A un anno dalla scomparsa di Ennio Morricone, il pianista Roberto Prosseda gli rende omaggio con la pubblicazione di Ennio Morricone. Piano Music, un CD uscito per la Decca Records interamente dedicato alla musica per pianoforte solo del compositore romano, pluripremiato agli Oscar per i suoi contributi all’arte della musica da film. Nel lavoro sono contenute non solo trascrizioni per pianoforte di temi indimenticabili tratti da colonne sonore, realizzate dallo stesso Morricone, da Indagine di un cittadino al di sopra di ogni sospetto a Nuovo Cinema Paradiso, da La leggenda del pianista sull’oceano a Metti una sera a cena, ma anche composizioni di musica “assoluta”, ossia scritta e pensata per l’esecuzione strumentale e non funzionale alle immagini cinematografiche. Un’operazione alla quale ha collaborato la famiglia Morricone, mettendo a disposizione del pianista partiture rare e finora mai rese pubblicamente reperibili, che grazie all’interpretazione di Prosseda, da sempre appassionato cultore della musica del Maestro, entreranno a far parte del patrimonio comune.
Come è nata l’idea di dedicare un disco a Ennio Morricone?
“È un progetto a cui lavoro da circa 10 anni, da quando Ennio Morricone scrisse per me lo ‘Studio 4 bis per piano-pedaliera’. Conoscevo le sue musiche pianistiche non da film sin da quando ero studente, e frequentavo l’ambiente romano dei compositori di musica contemporanea tra cui, in particolare, Goffredo Petrassi e la cerchia dei suoi allievi. Mi ero sempre chiesto come mai la musica pianistica di Morricone non fosse eseguita e incisa con maggiore frequenza, tanto che fino ad oggi non esisteva un CD che racchiudesse insieme tutta la sua produzione pianistica. Sono quindi molto contento di avere portato a compimento questo progetto, grazie anche al prezioso aiuto della famiglia Morricone”.
Sono state suggestioni cinematografiche o musicali a determinare la scelta dei brani per il CD?
“Il CD comprende tutta la musica pianistica originale non per il cinema, che ammonta a circa 45 minuti, e nove trascrizioni pianistiche dello stesso Ennio Morricone da sue musiche per il cinema. La scelta quindi non è stata fatta da me, ma dallo stesso Morricone, che ha deciso, alcuni decenni fa, di realizzare versioni pianistiche di suoi celebri temi. Ma le nove trascrizioni pianistiche che egli ha realizzato e che sono incise nel CD comprendono anche musiche molto meno celebri, come ad esempio le colonne sonore di film quali Gott mit Uns, Cane bianco o Gli angeli del potere: musiche a cui, evidentemente, Morricone era molto legato e che, in effetti, sono particolarmente valorizzate da queste versioni pianistiche”.
Si tratta di brani pensati e scritti da Ennio Morricone per pianoforte solo, e contenuti nelle colonne sonore in questa veste?
“Solo Playing Love, da La leggenda del pianista sull’oceano, e Nuovo Cinema Paradiso mantengono la partitura originale per pianoforte presente nella colonna sonora. Le altre sette sono, invece, arrangiamenti fatti da Morricone stesso da musiche scritte per orchestra o per altri organici strumentali, che mostrano come Morricone fosse anche un maestro nel trascrivere per pianoforte. Nessuna di queste partiture suona come una “riduzione pianistica” di qualcos’altro, e in molti casi, anzi, il pianoforte valorizza la qualità della musica e della scrittura”.
Quali sono invece i brani inediti?
“C’è il trittico del 1956, Invenzione, Canone e Ricercare, che non è mai stato pubblicato su partitura, ed era finora stato inciso su CD solo parzialmente. E c’è il brano che Morricone aveva composto per me, lo Studio 4 bis per piano-pedaliera che è qui inciso in prima assoluta”.
Quali sono invece i brani tratti dalle colonne dei film che lei ama di più?
“Il CD inizia con Playing Love da La leggenda del pianista sull’oceano, brano di disarmante semplicità che narra con poche note il mistero dell’innamoramento del protagonista del film per la giovane ragazza bionda che lui intravede dall’oblò della nave. Mi emozionai la prima volta che ascoltai questa musica, vedendo il film al cinema, e mi emoziono ogni volta che la suono, come se fosse la prima volta. Un altro brano di grande intensità è Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto. Morricone ha realizzato una trascrizione pianistica particolarmente efficace, che sfrutta idiomaticamente l’aspetto persuasivo del pianoforte. Ho inciso questo brano su un pianoforte differente rispetto a quello su cui ho suonato gli altri brani: ho scelto il Fazioli n. 1, il primo prototipo costruito da Paolo Fazioli nel 1980, che ha un suono più “impertinente”, adatto a esprimere l’atmosfera losca del film, e che ho fatto scordare per l’occasione, seguendo l’idea di Morricone, che fece scordare il pianoforte presente nell’ensemble che usò per la colonna sonora”.
