Un ampio spazio, come una passerella, arieggiato, aperto, vasto ed un po’ rialzato. Come una piccola vedetta sulla folla è un centro d’approdo per musicisti che han trovato casa newyorkina ai loro preziosi strumenti. Un omaggio musicale a questa città che da anni li accoglie ed ispira la loro creazione.
La gente curiosa aspetta di ascoltare il dialogo dei protagonisti che parlano svariate lingue perché originari d’Europa, Asia e Medio Oriente. Sono accomunati e comunicano parlandoci solo con la musica. C’è silenzio e l’atmosfera è curiosa, attende la prima formazione di musicisti che si prepara affinando tonalità.
Siamo entrati. E’ un vero porto, si chiama “Port of Entry: New York”, allo Stern Auditorium del Carnegie Hall. Vista la giornata uggiosa è davvero un rifugio, un sollievo di vibrazioni che si materializzano e sfiorano il pubblico. Melodie conosciute e non, professionisti e giovani maestri di violini, chitarre, violoncelli, flauti traversi, un, basso, un contrabbasso, una batteria, un piano e diverse voci che si alternano.
Ci accoglie e saluta il primo pezzo intitolato “Italian Summer” del compositore M.Kostabi che dall’Estonia ha trovato seconda casa a Roma. Non è la sola nota italiana della serata, solo la prima. Con “Naufragio” e “Linee” infatti, si ’introducono le partiture di Luigi Porto, un compositore italiano che non ha bisogno di presentazioni. Da Cosenza, come sound designer/redattore, la carriera di Luigi ha inizio in teatro, poi nel cinema a Roma, impara l’arte del suono cinematografico con professionisti del cinema italiano degli anni ’60 e ’70, si [ dedicato a comporre musica elettronica per piccoli gruppi producendo demo, suonando la chitarra e le tastiere con diverse band in Italia. Dopo essere apparso tra i nomi di alcune compilation e album, ha pubblicato un paio di full-length. La sua musica orchestrale e da camera è stata eseguita in Europa, Asia, Stati Uniti e Sud America, anche in film, documentari, pubblicità e video d’arte. Altri capolavori italiani vengono eseguiti da uno dei protagonisti della serata: il musicista, chitarrista e compositore Nemanja Bogunovic che apre la seconda parte del concerto con un suo arrangiamento della composizione “Barcarola”, utilizzata nella musica da camera e nell’opera ma anche in composizioni per strumento solista ed originariamente usata da barcaioli e gondolieri veneziani. E’ chiara l’intenzione di inebriare le orecchie degli ascoltatori con musiche classiche e riconoscibili. Sono orecchiabili anche i ritmi delle nuove composizioni dell’artista serba Jasna Popovic che esibendosi al piano, esprime le difficoltà comuni di tutte le persone che non vivono nel proprio paese d’origine e si ritrovano coinvolti in procedure burocratiche spesso quasi incomprensibili.
Una migrazione di suoni poliglotti ed internazionali ci accomuna in questa serata di passaggio.