Il suo nome d’arte è Greta (al secolo, Greta Elizabeth Mariani). È giovanissima, bilingue con radici americane, ed è una singer-songwriter che vive a Roma. Nei suoi 19 anni di sogni e speranze assomiglia a tante studentesse della sua età. In realtà, Greta ha una storia interessante da raccontare, soprattutto se pensiamo alla sua età anagrafica, e un’esperienza in campo artistico degna di una professionista di più lungo corso. Una ricca gavetta musicale alle spalle, con attualmente un film appena uscito su Amazon Prime dal titolo “Addio al nubilato”, per la regia di Francesco Apolloni. In questa co-produzione Minerva Pictures e RAI Cinema, Greta è coinvolta nei panni di cantante in tre brani inseriti nella trama musicale del film. Le interpreti femminili del cast: Laura Chiatti, Antonia Liskova, Chiara Francini, Jun Ichikawa. Nella pellicola spicca il brano “Magic“, di cui Greta ha scritto appositamente i testi ed il M° Alessandro Molinari la musica; brano che è attualmente in concorso al David di Donatello 2021 nella categoria “Miglior canzone originale”.
In questi ultimi giorni, nei media italiani della pellicola “Addio al Nubilato” e del suo cast tutto in rosa se ne sta parlando ovunque; di Greta se ne sta parlando invece molto, ma da tempo, negli ambienti internazionali musicali degli addetti ai lavori. Andiamo per gradi.
Greta, hai soli 19 anni e già tanto lavoro sulle spalle.
“Frequento l’ambiente della musica grazie a mio padre musicista, ed ho avuto sempre a portata di mano strumenti musicali e la possibilità di registrare i miei demos, o comunque di fare musica in libertà. Poi a 14 anni ho registrato una cover (piano e voce); si trattava di “The Sound of Silence” di Simon & Garfunkel. Ho girato il video durante uno dei miei soggiorni a New York, una delle tante volte che ero andata a trovare gli zii, e mio padre lo ha inviato in concorso a Los Angeles ad un contest che si chiamava Akademia Music Awards: anni fa era molto seguito e di grande successo. Da quella cover cantata per caso nella mia cameretta, realizzata piano e voce, è iniziato la mia tenacia nel perseverare in questo mestiere. La mia cover ha vinto il concorso e da lì ho iniziato poi a suonare e produrre canzoni. L’anno successivo ho suonato live al famoso The Troubador di Londra e la serata è stata trasmessa in streaming mondiale da una cable television di New York. Eravamo 4 artisti selezionati dalla direzione artistica del mitico The Troubador: gli altri provenivano da UK, Irlanda e io ero l’unica italiana. Che emozione, ragazzi! Poi il sito Secret Sessions UK ha pubblicato le mie canzoni e mi sono ritrovata insieme ad artisti molto famosi. Pensandoci, credo che da lì sia partito poi tutto il resto del mio percorso”.
Sei bilingue: coma mai? Raccontaci la tua storia.
“Mia nonna è americana, e tutta la famiglia da parte di mia mamma ha sempre vissuto negli States. Fin da quando ero piccolina sia mia mamma che mia nonna mi parlavano spesso in inglese. Ho sempre avuto “nelle orecchie” questa lingua, dalle canzoncine per bambini in americano ai film in originale o ai libri. È diventata in maniera naturale la lingua che uso per cantare, per esprimermi. Mi ritengo molto fortunata ad aver avuto fin da piccolina questa impostazione, e quindi di saper parlare fluentemente due lingue, anche se dal lato affettivo avere una parte di famiglia dall’altra parte del mondo non è sempre semplicissimo da gestire”.
L’età dei 16 anni segna uno step importante nella tua carriera di giovane promessa della musica: cosa ti è successo?
“Vero. A 16 anni ho avuto l’enorme opportunità di aprire le date primaverili del tour di Marina Rei e le date estive del tour dei Tiromancino. Queste esperienze per me sono state motivo di grande crescita artistica. Ho imparato a stare sul palco e a gestirmi da sola i tempi. Ho imparato ad affrontare un pubblico sia di trecento persone che di diecimila. Non mi aspettavo di trovare tanta accoglienza, in verità: in questo ho avuto fortuna. Condividere parti di tour sia con Marina sia con Federico Zampaglione per me è stato un onore, soprattutto ad un’età così giovane come la mia. Mi hanno insegnato tanto”.
