine agosto, con il prestigioso guest del cugino Kendrick Lamar, impreziosito da un videoclip altrettanto potente di Dave Free e che ha conquistato decine di milioni di follower in un paio di settimane. Una serie di uscite e collaborazioni nel giro degli ultimi tre anni hanno trasformato Baby Keem in uno dei rapper più chiacchierati del momento.

Oltre al featuring familiare, qualche settimana prima era stato pubblicato online un altro estratto, durag activity, con un’altra icona globale come Travis Scott. Giusto ad aggiungere ulteriore hype a The Melodic Blue pochi giorni fa è sbucata fuori la sua voce giovane e nasale in una delle ventisette tracce dell’enciclopedico DONDA di Kanye West, tra l’altro una delle migliori, Praise God, dove tra i featuring compare lo stesso Travis Scott.

Hykeem Jamaal Carter Jr. è nato nell’ottobre del 2000 a Carson, South Los Angeles, a poche miglia da quella Compton dove è nato e cresciuto l’illustre cugino. Eppure il contesto sociale e demografico è molto diverso, se consideriamo come Carson sia l’unico centro dell’area dove il reddito medio procapite dei cittadini afroamericani supera quello della popolazione “white”.

Hykeem ha la fortuna di crescere in una situazione relativamente tranquilla, appassionandosi da adolescente ai classici della sua generazione, da a Kanye West a Lil Wayne e cercando di emularne le gesta con un microfono amatoriale e Apple Studio, già all’età di tredici anni.

Da quanto è emerso in un’intervista esclusiva tra i due (https://i-d.vice.com/en_uk/article/n7vjzb/kendrick-lamar-in-conversation-with-baby-keem-id-40th-anniversary), Hykeem non aveva idea che il figlio di sua zia facesse hip hop, almeno fino al 2011, quando Kendrick Lamar si apprestava a pubblicare il suo promettente mixtape d’esordio, section.80.

Kendrick Lamar – wikimedia

Il suo punto di riferimento nelle sue composizioni e nel flow non è Kendrick Lamar, ma Kid Cudi, un’influenza di cui risente anche nelle nuove tracce dove quella trap malinconica, emotiva” e ipnotica di Lil Uzi Vert è arricchita da una ricerca melodica molto efficace e un retrogusto molto West Coast nella scrittura, che fa da tratto distintivo di Baby Keem rispetto agli omologhi artisti di Atlanta e del Sud.

La carriera di Baby Keem ha subito la scossa in pochissimi anni. A quindici anni, nel 2015, metteva online le sue prime tracce, tra 2016 e 2018 escono, a nome Hykeem Carter tre EP, “Oct”, “Midnight” e “No Name”.

Grazie a questi lavori si accorge di lui Cardo, navigato produttore che, per fare qualche nome, figura nei credits di 2 Chainz, Drake, Kendrick Lamar, The Game, Skepta, Schoolboy K e addirittura Jay Z.  Con lui l’appena maggiorenne Hykeem decide di adottare il nome Baby Keem e pubblica due validissimi mixtape, The Sound of a Bad Habit, del 2018, e Die for My Bitch, del 2019, trainato dal virale singolo Orange Soda, con featuring di Rich The Kid, che conquisterà in poche settimane il disco di platino.

Negli stessi mesi, quando anche Kendrick Lamar si accorge di lui succede di tutto: è coinvolto come autore nello storico progetto “The Black Panther” curato dal cugino, poi sempre come produttore e songwriter in “Redemption” di Jay Rock e “Crash Talk” di Schoolboy Q. Nel 2019, è assoldato da Beyoncé e da Kendrick Lamar per la traccia Nile della soundtrack del remake di The Lion King.

Nonostante i traguardi, Keem, è poco social e molto low profile rispetto ai suoi colleghi in ascesa e molti scoprono il suo autentico talento dopo la performance di giovedì 9 settembre al The Night Show di Jimmy Fallon.

Nel primo album ufficiale in studio, dove Kendrick Lamar figura tra i guest in un’altra traccia, Range Brothers. Nei credits oltre al già menzionato Travis Scott figurano anche il visionario artista future R&B serpentwithfeet e il rapper texano Don Toliver.

E dire che siamo solo all’inizio.

Ascolta Baby Keem su Spotify (https://open.spotify.com/artist/5SXuuuRpukkTvsLuUknva1?si=c7d11e4efb6d4a64), seguilo su Instagram (https://www.instagram.com/keem).

 

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Piero Merola

Piero Merola

Laureato in Relazioni Internazionali, lavoro come consulente di comunicazione, pubbliche relazioni e nuovi media. All'interesse per la storia e la politica americana, ho sempre unito quello per la musica. Dopo uno stage in Ambasciata Italiana a Washington, ho seguito per America 24 le presidenziali del 2012, e oggi scrivo per Rivista - Il Mulino. Editor del magazine online Kalporz, dal 2006 scrivo recensioni, interviste e report da ogni dove. Collaboro come ufficio stampa e copywriter con etichette, agenzie di booking, eventi e festival. In passato ho lavorato per festival estivi come Beaches Brew e Ortigia Sound System, oggi per la comunicazione del Diagonal Loft Club e di Deposito Zero Studios dove sono responsabile della direzione artistica del video format Live Zero. In questa rubrica vi presento nomi emergenti della scena americana, alcuni dei quali, intanto, sono diventati grandi.

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