Trova che la poetica di Morricone possa esprimersi anche nella musica strumentale “assoluta”, e non solo a corredo delle immagini?
“La poetica di Morricone è unica, e si esprime al medesimo livello in qualsiasi ambito musicale che Morricone esplora. Per questo ho voluto alternare nel CD un brano per il cinema con un brano di musica assoluta: per sorprendere e spiazzare l’ascoltatore, evidenziando, attraverso questi accostamenti, come gli stessi elementi musicali e gli stessi procedimenti compositori siano presenti in musiche appartenenti ad ambiti diversi”.
Che ricordo ha dell’uomo e del musicista Morricone?
“Incontrai Ennio Morricone in occasione della consegna del Premio Petrassi, al Parco della Musica. Per una bella coincidenza, fu proprio lui a consegnarmi il Premio Petrassi. Ci incontrammo nel nome di Petrassi, che era stato il suo Maestro di composizione, e che per me era stato altrettanto importante, in quanto proprio alla musica pianistica di Petrassi dedicai il mio primo CD, nel 2000. In un certo senso, quindi, con questo CD si chiude un cerchio. Poi ho rincontrato Morricone varie volte, lo andai a trovare in più occasioni a casa, e ricordo che mi fotocopiò personalmente le partiture di Invenzione, Canone e Ricercare, quando parlavamo dell’incisione della sua musica pianistica”.
Morricone ha scritto la prefazione del suo libro “Il Pianoforte. Guida all’ascolto della musica pianistica” (Edizioni Curci, 2013). E a lui è dedicato un capitolo. Perché ha pensato di accostarlo ai più grandi compositori per pianoforte di sempre?
“Morricone è, ovviamente, uno dei già grandi compositori per pianoforte, e sta di diritto assieme agli altri 80 compositori citati nel libro. È anche il più giovane di loro, e per questo ho pensato di chiedergli di scrivere la prefazione del libro. Nella prefazione Morricone dice una cosa molto giusta che vale la pena rimarcare: il pianoforte è uno “strumento”, nel senso letterale del termine, è un “mezzo” per arrivare a qualcosa di più importante, come anche la musica è un mezzo per esprimere emozioni, per vivere già intensamente, per unire gli animi”.
In questa prefazione Morricone parlava di “inutili barriere ideologiche” fra i generi musicali. E’ d’accordo?
“Certo. Le etichette e i “generi” spesso sono sovrastrutture decise e applicate a posteriori, che rischiano di snaturare la comprensione e la fruizione della musica. E lo stesso Morricone è stato vittima di queste barriere, quando si è distinta la sua produzione per il cinema da quella “assoluta”. Invece, a ben vedere, tutta la musica, anche quella per il cinema, può vivere perfettamente di vita propria, e, viceversa, tutta la musica in generale racconta una storia, solo che siamo noi ascoltatori a scegliere quale “film” vedere durante l’ascolto”.
Lei ha interpretato i più grandi autori, da Mozart a Aldo Clementi, dedicando una speciale attenzione a Mendelssohn, di cui ha inciso l’integrale pianistica. C’è qualche consonanza fra Mendelssohn e Morricone?
“Sì, entrambi avevano una squisita vena melodica, e, al contempo, una grande passione per il contrappunto. Entrambi amavano Bach, in cui vedevano il loro “padre” musicale. È una bella coincidenza che il tema di Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto somigli incredibilmente al tema della Romanza senza parole op. 53 n. 5 di Mendelssohn, anch’essa in la minore”.
Qual è la strada giusta per garantire una nuova rinascita alla musica classica, il cui pubblico sembra mancare di ricambio generazionale?
“Dovremmo intanto smettere di distinguere la musica “classica” dal resto della “musica”. Anche la musica classica era, in parte, volta all’intrattenimento o al successo commerciale. Come anche molta musica commerciale o “leggera” ha alti contenuti poetici. Poi, di conseguenza, potremmo concepire nuovi modi e format di condivisione della musica, che portino anche la musica “classica” al di fuori delle tradizionali sale da concerto, o che, anche nelle sale da concerto, la propongano con una minore ritualità e con maggiore attenzione al coinvolgimento degli spettatori (che non solo ascoltatori, in quanto “vedono” anche ciò che fa il musicista sul palco, come si muove, in che ambiente è immerso)”.
Quale creda debba essere il ruolo sociale del musicista oggi?
“Il musicista ha un grande potere e una grande responsabilità, in quanto la musica è uno strumento potentissimo per entrare nelle parti più profonde dell’animo degli ascoltatori. Come scrive Oliver Sacks, “la musica è il più potente farmaco non chimico”. Sta a noi usarlo nel migliore dei modi”.