Nel 2018 esce finalmente il tuo primo disco: “Wonderful“, prodotto a Londra da David Ezra. Una operazione musicale che ti ha permesso di esordire ufficialmente con il tuo stile e la tua vocalità. Come descriveresti questo disco?
“Wonderful” è stato il mio primo EP. David è stato fantastico: è riuscito a preservare la mia personalità e la mia vocalità pur rivoluzionando i brani. Ha reso le canzoni più pop, solari, frizzanti. Del periodo passato in studio con David ricordo molta gioia e positività. L’EP “Wonderful” si porta dietro una grande parte del mio carattere e del mio sentire, nonostante io sia nel tempo ovviamente cresciuta anagraficamente ed evoluta anche dal punto di vista artistico”.
Poi cosa succede?
“A gennaio del 2019, subito dopo Capodanno, io e papà partiamo per l’Isola di Wight. Mio papà mi ha sempre seguito nella musica, senza di lui non sarei quella che sono oggi e non avrei raggiunto questi risultati, ne sono certa. Lui conosce bene questo ambiente, e mi ha sempre tutelata e curata nell’ ambito professionistico. Passiamo una settimana nello studio dei Boe Weaver; ora siamo grandi amici, non abbiamo mai smesso di tenerci in contatto. I Boe Weaver sono due produttori inglesi, per l’esattezza due fratelli, che seguono i migliori artisti emergenti della scena cantautoriale inglese. Credetemi, sono due personaggi incredibili. Il loro studio è all’interno di un’ex torretta dell’acqua dell’età Vittoriana, e all’interno albergano un mix di stili, di ere, di energie diverse. Le due tracce sono state registrate interamente in analogico, ed è stato suonato ogni strumento presente nelle stesse. Abbiamo passato una settimana pazzesca, all’insegna di un lavoro molto stimolante”.
Nel 2019 arriva un altro riconoscimento, stavolta a un video di una tua canzone.
“Sì, ad ottobre del 2019 ho avuto l’onore di vincere il premio MEI per il miglior video emergente: il video di “Mrs Ayala”. “Mrs Ayala” è la storia, completamente inventata, di una ragazza cubana (Ayala) che si ritrova ad affrontare da sola situazioni molto difficili. È una canzone che vuol dare speranza, e vuole far apprezzare le piccole cose che quotidianamente diamo per scontate; nel ritornello infatti dico “but sun is shining in Cuba”, come a dire “ora splende il sole però” , significando che non bisogna più preoccuparsi, ma alzare la testa e guardarsi attorno. Un inno ad apprezzare le piccole cose che ci circondano e che ci possono far stare bene (come una giornata, il sole che splende, dei fiori in un campo, un piccolo gesto). Il video è stato girato da Stefano Bertelli di “Seen Film“, interamente in stop motion con carta. Tutti i set del video; i personaggi; io stessa… sono ritagli in carta. E consiste in uno storytelling: la storia di Ayala, appunto”.
Per concludere, cosa ci dici sulla tua partecipazione come singer e songwriter nel film “Addio al Nubilato“?
“Ho avuto il piacere di scrivere insieme ad Alessandro Molinari (che ha curato le musiche) il testo di “Magic”, canzone simbolo di questa pellicola. “Magic” vuole dare speranza; mi sono ispirata alla storia del film per questo testo. Reinterpreta un po’ il concetto che nel mondo tutto è connesso; che esiste un filo, un destino ben preciso, e che nella nostra quotidianità non possiamo fare altro che continuare a vivere: ogni difficoltà, ogni inciampo fa semplicemente parte di un percorso da affrontare. Non parlo quindi di “magia” classica, quella fatta di incantesimi e formule; mi riferisco in questo caso ad un’attitudine di vita, ad un pensiero positivo che dobbiamo applicare ogni giorno nelle nostre esistenze. “It’s gonna be magic“: sarà fantastico. La canzone presente all’inizio e alla fine del film è invece “Young“, che avevo già fatto uscire in rete nel 2019 insieme a “Mrs Ayala”. “Young“ è una canzone molto intensa, e nel testo mi rivolgo direttamente alla società moderna, della quale noi siamo solo puntini; o ingranaggi, se vogliamo, di una grande macchina che tende a schiacciarci. Anche questa canzone è un grido di speranza per i giovani, per i miei coetanei o per qualsiasi persona che sente di dover dire qualcosa: seguite le vostre passioni, curate e dedicatevi ai vostri interessi, prendetevi cura di voi stessi, vivete nel presente. Tutto questo volevo trasmettere, e spero di esserci riuscita”